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lunedì 3 maggio 2021

Kavrila – Rituals III

#PER CHI AMA: Sludge/Hardcore/Noise
La band di Amburgo chiude il suo cerchio magico con l'uscita della terza opera di una personale trilogia intitolata 'Rituals', I, II e III. A mio parere i tre EP dovrebbero essere ascoltati insieme ed in sequenza temporale, anche se devo ammettere che questo terzo disco è quello più intenso, il meglio riuscito. A stento si riesce a classificare la loro musica e con immenso piacere d'ascolto mi affaccio al loro universo sonoro, un condensato di vari stili che spesso in rete viene imbrigliato, frettolosamente, tra le fila del genere sludge. Nel fantasioso uso delle chitarre che amalgama influenze punk, hard rock e new wave, vi troviamo anche i concetti compositivi dei primi Unwound e un sostrato hardcore alla Coalesce molto evidente. Assieme alle interessanti chitarre e ad un'incalzante presenza ritmica che si trova a suo agio, tra timbriche e costruzioni fantasiose, vicine allo stile dei Fugazi, troviamo un cantato notevole, assai aggressivo ed ossessivo, un attacco sonico di tutto rispetto che mostra una particolare vena d'originalità, devota a certe ruvide cadenze di Helmettiana memoria. Il periodo di riferimento verso la band americana è quello di 'Born Annoying' per quanto riguarda la componente noise, mentre per la tensione contenuta nei brani, il paragone va tra le note di band nervose sullo stile degli RFT, con un'urgenza espressiva drammatica simile ai Treponem Pale di 'Aggravation' nelle parto slow-mid tempo con una predilizione per gli aspetti più nevrotici di certo post punk alla Gang of Four del primo periodo, non di poco conto. Se teniamo conto che il suono non è volutamente così pesante come si usa di solito nello sludge (scelta di produzione vincente sotto tutti i punti di vista), che i brani sono comunque una mazzata nello stomaco dal primo all'ultimo minuto, che vantano una grossa orecchiabilità unita ad un nervosismo latente ed una tendenza al depressivo di moderna scuola black, alla Psychonaut 4, i quattro pezzi di questo 'Rituals III' risultano un collage al fulmicotone di emozioni estreme impressionante. La tensione e l'urgenza espressiva si fanno sentire alla grande, con tutta la potenza necessaria, con un estremismo sonoro controllato e mirato, che rende la band teutonica degna di una credibilità enorme. Un mix sonico che esplora i sentimenti umani dell'angoscia e della rabbia, che difficilmente con una parola si riesce a descrivere. Forse, il modo più giusto per capire il combo tedesco, è quello di osservare le splendide grigie copertine dei loro album, accompagnati dalla loro musica sparata ad alto volume e rigorosamente in solitudine, perchè, per amare opere così introspettive ed estreme, è richiesta un'attenzione particolare. Non siamo di fronte al solito disco sludgecore, hardcore o quant'altro, per ascoltare questo EP serve molta attenzione e un'anima molto ricettiva, il solo inizio, l'evoluzione della composizione ed il grido ripetuto nel finale di "Elysium", il brano che chiude il disco, basta per far capire cosa si nasconde dietro la musica di questo interessante ed originale quartetto. Ascolto consigliato, album splendido. (Bob Stoner)

(Narshardaa Records - 2021)
Voto: 78

https://kavrila.bandcamp.com/album/rituals-iii

giovedì 29 aprile 2021

Pandemia - Riven

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death, Morbid Angel
Ci mancava la clone band dei Morbid Angel, per essere al completo sul carrozzone dei perdenti. Avrete già intuito che non sono del tutto entusiasta di questo lavoro che mi appresto a recensire. I Pandemia vengono dalla Repubblica Ceca e 'Riven' rappresenta la loro terza opera: 33 minuti di scellerati riff schiacciasassi che riprendono a piene mani dal sound bellicoso della band statunitense. Nonostante i numerosi tour, in giro per il mondo con Vader, Kreator, Dimmu Borgir e Sinister, tanto per citarne qualcuno, la band ha scelto da chi copiare spudoratamente: già dai primi minuti di questo lavoro infatti, si nota quanto il sound del quartetto ceco, paghi pesantemente dazio alla band di Trey Azaghtoth e soci. La musica dei nostri, non supportata tra l’altro da una produzione adeguata, è una cavalcata con le chitarre che ripetono pedissequamente gli insegnamenti dei maestri, non raggiungendo ahimè le vette compositive dei mostri sacri. Sfuriate propriamente death si mischiano poi a mid tempos in stile Bolt Thrower, con la voce di Michal che fa il verso al vocalist dei Vader. Fortunatamente il disco dura poco, perchè lungo tutta la sua durata, aleggia un odore di stantio. Nonostante la band sia preparata tecnicamente, nelle note di 'Riven' c’è ben poco da salvare, il disco è noioso, poco ispirato, anzi per nulla. Se avete nostalgia dei Morbid Angel, o siete in crisi d’astinenza da nuovo materiale, un ascolto lo potete anche dare; altrimenti lasciate assolutamente perdere, risparmiando tempo utile a passeggiate all'aria aperta. (Francesco Scarci)

(Metal Age Productions - 2005)
Voto: 50

https://www.facebook.com/Pandemia-333136402563/

Cannibal Corpse - Violence Unimagined

#FOR FANS OF: Brutal Death
I checked out a few tracks on here and it got me curious.Upon official release in the states, I downloaded the whole album on Spotify. I was really impressed so I went ahead and bought the CD. I thought that the riffs were really solid and now entire Rutan and exit O'brien. I think it was a good move for the band though I was a fan of O'brien's guitar playing. The solos on here weren't their greatest, but Barrett was still solid. The whole band was responsible for the songwriting which of whom were the ones that performed the best on here. I thought that Corpsegrinder was solid too, but it's a lot less screaming.

All the tracks to me were interesting and catchy. They're still tuned down to B-flat creating that real low sound guitar/bass wise. I thought they were heavy as f***. Everything seemed to flow rampantly and overall, I thought their best since 'Gallery of Suicide' and 'A Skeletal Domain'. 'Red Before Black' was also solid but I just liked this more. I thought that they put together a lot of their talent on here and it really showed overall. The music videos were also pretty vile, but it's Cannibal Corpse, what do you expect?! The sound quality on here is top notch as well. Overall, definitely an A-.

There wasn't anything on here that was half-assed or done without precision. I felt all 42 minutes of this was exceptional. And the production sound was right on there. Yeah, they also don't sing about religion or politics but gore?! In that respect, controversial. Some of their lyrics were banned in foreign countries. Not for this album (that I know of) but if they haven't seen the lyric sheet, they might as well. Nevertheless, we still have their music down. And if Rutan stays with the band for succeeding releases, he'll be damn well as good as he is on here! As long as they continue to come together on the songwriting, they continue to have a long career (as they already have!).

As I said, I was curious to see if this was more solid or about equal to 'Red Before Black' upon a couple of tracks that were singles, I found that I like this one more. Am I saying flat out buy the CD? No! But if you give this a chance, you'll hear that the riffs are more solid on here than they are on previous recordings. And Corpsegrinder tells interviewers too that it was a one-in-a-million chance that he'd fit in a band which he always wanted to ignoring schoolwork to perform in a band which was his passion. That's brought him today with numerous releases on Cannibal Corpse albums since early on. His message though: "stay in school." And 'Violence Unimagined' is a boon to their discography! (Death8699)

(Metal Blade Records - 2021)
Score: 80

http://www.cannibalcorpse.net/

Allhelluja - Inferno Museum

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Death'n'Roll
Gli Allhelluja rappresentano l’imprevedibile collaborazione tra Jacob Bredahl (vocals dei danesi Hatesphere) e il batterista Stefano Longhi proprietario della Scarlet Records. Premesso che questo 'Inferno Museum' non ha nulla a che fare con il death/thrash proposto dalla band del cantante scandinavo, vi dico subito che è stato registrato ai GB Studios di Milano e masterizzato presso gli illustri Cutting Room Studios di Stoccolma (Rammstein, In Flames). L’album è liricamente ispirato al libro di Derek Reymond “Dead Man Upright/Il Museo dell’Inferno” (un masterpiece su uno “psycho-sex” serial killer). Le dieci tracce possono essere accostabili ad un perfetto mix tra i lavori degli Entombed più death’n roll oriented, con il feeling sporco dei Motorhead, il tutto coniugato al groove dei finlandesi Mind Riot (autori dell’ottimo 'Peak'), e miscelato col flavour stoner tipico degli statunitensi Kyuss. Un ascolto più approfondito del disco aggiunge poi altre influenze alle suddette: “Miss M” e "Inferno Museum" mi hanno richiamato alla mente un certo feeling alla The Doors per il suo incedere ipnotico a tratti psichedelico. Qua e là sono udibili passaggi accostabili agli Stone Temple Pilots, ma tante altre contaminazioni sono presenti in questo piacevole lavoro, che rappresenta forse, una sorta di omaggio ai mai dimenticati anni settanta. La voce di Jacob è sicuramente più godibile quando assume toni rockeggianti piuttosto che la tipica timbrica death metal. Mi è sembrato addirittura di sentir cantare il frontman degli australiani Jet (quelli di “Are You Gonna be my Girl”, per intenderci). Gli episodi migliori del disco sono le due tracce in apertura “A Perfect Man” e “Your Saviour is Here” oltre alla già menzionata title track che sanciscono definitivamente quanto questo disco sia puro rock’n’roll. (Francesco Scarci)

martedì 27 aprile 2021

Kreator - Gods of Violence

#FOR FANS OF: Death/Thrash
I didn't think too highly of this release, hence the "C" rating. I thought that the guitars were generic and not well thought out. Nothing like the older days like 'Coma of Souls' or 'Violent Revolution'. I just think Mille is end of his road and legacy with his band. There's a lot of talk about the new album, but if it's going to be like this or even worse, I'm not getting it! The only good about this album are the vocals and some of the riffs (but not many). I was quite disappointed with this album. There's not a lot of good to say about it. When Kreator was a band whose riffs used to be fantastic. Just please, take out the sloppy leads!

Most tracks were filled with disdainful hatred, but they also didn't show much enthusiasm. Not like say 'Enemy of God'. They just lagged through this. It's something that I'd have to talk to Mille about. If this is a Kreator album he'd take to a deserted album. I doubt it. The only tracks I like on here are "Satan is Real" and "Fallen Brother", the rest are just mediocre. The latter track signifies those in the metal world that passed away, especially Cliff Burton of Metallica. The music videos for the two songs I mentioned were good. But they should've made all the songs catchy and noteworthy. This is truly a TRAGEDY.

If Kreator is to still make music especially in this pandemic, they have to step it up. Take out the sloppy leads unless they had their old guitar player on 'Coma of Souls' Frank Blackfire. He's I think playing again with Sodom. His leads were magnificent. Mille's always been sloppy, he should just stick to rhythm guitar/vocals. He never seemed to master the art of playing lead guitar. I think he's another self-taught guitarist. But really, he should've stayed rhythm (as I say).

'Gods of Violence' doesn't really have anything to offer the metal community. With those two tracks and that's it, but all the rest are pretty generic. I feel that this album was a step back from their good releases and I chuck this on in the trash. What a disappointment. Mille's vocals should stay strong, he needs to focus on his songwriting and what the critics are saying about his musicianship on here. The clean vocals, too are something that he needs to work on. Check out those two tracks but please steer clear of the rest of the album. If you thought those two were bad, don't even think about getting the album. (Death8699)


(Nuclear Blast - 2017)
Score: 70

https://kreator-terrorzone.de/

Heresy - Blasphēmia

http://www.secret-face.com/
#FOR FANS OF: Thrash/Death, Kreator
Kreator like sounding, at least on the vocal-end via Mille, but musically in their own thrash metal-like zone. Very well orchestrated! I dug this album immediately but it did remind me of Kreator. I think from a musical standpoint, they sound like Heresy. And pretty soon, they'll have a new recording for a full-length. And their music is top notch in many respects! It's got many different tempo changes but it still remains a good listen-to, ABSOLUTELY Even though this was 35 minutes and only 7 songs, long awaiting their upcoming release in the next few months (according to Heresy directly).

These guys have their own unique sound to them though they sound like their some of their influences. But overall, it was an enjoyable album. A lot of highlights and buzzing guitar licks galore. The sound quality was top notch, too. I've found this band to be unrelenting thrash of an onslaught! These guys dish it out totally and the riffs are very fresh and catchy. Sound quality is great too with the vocals that are well fitted with the guitars. It's truly an Armageddon sound-wise. These guys totally tear it up from all aspects. They dish it out some ear shattering thrash metal that's unrelenting and uncanny.

I thought the the musical production quality was quite good. No complaints on that front. I see that the other review here on Encyclopedia Metallum - The Metal Archives was higher notch though I think it was overly generous. And I'm being absolutely scrupulous. Though I esteemed this release highly, I don't think it's to the caliber of an "A-" rating. I have my reasons but mostly because the album wasn't long enough and the vocals were too much like Kreator. Other than those insufficiencies, it's a gem. And the album is full of brutality that leaves your eardrums ringing. It's a true onslaught of noise terror!

This was my first introduction to the band and man was it a great experience. Though they're somewhat of a new band, they still do a good job of satisficing the listener totally. The vocals were so overpowering though, but they did a good job here from every aspect. I enjoyed this album immensely. I just wished that it was longer in duration. But despite the negatives, there was an overabundance of positives notable here. I actually received the CD of this one but if you're skeptical, check it out on YouTube or see if Spotify has it too. I'm cherishing the CD that I promise not to get rid of! Check it out! (Death8699)


The Pit Tips

Francesco Scarci

Show Me a Dinosaur - Plantgazer
Soulless - Shine in Purity
Mur - Truth

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Death8699

Cannibal Corpse - Violence Unimagined
Epica - Omega
Skeletal Remains - The Entombment of Chaos

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Alain González Artola

Kauan - Ice Fleet
Gothic Sky - In the search of Lost Soul
Snailmageddon - Swansong for a Snail

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Bob Stoner

Revolutionary Army of the Enfant Jesus - The Gift of Tears
Vale - The Folklore Man
Steven Wilson - The Future Bites

lunedì 26 aprile 2021

Mourning Dawn - Dead End Euphoria

#PER CHI AMA: Death/Doom
Avevo bisogno di sonorità un po' mortifere in questo periodo cosi allegro delle nostre vite. Giungono in mio aiuto in tal senso i francesi Mourning Dawn, con la loro quinta fatica, 'Dead End Euphoria', nella loro classica commistione di death e doom con frangenti black e funeral. Mi lascio cosi inglobare dalle sonorità decadenti dell'opener "Dawn of Doom", un nome un programma, per una traccia che mostra la classica veste death mid-tempo, da sempre DNA del terzetto parigino, tra le cui pieghe si infilano rare e destabilizzanti strutture black, con quel piglio disarmonico dei Deathspell Omega e qualche vocalizzo urlato. Ecco sfornato quindi il tipico prodotto dei Mourning Dawn. La matrice è infatti quella di sempre, anche nella successiva "Never to Old to Die", un pezzo che richiama nelle sue sconfortanti melodie, le prime cose dei Katatonia nei loro costrutti malinconico disperati, a metà strada tra 'Dance of December Souls' e 'Brave Murder Day'. E la lunghezza drammaticamente lunga dei brani, che troverà la sua massima espressione nei 26 minuti di "The Five Stepts to Death", contribuiscono a creare quel senso di inappropriatezza nell'anima, già di per sè inquieta, di chi ascolterà il disco. Un lavoro sicuramente assai solido ma che forse percepisco in alcuni frangenti eccessivamente monolitico, sebbene i transalpini cerchino qualche variazione al tema, in certi cambi di tempo, a dire il vero, un po' telefonati, o nella ridondanza di certi passaggi ritmici, che magari avrebbero dato maggiore dinamicità ai brani. La title track in questo mi colpisce molto per quel suo forte struggimento nella linea delle chitarre, ma anche dei chorus, che la rendono forse il brano più accessibile dei sei, anche perchè il più breve ("solo" sei minuti). A seguire infatti arriva "Conclusion" che per un attimo mi aveva illuso di essere già giunti alla fine di 'Dead End Euphoria', ma in realtà non siamo nemmeno a metà, vista la lunghezza estenuante del disco. E il quarto pezzo prosegue non aggiungendo granchè al sound dei nostri, qui decisamente più votato a scorribande black e ad un cantato quasi salmodiante, per lo meno una variazione alla graffiante ugola di Laurent "Pokemonslaughter". Il brano tuttavia ha ancora modo di stupire con un'effettistica alla sei corde alquanto stralunata, che si dipana tra accelerazioni da verbo nero e rallentamenti che rasentano il funeral, quasi a prepararci alla montagna prossima da scalare. Siamo arrivati infatti ai 26 minuti di "The Five Stepts to Death" e l'inizio non può essere più impervio. La parete da affrontare è infatti più scoscesa che mai con quelle sue trame funerarie, lente, ossessive, angoscianti, a tratti sfiancanti (26 giri di orologio sono lunghi da affrontare), soprattutto quando la band spegne la luce, va in letargo e prova poi a ridestarci con lunghi intermezzi acustici di scuola Opeth, prima di capovolgimenti di fronte che ci spingono a sfuriate post black. Non è una passeggiata, lo ribadisco, serve essere davvero dei grandi fan del genere per spingersi ad ascoltare un disco a tratti cosi catartico (e al tempo stesso efferato) nei suoi contenuti. In chiusura, gli oltre dieci minuti (di cui solo la metà suonati, il resto silenzio) di "Adieu", il colpo di grazia che serviva, costruito su un muro di chitarre suonate su un'unica nota, corroborate da una percussione lenta e psichedelica e dal vociare disperato di Laurent. Abbiamo atteso quattro anni per ascoltare la nuova release (nata in realtà sotto i non migliori auspici) e francamente, mi aspettavo qualcosa di più alto livello che un lavoro di onesto ma poco intellettuale death/black doom. (Francesco Scarci)