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martedì 18 settembre 2018

Grimorium Verum - Revenant

#PER CHI AMA: Symph Black, Dimmu Borgir, Cradle of Filth
Era da un po' di tempo che davo il black sinfonico per morto, soprattutto dopo le ultime performance orchestrali dei Dimmu Borgir. Invece, dalla città di Syktyvkar, a nord est di Mosca, ecco arrivare i Grimorium Verum, portatori della fiamma nera nella sua veste symph. 'Revenant' è il quarto album della band russa, che esiste addirittura dal 1996, sebbene si sia presa una pausa di riflessione tra il 2001 e il 2006. Quel che conta alla fine è che siano tornati sulla scena a distanza di tre anni da 'Relict' e l'abbiano fatto con una certa convinzione. Forse l'opener, "The Born Son of the Devil", non risulterà tra le tracce più convincenti dell'album, ma lascia presagire la vena fortemente sinfonica del lavoro, complice una spiccata propensione alle orchestrazioni che si odono a metà brano. Quello che semmai colpisce è la parte solistica del duo russo, davvero graffiante e di scuola death/thrash. Ma dicevo che forse l'opener non è il momento migliore dell'album, visto che con "The Kingdom of the Pain" i nostri si lanciano con il loro black thrash ruggente, tra ritmiche tiratissime, harsh vocals ed improvvise parti atmosferiche affidate al tastierista di supporto alla band, che si avvale peraltro anche di altri quattro musicisti addizionali. La proposta dei Grimorium Verum è davvero intrigante, miscelando reminiscenze dei Dimmu Borgir (periodo 'Puritanical Euphoric Misanthropia'), con gli Old Man's Child, un pizzico di Cradle of Filth (soprattutto nell'utilizzo delle voci femminili e nel cantato più evocativo/recitato del frontman) e un thrash metal davvero raffinato. La qualità del disco va aumentando con la magniloquente "The March of the Northern Kings" e quei suoi chitarroni che s'intersecano col bombastico suono delle tastiere e il meraviglioso attacco solistico, cosi come accade nella seguente "Blind Faith in Nothing" che ha un piglio analogo ma vede la comparsata anche del pianoforte nel suo velenoso incedere. Il disco prosegue, forse troppo lungamente (e qui risiede uno dei pochi difetti di 'Revenant'), su queste note, sfoderando pezzi più o meno interessanti, di cui vorrei sottolineare l'intensa "The Light of Dark Father", solenne nella sua parte ambient centrale, davvero fenomenale, laddove il vocalist si lancia anche in un cantato corale super pulito. Ultima menzione per "The Great Serpentine Saint", assai vicina al chitarrismo di 'The Cruelty and the Beast", ma anche qui ecco comparire delle vocals pulite che spezzano la veemenza ritmica dei russi e prendono nettamente le distanze dal genre (si un po' come fatto dagli ultimi Dimmu Borgir per intenderci). Insomma, alla fine un lavoro questo 'Revenant', che mi sono gustato con sommo piacere dall'inizio alla fine, un album che mi spinge sicuramente a saperne di più sul passato dei Grimorium Verum. Ben fatto! (Francesco Scarci)

(Symbol of Domination/Cimmerian Shade Rec/The True Plague/Black Metal Rec - 2018)
Voto: 75

https://symbolofdomination.bandcamp.com/album/sodp109-grimorium-verum-revenant-2018