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martedì 3 novembre 2020

Silvered - Six Hours

#PER CHI AMA: Death/Doom, My Dying Bride, primi Opeth
Approdati alla russa BadMoodMan Music dopo un silenzio durato ben nove anni, i pugliesi Silvered tornano con il loro secondo album, 'Six Hours'. Il disco, costituito da nove tracce, è fondamentalmente un tributo alla scena death doom melodica, che chiama in causa in modo randomico, Draconian, My Dying Bride e Paradise Lost. Queste almeno le prime impressioni dopo l'ascolto di "From a Letter of Sorrow" che segue l'atmosferica intro che apre il cd. Gli ingredienti sono quelli classici, ossia chitarrone spinte in profondità al pari del growling possente di Daniele Rini, con larghi spazi concessi a break strumentali, parti atmosferiche ed una serie di cambi di tempo che rendono l'ascolto decisamente più dinamico e meno noioso. "Ti Faccio Regina" strizza l'occhiolino a livello ritmico nella prima parte ai primi Opeth, tuttavia con esiti altalenanti, in quanto il disco fa fatica realmente a decollare. Non brilla infatti di luce propria e questo alla fine rischia di influire non poco sul mio esito finale. Ammetto di trovare la proposta dei Silvered più vincente quando rallentano la velocità e mettendo il pilota automatico, si propongono come nuovi portatori del verbo doom, proprio come accade nella seconda metà della suddetta traccia, decisamente più convincente. Se "Stigma Diaboli" ha tanto le sembianze di una prog ballad romantica, altrettanto verrebbe da dire per l'incipit della successiva "Violent Circles", con un cantato pulito in primo piano sorretto da una chitarra acustica. Ma il brano è lungo (dodici minuti); aspettatevi quindi di venire nuovamente investiti da un death doom melodico, cosi come pure dalla veste più prog doom oriented abbracciata dai nostri che mi evoca le cose più leggere degli Swallow the Sun (penso al disco 'Songs from the North I, II & III', in particolare al capitolo 'Beauty'). Qui sento addirittura, nelle parti più tirate, un che dei Novembre, il che apre ad ulteriori speculazioni, ossia ad uno spettro di influenze cosi vario che si palesano nel corso del disco, che rendono l'ascolto si più piacevole, ma anche che portano alla facile conclusione che 'Six Hours' sia forse un po' troppo derivativo. Per carità, l'album è suonato da dio, con dei pezzi veramente azzeccati. Interessanti ancora a tal proposito "Intempestae Noctis Silentio" e i due capitoli di "Swan Song", dove la band leccese sembra ancora omaggiare la band di Carmelo Orlando, ma con un esito qui più convincente (soprattutto a livello di linea melodica di chitarra) che mi fa ben sperare nel futuro, sperando sempre che non ci impieghino altri nove anni per produrre qualcosa di nuovo. Per ora, meglio togliersi di dosso un po' di ruggine e cercare una maggiore originalità nella proposta. (Francesco Scarci)

(BadMoodMan Music - 2020)
Voto: 70

https://silvered.bandcamp.com/album/six-hours