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mercoledì 10 maggio 2023

Hyrgal - Sessions Funeraires anno MMXXIII

#PER CHI AMA: Black/Death
Dopo aver recensito più o meno positivamente tutti i full lenght degli Hyrgal, ecco che fra le mani mi capita anche il loro nuovo EP, 'Sessions Funeraires anno MMXXIII'. Registrato (credo) volutamente con un approccio casalingo, l'album consta di cinque nuove tracce più la cover dei Marduk, "Dark Endless". Come ovvio che sia, il quartetto transalpino continua a muoversi nel sotterraneo mondo estremo già dall'iniziale "Deuil Éclair". Come da protocollo, i nostri ci trascinano nel loro personale inferno fatto di sonorità black metal nude e crude, come più volte sottolineato dal sottoscritto nelle precedenti recensioni. Difficile quindi trovare grandi spunti innovativi nelle song qui contenute, se non un tentativo di coniugare in taluni frangenti il black al death (soprattutto a livello di un robustissimo rifferama), o di affidare ad interessanti porzioni melodiche lo svolgimento di un brano comunque complesso e controverso come può essere "Phalanges Assassines". Sghemba al punto giusto "Épique Spleen", spaventosa peraltro nel suo roboante incedere, che la rende, nella sua magniloquente potenza, anche sontuosamente claustrofobica. "Gorge Blanche/Surin Noir" entra assai lenta e inquietante, quello che stupisce è poi la porzione ritmata su cui poggia un brillante assolo (si, avete letto bene, un assolo, che peraltro tornerà anche nel finale) e i vocalizzi dannati dell'ex Svart Crown, Clément Flandrois (aka C.F), sia in forma urlata che più pulita. Ecco, se all'inizio parlavo di pochi spunti innovati nel sound degli Hyrgal, mi devo rimangiare le parole, visto quest'ultimo brano e l'esperimento ambient/noise della successiva "炎が秒を貪り食う場所 (Honō Ga Byō o Musabori Kuu Basho)", sottolineano una ritrovata vena di creatività dei nostri. Certo, se poi riproponi una cover dei Marduk, ecco forse una volontà di cambiamento non la leggo affatto e sulla scelta di includere questo brano, ci sarebbe forse un po' da discutere. Comunque, un discreto ritorno sulle scene, sebbene l'ultimo album fosse datato 2022 e quindi ritengo non fosse strettamente necessario dare un segno di vita. Eppure, qualcosa di interessante e potenzialmente rivoluzionario, lo si può anche ritrovare in questo 'Sessions Funeraires anno MMXXIII'. A voi l'arduo compito di recepirne il messaggio subliminale. (Francesco Scarci)

martedì 13 settembre 2022

Hyrgal - S/t

#PER CHI AMA: Black Old School
E sono tre i lavori da me recensiti degli Hyrgal: dopo ‘Serpentine’ nel 2018 e ‘Fin de Règne’ lo scorso anno, eccomi alle prese con il terzo capitolo della loro discografia, questa volta un album omonimo. La proposta del quartetto provenzale continua a mietere vittime in territori estremi, miscelando quanto prodotto nei primi due lavori, ossia un black nudo e crudo con divagazioni atmosferiche e sghembe, degne dei migliori Deathspell Omega. “Diablerie” tuttavia apre il disco con fare black old school, scuola Gorgoroth, e un riffing mid-tempo acuminato, oscuro e orrorifico che si affida comunque ad un barlume di melodia per costruire l’architettura complessa del brano in cui la voce di F.C prosegue (in compagnia di N.M) a terrorizzare con quel suo screaming paralizzante. Da sottolineare l’epico assolo a metà brano. Si prosegue con “Légende Noire”, un pezzo dalle ritmiche serrate, sinistre e distorte, con le vocals aberranti del frontman a farla da padrona. La bellezza del pezzo risiede nei suoi continui cambi di tempo e per la presenza di una splendida ed epica chitarra in sottofondo a guidare l’ascolto del brano tra sfuriate velenose e parti atmosferiche. “La Foudre Puis La Nuit” è il pezzo che forse più ho apprezzato durante un primo e più distratto ascolto del disco, forse perchè è quella che mi si è piantata nella testa e da li non si è più mossa. L’apertura è violentissima con chitarra e basso che frustano che è un piacere. Quando entra in scena la seconda chitarra è solo piacere per le mie orecchie e la divagazione della timbrica vocale, qui in territori più evocativi/pagani, vale veramente l’ascolto del pezzo, prima di un dronico ed inquietante break che ci accompagnerà per un tratto prima del diabolico e deturpante finale. Ancora mid-tempo per “Vermines”, ma l’impressione che si cela in queste note è quella della classica quiete prima della tempesta. Detto fatto. Il brano si scatena infatti in un terremotante assalto all’arma bianca, destinato a non fare prigionieri, sebbene mantenga una certa parvenza di linea melodica di fondo prima degli ultimi 60 secondi all’insegna di partiture ambient. “Serment de Sang” ha un approccio ancora una volta sbilenco nel suo lento e fluttuante incedere sonoro tra spettrali giri di chitarra, accelerazioni improvise e caustiche vocals. Si continua a martellare come fabbri anche con “Fureur Funeste”, altro brano davvero tagliente che trova la sua normale evoluzione in un epilogo più compassato in cui anche la voce del cantante diventa molto più comprensibile. Esperimento ben riuscito considerato che a chiudere il disco troviamo “Au Gouffre”, la giusta risposta su come conciliare black norvegese con quello francese per un’ottima e riuscitissima release estrema. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2022)
Voto: 75

https://ladlo.bandcamp.com/album/--3

domenica 3 gennaio 2021

Hyrgal - Fin de Règne

#PER CHI AMA: Black, Deathspell Omega
Prosegue la massiccia campagna invernale della Les Acteurs de l'Ombre Productions, questa volta con l'uscita del secondo album dei connazionali Hyrgal, misterioso trio di Bordeaux che abbraccia tra le sue fila membri di Svart Crown, Deveikuth e Artefact. Questo secondo 'Fin de Règne' è un altro abrasivo esempio di black funambolico che sembra crescere nelle lande francesi oramai come funghi infestanti. Sette efferate tracce che seguono a distanza di tre anni quel 'Serpentine' che segnò l'esordio per i nostri. Si parte però con una proposta che è piuttosto affine a quel disco di debutto, ossia un black tiratissimo con aperture melodiche ma anche rallentamenti improvvisi. Questo quanto ci raccontano infatti le prime due song di 'Fin de Règne', "Colère Noire" e "Malthusien", che in quasi dieci minuti ci mostrano pregi e difetti del qui presente album. E i difetti sono ascrivibili ad una linea brutale forse troppo intransigente con sfuriate che non dicono nulla di cosi originale. Molto meglio i pregi, più rari però, con break atmosferici ricercati, soprattutto nella seconda delle due tracce menzionate. "Ennemi(e)s" potrebbe evocare spettri di un black svedese, complice una bieca violenza quasi fine a se stessa che non mi fa certo gridare al miracolo. Ci aspettano infatti chitarre taglienti, urla al vetriolo e poco altro fino al tanto agognato momento di ristoro, in cui nuovamente la band sembra acquisire un altr'altra postura, più raffinata ed evocativa, con linee di chitarra fortunatamente più ricercate che mantengono intato il mio focus d'attenzione, altrimenti francamente, avrei bollato questo disco come flop colossale. Siamo sulla strada giusta, tuttavia ancora lontani da altre eccellenze dell'etichetta transalpina. Con "Sépulcre" forse le cose iniziano a migliorare più vistosamente con suoni al limite del funeral, recitati puliti in francese e sonorità da fine del mondo, ma è solo un passaggio interlocutorio visto che con il riffing heavy punk dai tratti dissonanti della successiva "Glyphe de Sang", sembra si abbia a che fare con un versione black dei Ved Buense Ende, in un brano che comunque mantiene intatto l'appuntamento con il solito break ragionato che ci permette di tirare il fiato in mezzo alla bufera. Bufera, che prosegue sulle note infernali di "Héritier Mort-né" un brano che strizza l'occhiolino ai Deathspell Omega cosi come il glaciale finale affidato alla ferocia di "Triste Sire", in cui si mettono in evidenza delle soluzioni chitarristiche più alternative e per questo più apprezzabili. Quello degli Hyrgal è un lavoro discreto che sicuramente necessita di molteplici ascolti, ma che non raggiunge vette di qualità come più volte mostrato dagli amici della LADLO Prods. C'è da lavorare un altro pochino sicuramente. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2020)
Voto: 66

https://ladlo.bandcamp.com/album/fin-de-r-gne

giovedì 12 luglio 2018

Hyrgal - Serpentine

#PER CHI AMA: Post Black, Gorgoroth, Windir
Ci hanno impiegato ben dieci anni gli Hyrgal a partorire il loro debut album. Formatisi nel 2007 per mano dell'ex Svart Crown, Clement Flandrois, il terzetto originario della Provenza arriva solo nel 2017 all'agognatissimo esordio sulla lunga distanza con questo 'Serpentine' (nel 2008 era infatti uscito uno split con i Kairn). Dapprima autoprodotti, poi supportati efficacemente dalla Les Acteurs de l'Ombre Productions, da sempre in prima linea per dare man forte alle band del proprio paese. La proposta del trio transalpino è suggestiva sin dai primi suoni di "I - L'Appel", un'intro bucolica affidata ad un trio d'archi che introduce a " II - Mouroir", dove un'epica chitarra di scuola Windir, guida una ritmica cascadiana in un incedere tanto coinvolgente quanto crescente in intensità ed emotività, almeno fino ad uno stop ambientale che a due terzi di brano, ne interrompe bruscamente le intemperanze ritmiche. A questo punto è solo quiete, di colui che si gode un magnifico panorama nel silenzio assoluto. Una brezza gli accarezza il viso prima di essere colpito da una tempesta di suoni da brividi, in un finale che sembra però improvvisamente troncato. "III - Till" è il terzo passaggio del cd, un'arrembante traccia post black, in cui la vetriolica voce del frontman, viene contrastata da un black mid-tempo che diventerà fluida melodia nella seconda metà del brano. Più brutale, almeno in apertura, "IV - Représailles", è un saliscendi emozionale enfatizzato dal tremolo picking della chitarra, da una voce qui decisamente più intellegibile e da un chorus quanto mai epico, che rendono la traccia un succoso concentrato di violenza e occulta devozione all'oscurità. Straordinaria song, anche se il meglio probabilmente deve ancora venire. Mancano infatti ancora a rapporto "V - Aux Diktats de l'Instinct", ove un'altra svalangata di riff taglienti ma melodici (i Gorgoroth hanno fatto scuola) ci investe con tutta la loro veemenza, e la conclusiva "VII - Etrusca Disciplina", anticipata da un breve interludio sciamanico. L'ultima traccia, che affronta il tema dell'arte divinatoria degli etruschi, suggella con la sua mistura di post metal, doom e post black, la prestazione davvero notevole di questi Hyrgal. Il dado è ormai tratto, mi aspetto solo che ora non dovremo aspettare altri dieci anni per sentir una nuova perla targata Hyrgal. (Francesco Scarci)

(LADLO Prod - 2018)
Voto: 80

https://ladlo.bandcamp.com/album/serpentine