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martedì 13 settembre 2022

Hyrgal - S/t

#PER CHI AMA: Black Old School
E sono tre i lavori da me recensiti degli Hyrgal: dopo ‘Serpentine’ nel 2018 e ‘Fin de Règne’ lo scorso anno, eccomi alle prese con il terzo capitolo della loro discografia, questa volta un album omonimo. La proposta del quartetto provenzale continua a mietere vittime in territori estremi, miscelando quanto prodotto nei primi due lavori, ossia un black nudo e crudo con divagazioni atmosferiche e sghembe, degne dei migliori Deathspell Omega. “Diablerie” tuttavia apre il disco con fare black old school, scuola Gorgoroth, e un riffing mid-tempo acuminato, oscuro e orrorifico che si affida comunque ad un barlume di melodia per costruire l’architettura complessa del brano in cui la voce di F.C prosegue (in compagnia di N.M) a terrorizzare con quel suo screaming paralizzante. Da sottolineare l’epico assolo a metà brano. Si prosegue con “Légende Noire”, un pezzo dalle ritmiche serrate, sinistre e distorte, con le vocals aberranti del frontman a farla da padrona. La bellezza del pezzo risiede nei suoi continui cambi di tempo e per la presenza di una splendida ed epica chitarra in sottofondo a guidare l’ascolto del brano tra sfuriate velenose e parti atmosferiche. “La Foudre Puis La Nuit” è il pezzo che forse più ho apprezzato durante un primo e più distratto ascolto del disco, forse perchè è quella che mi si è piantata nella testa e da li non si è più mossa. L’apertura è violentissima con chitarra e basso che frustano che è un piacere. Quando entra in scena la seconda chitarra è solo piacere per le mie orecchie e la divagazione della timbrica vocale, qui in territori più evocativi/pagani, vale veramente l’ascolto del pezzo, prima di un dronico ed inquietante break che ci accompagnerà per un tratto prima del diabolico e deturpante finale. Ancora mid-tempo per “Vermines”, ma l’impressione che si cela in queste note è quella della classica quiete prima della tempesta. Detto fatto. Il brano si scatena infatti in un terremotante assalto all’arma bianca, destinato a non fare prigionieri, sebbene mantenga una certa parvenza di linea melodica di fondo prima degli ultimi 60 secondi all’insegna di partiture ambient. “Serment de Sang” ha un approccio ancora una volta sbilenco nel suo lento e fluttuante incedere sonoro tra spettrali giri di chitarra, accelerazioni improvise e caustiche vocals. Si continua a martellare come fabbri anche con “Fureur Funeste”, altro brano davvero tagliente che trova la sua normale evoluzione in un epilogo più compassato in cui anche la voce del cantante diventa molto più comprensibile. Esperimento ben riuscito considerato che a chiudere il disco troviamo “Au Gouffre”, la giusta risposta su come conciliare black norvegese con quello francese per un’ottima e riuscitissima release estrema. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2022)
Voto: 75

https://ladlo.bandcamp.com/album/--3