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domenica 8 dicembre 2013

Nihilosaur - Death is the Border that Evil Cannot Cross

#PER CHI AMA: Psych Sludge
I polacchi Nihilosaur al loro terzo album licenziato via Demons of Entertainment Records, centrano solo in parte l'obiettivo di dare vita ad un capolavoro. Quest'album dal lungo titolo è un esempio di magistrale e modernissimo metal estremo dalle mille sfaccettature, dove sludge, death, black, noise, heavy e psichedelia pesante si fondono in un tempio di suoni catturati divinamente in un calderone metallico da far invidia a band assai più famose. La registrazione è ottima per quanto concerne la musica e la grafica strizza l'occhio al trend più modernista, con un digital art futurista molto attraente. L'impatto è potentissimo di memoria Godsmack, anche se poi i nostri ricordano gli Agrypnie, i Gojira per la vena più industriale e cupa, gli In Vain per maestosità e i Deathspell Omega per stratificazione del suono. I Nihilosaur si riveleranno godibilissimi, accessibilissimi pur restando senza compromessi commerciali, insomma una vera chicca. Questa chicca però ha un lato negativo che compromette l'intero lavoro e il suo risultato, la voce. Una voce che sarebbe anche bella e con buone qualità, maligna e aggressiva, dotata... ma inspiegabilmente viene sovente messa a dir poco in secondo piano. Lasciata in disparte (stranamente le voci campionate e robotiche sono al giusto volume!) come se non servisse, così, quando allunghiamo le orecchie cercandola in mezzo al bel magma sonoro, si denota che le canzoni sarebbero magnifiche e che tutto sarebbe perfetto con questa collocata al posto giusto. Ma ciò non avviene e per assurdo ci si deve accontentare di qualche barlume di luce vocale che non ci appaga affatto. Rammaricati per l'obiettivo mancato e consci che questa band dal primo lavoro ad ora ha fatto progressi notevoli, ci ritiriamo in una mancata felicità. Noi volevamo solo udire al meglio il narratore di queste storie che parlano della morte, di quella linea che il male non può superare, ma invece non ne siamo stati in grado. Album splendido maltrattato nella voce. (Bob Stoner)

(Demons of Entertainment Records - 2013)
Voto: 65

https://www.facebook.com/nihilosaur

domenica 3 ottobre 2010

Nihilosaur - The End is Within Sight


Un bel pugno, un martellamento bellico di chitarre. Non ho una grande passione per gli album troppo lineari. Ascolto con maggiore interesse lavori che diano spunti diversi, eclettici. Tuttavia in certi casi, questa coerenza può essere stimolante. Polonia, da qui arrivano i Nihilosaur. La band si è formata nel 2005 (da ex membri di The Analogs, Felicite Pueros, Wise Squit, Dzieci, Baby Blue Eyes) ed ecco i membri: alla voce Pawel ‘Mazak’ Mazur, alla chitarra Wojtek Nadolny, al basso Artur Ciechorski ed alla batteria Ziemek Pawluk. Nel 2006 esce il loro primo demo, seguito nel 2007 da questo “The End Is Within Sight”, che solamente ora finisce tra le mie mani. Ma tranquilli, non aspettatevi nulla di strabiliante. Non troverete né novità, né fusione di generi e stili, tanto meno alchimie sonore. Ascolterete piuttosto chitarre spianate, riff potenti ripetuti allo sfinimento, batterie rutilanti ed un cantato growl ridotto ai minimi termini. Un disco cocente, ma non originale. Punto di forza è senza dubbio la potenza perpetrante delle chitarre ed il pregevole livello tecnico nelle esecuzioni. I Nihilosaur mi hanno circondato di un mare di accordi potenti e reiterati, accordi scarni, condotti dalla chitarra e dal basso spaventosamente metal mentre il lavoro dietro alle pelli di Ziemek si perde, in questo mare. La voce del singer non varia quasi mai con la sezione canora davvero ridotta al lumicino. Ed è un bene sia così, poiché le doti canore di Mazak non sembrano poi cosi eccelse. Potenza come non ne sentivo da un po’. Concludendo tra up e down, nonostante la mancata originalità, la lunghezza talvolta noiosa di alcune canzoni, la possibile pigrizia compositiva, va detto che il cd è registrato bene e se ne consiglia l’ascolto a chi è saturo di generi meticci ed è invece alla ricerca invece di un muro armato di metal. (Alberto Merlotti)

(Self)
voto: 65