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mercoledì 5 ottobre 2016

Mountain - Evolve

#PER CHI AMA: Post/Math Rock, Russian Circle
Si fa oggettivamente sempre più fatica a parlare di un disco post rock, lo scrive anche il mio collega nella recensione dei Compass & Knife, "difficile scrivere qualcosa di nuovo che già non sia stato detto". È vero, bisogna solo sperare che la band sotto la lente d'ingrandimento, regali nuovi spunti su cui costruire le fondamenta di una recensione accattivante che ne induca l'acquisto. Direi che gli austriaci Mountain, con il loro primo album 'Evolve', accorrono in mio aiuto, offrendo una release non proprio cosi scontata in termini contenutistici (anche in quelli estetici della cover cd e del booklet, a cura di Andi Rensen Aguion, in arte StillaKid). Sicuramente stiamo parlando di sonorità post rock, avvolte qui da un'aurea plumbea e solenne, che si dilettano nella lunga opening track, "Hawking", a dipingere atmosfere ariose, quasi d'alta montagna, contrapposte a traccianti di basso pulsante che rendono il tutto più fosco, come se la nebbia andasse ad avvolgere quelle montagne che stavamo poc'anzi immaginando, rendendo la temperatura decisamente più bassa e più difficile acclimatarsi al sound ostico dei nostri. Il tutto in un'alternanza ritmica che punteggia l'intero album: passando infatti alla seconda "Stugor", si resta inebetiti dinanzi all'incedere onirico delle chitarre, a tratti addirittura eteree, prima che il riffing del quintetto di Villach, si snoccioli in un qualcosa di più aggressivo, che per intensità sembra richiamare i Russian Circle. "Verminest" (chissà se il riferimento va all'arcade game in bianco e nero uscito qualche anno addietro) fa ancora dell'alternanza tra frangenti ambient e scariche elettriche, la caratteristica vincente del combo austriaco. Sicuramente starete pensando che non sto descrivendo nulla di cosi originale per cui valga la pena dare una chance a questo disco, invece devo dissentire, perché proprio con "Deeds, Grammar and What You Make of It", la band sembra percorrere strane alternative che puntano dritte al math rock. Il riffing si fa ancor più pesante e claustrofobico nella parte iniziale di "Ahram", dove accanto a quei chitarroni nefasti in stile Isis, si collocano anche synth carichi di groove che rendono la proposta dei Mountain più facile da digerire. Però i cambi di tempo contribuiscono ad una certa varietà della song, che nei suoi quasi nove minuti alterna umori, atmosfere ed emozioni, come se stessimo facendo un viaggio in treno, e guardando dal finestrino, si avvicendino diversi paesaggi, dal più esotico, al più desolato e gelido. Qualche campionamento vocale (estratto da "The Cure of Troy", un riadattamento di 'Filottete' di Sofocle, qui scritto e letto da Seamus Heaney; e da "Alone" di Edgar Allan Poe, letto da Tom O’Bedlam) ed è il turno di "Savage Landor", delicata song, dal flavour tipicamente post rock che ci accompagnerà fino alla fine insieme a "Mondo Kane" (un chiaro riferimento al film documentario del '62?). Insomma, 'Evolve' è un disco intelligente e acculturato, che merita soltanto il superamento della vostra titubanza iniziale per dargli un approfondito ascolto. (Francesco Scarci)

(Shunu Records - 2016)
Voto: 75

https://mountainband.bandcamp.com/album/evolve