#PER CHI AMA: Black Ambient, Burzum |
Li abbiamo scoperti un paio di mesi fa
con il loro primo album “Afterimage of Autumn”; li ritroviamo oggi con un EP di
2 pezzi, che in realtà non è altro che una re-release uscita nel gennaio 2012,
del bonus cd della versione limitata del primo lavoro. Eccoli i cinesi Zuriaake
e il loro black di chiara matrice “burzumiana”. Apre la title track, che con i
suoi sette minuti torna a riportare in auge i suoni lenti, soffocanti e al
contempo gelidi di “Hvys Lyset Tar Oss” del buon vecchio Varg Vikernes. Gli
stilemi del genere sono sempre gli stessi: chitarre graffianti, zanzarose e poi
le classiche keyboards che rimbombano minacciose nel sound mortifero del
terzetto di Ji'nan. Mistici senza dubbio, ma alla fine un po’ troppo uguali
all’originale. “Valley of Loneness” ha invece una presa alquanto differente:
pur mantenendo la struttura del black ambient norvegese, presenta una chitarra
un po’ più robusta, suoni meno compassati, una maggiore verve in chiave sia
strumentale che musicale. Parliamoci chiaro, niente di trascendentale; queste 2
tracce integrano semplicemente le altre song del precedente lavoro. Ora mi
attendo decisamente qualcosa di più concreto e in grado di mostrare una certa
maturazione da parte del trio cinese. (Francesco Scarci)
(Pest Productions)
Voto: 60
La band in questione arriva dalla Cina
e precisamente da Ji'nan, Shandong province ed è attiva dal 1998. L'album di
casa Pest Production è l'ultima delle loro fatiche che consiste in due cd e
questo EP composto da due lunghi brani (il cd è datato 2012 anche se i brani
sono stati registrati e mixati nell 2007 al tempo del secondo full lenght
“Afterimage of Autumn") molto suggestivi ed evocativi di “black metal”
caratterizzato da atmosfere cupe e molto melodiche giocate sulla falsa riga del
più radicale “black svedese” ma arricchite sullo sfondo di sonorità vicine alla
musica folklorica cinese. Attenzione però, non pensiate alla solita cozzaglia
di brani metal e folk equamente divisi a metà con ponte floscio folk e
cavalcata, niente di tutto ciò, qui troverete due brani violentissimi e dalle
atmosfere profondamente “nordiche” virate da un retro gusto geniale e ben
calibrato tutto dagli occhi a mandorla. Il primo brano dal titolo tradotto in
inglese dal cinese in “Winter Mirage”, parte con una cadenza lenta e ferale per
poi aprirsi immediatamente a sferzanti “screaming” molto ad effetto (gli
screaming sono strepitosi!), l'incedere è lento e glaciale e la voce veramente
bella e diabolica scivola lentamente in un baratro senza fine sorretta da
accenni di tastiera che stendono un tappeto tanto “nero” e astratto quanto
sulfureo. In realtà è l'effetto globale del brano che stupisce per forza
d'espressione e quel clima estraneo e rarefatto, tipico delle lande cinesi è
straordinario. La forza evocativa/meditativa del secondo brano intitolato
“Valley of Loneness” è una pioggia di emozioni soprattutto e insisto, nelle
tastiere e negli effetti d'ambiente, che portano l'ascoltatore ad entrare in un
tristissimo oscuro giardino orientale. L'effetto che si prova è quello di
ascoltare le bordate taglienti di Carpathian Forest e Dark Funeral unite alle
atmosfere di Alcest ma con più oscura e orientale freddezza senza inutili
romanticismi. Potremmo infine avanzare l'ipotesi che se i Zuriaake non fossero
cinesi ma francesi, qualche band transalpina dell'ultima ora non dormirebbe
sogni tranquilli. Consigliatissimi! (Bob Stoner)
(Pest Productions)
Voto:75