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domenica 10 luglio 2022

The Dark Overlords - Darkpocalypse

#PER CHI AMA: Black/Death, Dissection
Secondo EP in casa dei danesi The Dark Overlords, dopo quello uscito lo scorso anno e intitolato 'I Am the Dark Overlords'. Il nuovo 'Darkpocalypse' include cinque nuove tracce che si aprono con la title track che funge come sorta di intro strumentale di questo lavoro, anche se intro di fatto non è, fatto salvo per una durata piuttosto esigua (un minuto e 20), in cui i nostri iniziano ad esibire i muscoli. Muscoli che si palesano sotto forma di rasoiate di chitarra nella successiva "Ritus Dæmonius", un pezzo che renderà felici gli amanti di sonorità alla Dissection. Si perchè, quanto proposto dai tre enigmatici musicisti danesi, è un concentrato di melo black che richiama i vecchi classici svedesi di anni '90. Interessante come il trio ci investa con tutta la sua furia carica di melodia e pregna di epicità che non può non evocare Jon Nödtveidt e compagni, fatto salvo in porzioni più tecniche e death oriented, come quanto si ascolta in "Sacrificial Chamber", pezzo decisamente più compatto, diretto nei denti, sebbene quel break atmosferico a metà brano, da cui i nostri tre Dark Overlord ripartono con una ritmica selvaggiamente black, a cui farà poi seguito una parte solistica più classica. E probabilmente in questo continuo capovolgimento di fronti, contrappuntato anche nella successiva "Soul Taker" da un'alternanza black/death (e da sagaci assoli heavy), che risiede il punto di forza dei The Dark Overlords, che hanno ancora modo di scatenare la propria offensiva nella conclusiva "The Ladder of Your Demise", il pezzo più lungo del lotto (quasi sette minuti), quello anche in grado di coniugare in modo più brillante le qualità di questa band fino al finale acustico del pezzo. Insomma i The Dark Overlords sono una di quelle band da tenere presente a futura memoria. (Francesco Scarci)

domenica 26 settembre 2021

Lotan - Angelus Pestis

#PER CHI AMA: Death/Black
La Danimarca si sta confermando terra rigogliosa negli ultimi tempi: la band di oggi nasce infatti in quella terra e verosimilmente come side project dei Vanir. Dalla costola di quest'ultimi, ecco arrivare Philip, Martin e Jon con i loro Lotan (il leviatano), a proporre un death/black tirato, dotato di interessanti linee melodiche che chiamano in causa tanto il suono mediterraneo dei Rotting Christ, quanto influenze metalliche di scuola scandinava. 'Angelus Pestis' è un dinamitardo contenitore di musica estrema, di quella martellante come i Rotting Christ sanno proporre e che è testimoniato dalle due tracce in apertura, "Interitus" e la feroce "Invita Lucifer", una song quest'ultima in grado di mettere un assolo di pianoforte tra parentesi di due arrembanti parti di chitarra, in un esperimento quanto meno originale. Poi per carità, non siamo di fronte agli inventori dell'acqua calda, ma a dei buoni mestieranti, musicisti abili con i loro strumenti tra le mani. E la deflagrante "B43-Moab" conferma le doti devastanti del combo danese con le ritmiche che si rincorrono vertiginosamente e furiosamente tra loro, in una proposta musicale che ha un che degli inglesi Akercocke. Strizza l'occhiolino ai Satyricon invece un brano come "In the Shadow of a Falling Star" con quelle sue zanzarose linee di chitarra e lo screaming vocale. Un po' piattino forse il risultato finale, soprattutto perchè un po' più diverso dai pezzi sin qui ascoltati. In chiusura, "Lion and Snakes" che invece mette in mostra un po' del black pagano dei Primordial (anche a livello vocale con ispirate clean vocals) in quello che forse è il pezzo meglio riuscito di questa release. (Francesco Scarci)

(Uprising! Records - 2021)
Voto: 69

https://www.facebook.com/lotanband/