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giovedì 27 ottobre 2016

Trust Your Heart - Not by the Sword But by the Cross

#PER CHI AMA: Dark/Christian Black Metal, Sine Macula
Erano i primi anni '90 quando sentii parlare per la prima volta di Christian death metal, in particolare di una band australiana, i Mortification, che inneggiavano alla cristianità e alla lotta al maligno. Da li in poi il fenomeno del metal cristiano (o anche white metal), ha visto qualche paladino elevarsi più di altri, e penso ad esempio ai Saviour Machine. Quest'oggi mi trovo fra le mani una one-man-band italiana dedita al medesimo genere, più che altro a livello di contenuti lirici. Si tratta dei Trust Your Heart, band capitanata da Cesare Sannino, mente per un decennio fra gli altri, degli Anima Capronii. 'Not by the Sword But by the Cross' è il sesto album nel giro di poco più di un anno per l'atipico mastermind italico. E ahimè, credo fosse meglio concentrarsi maggiormente sull'uscita di un singolo lavoro piuttosto che rilasciarne addirittura sei, quasi un record. Questo perché l'album, rilasciato in formato cd-r, suona terribile già a livello di produzione, proponendo poi un (un)black metal contaminato da litanici sermoni cristiani. Alla pessima registrazione si aggiunge poi l'orribile suono della drum machine, che dal primo tocco nella opening track, fino alla conclusione del cd, non cela le lacune tecniche del musicista di Sondrio. Il suggerimento in primis che mi sento di dare è quindi di assoldare un batterista in carne ed ossa e dare un'anima più viva al progetto, ne beneficerebbe fin da subito la musica, in cui peraltro il buon Cesare prova ad inserire qualche richiamo folk o addirittura rievocare il sound dei Sine Macula, band electro-dark-metal, che trovò un po' di visibilità all'inizio del 2001. Il disco alla fine contiene sei brani, in cui il musicista lombardo imbastisce dei semplici riff di chitarra, certamente non memorabili, su cui poi alterna uno screaming arcigno poco convincente e un cantato pulito scadente e in cui le parti più acute, risultano davvero stonate. I tentativi da parte di Cesare nel rendere vivace il proprio sound ci sono tutti, ad esempio l'utilizzo di caterve di synth elementari e atmosfere che verosimilmente potevano andare bene 30 anni fa; penso alla conclusiva "Victory Belongs to Jesus Christ" con i suoi richiami dark alla The Cure. Oggi, con tutta la tecnologia che si ha a disposizione, non è plausibile avere come risultato un lavoro di questo tipo. Bisogna fermarsi a riflettere quali siano i reali obiettivi nel rilasciare un lavoro come questo, se quello di catturare l'attenzione dei metalheads (fallito), se destare scandalo tra le 'zine (centrato in pieno) o semplicemente per divertirsi a far musica pur tenendo in considerazione gli scarsi risultati. Chiuderei pertanto la mia recensione con un celebre aforisma di Oscar Wilde, "Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”, che forse alla fine è il reale scopo dei Trust Your Heart. (Francesco Scarci)