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martedì 3 novembre 2020

Command the Machyne - S/t

#PER CHI AMA: Power/Heavy, Iron Maiden
Dalle lande teutoniche arrivano i Command the Machyne, un gruppo heavy/power metal, con un sound che si rifà a gente come Iron Maiden ed Helloween, che ha debuttato quest’anno con l'omonimo album. E questa specie di mix tra Iron ed Helloween la si può notare durante quasi tutte le 11 ottime tracce del disco, con alcune che richiamano maggiormente la band di Bruce Dickinson e compagni, ad esempio "Prisoners of Time", "Kingdoms Prayer" e "River of Life", altre che evocano i power gods tedeschi ("Sarah’s Heart", "Reaper" e "The King"). Le mie tacce preferite rimangono però "Burn’em", che a mio avviso risulta essere la canzone più personale della compagine germanica, una song che contiene un assolo breve ma intenso, la già citata "Sarah’s Heart" con un ritornello molto helloweeniano ed una parte di tastiera/voce a dir poco meravigliosa e infine "Prisoners of Time", la quale presenta ben due assoli i quali, soprattutto il secondo, non possono non rendere di buon umore. Sottolineerei ancora "Prisoner of Time", il cui riff di chitarra si ispira totalmente a quello di tastiera di "Moonchild" e sembra essere uscita da 'Dance of Death' dei Maiden ed infine "River of Life", un brano che sembra essere fatto dagli stessi Iron per quanto sia simile alle loro canzoni e che presenta dapprima un assolo di tastiera che sembra provenire direttamente da un horror e ci preparara a quanto verrà dopo, ossia un assolo di chitarra fulminante, potente e melodico allo stesso tempo. Chiude "Shadows" un brano che mette da parte il power/heavy dei pezzi precedenti e strizza l'occhiolino alle classiche ballate dei Dream Theater. I Command the Machyne con questo debutto si dimostrano un gruppo di ottima qualità, che sa a tratti essere originale e contemporaneamente rimanda alle sonorità di gruppi storici. Sicuramente l’elemento più interessante di quest’album sono gli assoli di chitarra di Machyne ed Ulrich che, fra chi più potente, melodico, infiammante, sono in grado di entusiasmare al massimo e, talvolta, anche di commuovere. L’altro elemento di spicco del disco è l'eccellente voce di Florian Reimann, in grado di emozionare per quel suo lato più dolce ma anche di graffiare, con una vena più pomposa ed incalzante; i fan degli Iron ci sentiranno addirittura il cantato del buon Bruce in alcuni frangenti. Per un gruppo del genere non c’era altro modo per rompere il ghiaccio pertanto, se vi piacciono le loro influenze, compratevi il cd per supportare una band che secondo me merita, ma che potrebbe crescere ulteriormente se dienisse ancor più personale. E chissà se fra qualche anno li potremmo vedere esibirsi a livello internazionale! Per ora non ci resta che attendere e vedere come evolverà il sound di questi Command the Machyne. (MetalJ)