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domenica 9 novembre 2014

Vampillia - Some Nightmares Take You Aurora Rainbow Darkness

#PER CHI AMA: Math/Experimental/Ambient
Ritornano i folli giapponesi Vampillia, già recensiti in occasione del precedente lavoro, dal fido Bob e valutati con un 110 cum laude. Abbandonati gli estremismi sonori di quella release, i nostri diminuiscono anche drasticamente il numero di song contenute nell'album ma le novità non si limitano solo a questo. 'Some Nightmare Take You...' infatti propone una nuova veste per la band del Sol Levante. La title track, posta in apertura del disco è infatti una canzone di oltre sette minuti che si muove ondeggiando su un tenue tappeto di chitarre classiche, violini e un finale drone/noise/wave. I nostri non si smentiscono, anche se non è il folle grind mischiato a musica classica a saturare le mie orecchie. Con “Fedor” ritornano a farsi sentire gli strumenti elettrici e quindi mi attendo verosimilmente il delirio. L'inizio infatti è affidato a una batteria schizofrenica, chorus celestiali e fraseggi ambient prima della definitiva esplosione del tipico sound dei Vampillia: schegge impazzite di grind/math su cui si innestano pianoforte, strumenti ad arco, chitarre classiche e frammenti di urla farneticanti, che sottolineano ancora una volta la genialità del combo giapponese, uno che quando c'è da sperimentare non si tira certo indietro. Il sound fiabesco riprende con la terza “The Volcano Song”, in cui ancora sono eteree voci di donzelle unite a violini a dare una parvenza di normalità ad un sound che spinge per liberarsi da quelle catene che lo tengono costretto alla normalità. Qualche riffone infatti ben più pesante cerca di erompere nella quiete ultraterrena che quegli angeli provano a mantenere con i loro soavi vocalizzi, ma questa volta la follia rimane del tutto controllata fatto salvo per un bellissimo assolo conclusivo accompagnato però da mefistofeliche vocals e da un drumming tribale e ossessivo. È forse il suono di una spinetta quello che apre “Silences” song che nei suoi primi 30 secondi mette in scena tutta la teatralità musicale dei Vampillia: musica classica e grind, un binomio perfetto per un risultato fuori dal comune. Il disco prosegue con una serie di pezzi che non superano i due minuti di durata in cui emerge forte l'anima dei nostri. In “Dream” la musica di questi pazzi sembra richiamare le colonne sonore cinematografiche degli anni '50, mentre “Hope” potrebbe rievocare gli anni '60. A chiudere il disco ci pensano le delicate atmosfere di “Kizuna”, l'ennesimo pezzo che stravolge completamente il concetto musicale dei Vampillia, che in nove brani sono stati in grado di dire tutto e il suo contrario. Genialità e follia allo stato puro. (Francesco Scarci)

(Candlelight Records - 2014)
Voto: 80

https://www.facebook.com/pages/Vampillia-official

sabato 25 agosto 2012

Vampillia - Rule the World/Deathtiny Land

#PER CHI AMA: Metal a 360°
Quando ci si imbatte in opere di questo calibro, bisogna togliersi il cappello e inchinarsi, non ci sono parole per spiegare tanta genialità in un unico cd dalla durata di 25 minuti con 24 brani tra cui il più lungo dura 3 minuti e 11 secondi!!! I Vampillia vengono da Osaka e sono stravaganti come tante band che vengono da quelle parti (vedi Dir En Grey o Malice Mizer). Sono un collettivo di 11 elementi tra cui tre cantanti, violino, piano , un dj, un combo metal etc... Loro si definiscono una “Brutal Orchestra” e vi spiegherò il perché brano per brano. L'album è come un concept e si divide in due tracce che danno il titolo al cd, anche se in realtà le tracce sono 24 all'interno del dischetto e tutte insieme ci raccontano di un uomo che ha l'ambizioso sogno di dominare il mondo per mettere in pratiche le sue folli e poco convenzionali intenzioni. Si apre il sipario e troviamo subito due suite per violino e piano che ci devastano di tristezza; anche la terza traccia si apre sulle note di archi, violino e pianoforte ma come per incanto in sottofondo un caos calibrato crea il panico con una doppia cassa velocissima e una chitarra super thrash che si colloca su vocalizzi lirici di voce femminile e growl violenti e folli ci percuotono per la bellezza in neanche due minuti. La quarta traccia calca ancora la mano e sulle note disperate di un violino vagamente gitano ecco porsi un pianoforte da film muto anni '30, ancora lirica e growl animaleschi e un tiro in sottofondo che ricorda i Die Apokalyptischen Reiter in salsa noir. La quinta traccia è più lunga della prima e dura 1 minuto e 57 secondi e qui tutto come nella prima traccia, solo che le partiture si complicano e si sposano con una scrittura da musica classica, maestosa e potente con finale corale che ricorda vagamente le arie epiche di Verdi. Il sesto brano ha il ritmo di una polka e unisce la follia dei Boredoms con il sound di Uz Jsme Doma (storica band di rock in opposition dalla repubblica ceca), il tutto in soli 15 secondi. In 16 secondi riescono a fondere follia canora da camera con il miglior brutal intellettuale. Nel minuto e quindici successivo evocano la tristezza dei My Dying Bride, magistralmente cantata con voce spudoratamente clonata al miglior Tom Waits e poi cori lirici, e voci sghembe e via di pesante metal sinfonico e claustrofobico per un finale epico. La prima metà della traccia nove potrebbe essere un esperimento degli ultimi Death in June e poi tanto violino così si entra nella track10 che mescola gli strani ritmi post rock dei June of '44 con gli Alboth più taglienti e sperimentali con innesti di lirica, voce sussurrata alla Marylin Manson, growl e screaming devastanti. La track 11 cambia i toni, mostrando una piega doom subito tradita dalla track 12 che tramuta i Vampillia in una costola dei mitici Naked City del grande John Zorn in soli 20 secondi. La tredicesima traccia dura 4 secondi! E chiude la precedente! Traccia 14 e 15: un piano ricco di pathos per un totale di 1 minuto e 85 secondi. La track 16 mostra ancora il fantasma gotico dei My Dying Bride e ci introduce al brano più lungo della compilation, ovvero 3:08 di tristissima, estrema sperimentazione in chiave metal che riprende il tema d'inizio album. Con la track 18 si entra in un'atmosfera surreale, tagliata da un'assurda virata in stile ska ala Specials, per concludere in pompa magna teatrale. Inizio metallico per il diciannovesimo pezzo ma in stile decadente, devastante e cabarettistico in puro stile Vampillia. Una maratona. Siamo al ventesimo brano che in 22 secondi ci frusta il cervello con un metal psicotico da sballo. Il 21 continua la follia mentre il ventiduesimo sembra una cover di qualche colonna sonora di quei film russi di una volta... Penultimo e ultimo brano, qui la follia imperversa a dirotto; siamo a metà strada tra certa new wave di fine anni '70 e le deviazioni canore della migliore Nina Haghen. Non posso aggiungere altro: so che i Vampillia non hanno un contratto e solo questo lavoro è uscito per la Code666 e che nel frattempo hanno registrato un nuovo split/cd con i Nadja. Ci sono tantissimi gruppi al mondo ma quando si trova un lavoro così ci si ferma a pensare se non valga la pena almeno per una volta essere veramente pazzi!!! Un album da 110 e lode!!! (Bob Stoner)

(Code 666)
Voto: 110

http://www.vampillia.com/