#PER CHI AMA: Black Doom, Shining |
Ecco che a cadenza quasi annuale, mi ritrovo fra le mani il nuovo lavoro della one man band ucraina Raventale che, guidata dal suo leader Astaroth, continua quel percorso all’insegna del black doom atmosferico, iniziato nel 2006 con “На Хрустальных Качелях” e passato attraverso le recensioni del Pozzo, degli album “Mortal Aspiration” e “After”. Eccomi quindi qui a recensire il quinto album dell’act di Kiev, che conferma quanto di buono fatto fin’ora e anzi ci sembra ormai pronto a fare il grande salto per una etichetta un po’ più “commerciale” della russa BadMoonMan Music. L’album si apre con “Anything is Void”, che ci dà immediatamente prova della bontà della nuova proposta dei Raventale. Non tradendo comunque il proprio passato, Astaroth ci consegna un sound che viaggia costantemente sulla linea a cavallo tra un black atmosferico, con quella tipica vena doom che si arricchisce di qualche sprazzo avantgarde/progressive. Quello che ne viene fuori sono otto tracce, abbastanza lineari, dirette, ma sempre permeate di quel feeling malinconico autunnale, che da sempre contraddistingue la musica del combo ucraino. “Twilight… the Vernal Dusk” mostra il lato più oscuro di Astaroth Merc, influenzato dal periodo di mezzo degli Shining, ma che al suo interno apre anche a quelle sonorità progressive appena citate, grazie ad un lavoro di chitarre assai entusiasmante, sorretto egregiamente dal supporto atmosferico delle tastiere. Il disco, facendo tesoro degli errori del passato, scivola via più facilmente rispetto al suo predecessore, forse vuoi per la durata mai eccessiva dei brani o anche per un’accresciuta semplicità nelle linee di chitarra. È sempre tuttavia piacevole ascoltare quelle tipiche sfuriate black, come nella terza “These Days of Sorrow”, che ancora una volta richiama le epiche cavalcate del buon vecchio Burzum, grazie a quel suo riffing ridondante e stracolmo del tipico feeling glaciale nordico. A differenza di “After”, sembra mancare la componente tipicamente desolante/angosciante del genere ed avere invece più spazio una parte più ariosa, che sembra rifarsi in questo caso a sonorità più prettamente finlandesi (penso agli ultimi Insomnium, ma anche al prog degli ormai defunti Decoryah, che si fondono insieme). Certo non siamo di fronte a qualcosa di unico ed estremamente originale, ma come detto più volte, quel che conta sono le emozioni che la musica dei Raventale è in grado di sprigionare e come sempre devo ammettere di trovarmi di fronte a qualcosa che realmente riesce nel suo intento, ossia scuotere la percezione dei miei sensi. Ben poco spazio è lasciato al cantato di Astaroth, che continua comunque a dimostrarsi eccellente nella sua prova vocale, con una timbrica a cavallo tra screaming/growling che non va mai fuori dal seminato. Ultima segnalazione relativa alle liriche che includono nei suoi testi, parti della poesia di Alexander Blok, uno tra i più grandi poeti russi insieme a Puskin. Ancora una volta Astaroth non tradisce le mie attese, pertanto sarà in grado di soddisfare anche le vostre. Consigliato! (Francesco Scarci)
(BadMoonMan Music)
Voto: 75
Voto: 75