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domenica 3 novembre 2019

Lambs - Malice

#PER CHI AMA: Crust/Post-Hardcore
Che fine hanno fatto i Lambs che ho recensito ormai tre anni fa su queste stesse pagine, in occasione dell'uscita del loro EP 'Betrayed From Birth'? Quella era una band di corrosivo post-hardcore/post-black, mentre i Lambs di oggi, sembrano piuttosto una realtà apparentemente più riflessiva, immersa in un contesto più vicino al post-metal. Questo è almeno quanto si evince dalla song posta in apertura di 'Malice', dall'eloquente titolo "Debug" (song che vanta peraltro la partecipazione di Paolo Ranieri degli Ottone Pesante e il musicista genovese Fabio Cuomo). Che si tratti quindi di una correzione del tiro da parte della compagine cesenate o che altro? Lungi da me trarre conclusioni cosi frettolosamente, visto che il finale della stessa si lancia verso un primigenio caos sonoro che richiama quello stesso corrosivo suono crust che avevo evidenziato in occasione del precedente dischetto, proseguendo addirittura con un sound ancor più aspro nella successiva "Arpia". La traccia si apre con ritmiche sghembe che strizzano nuovamente l'occhiolino alle band black della scena transalpina, per poi infilarsi in mefitici e fangosi meandri sludge (dove i nostri sembrano trovarsi più a proprio agio) e lanciarsi infine, come un treno fuori controllo, in un'ultima cavalcata dalle tinte oscure, non propriamente nere. È quindi il turno di "Ruins" e qui il ritmo va più a rilento, almeno fino al minuto 4 e 37, quando una grandinata improvvisa si abbatte sulle nostre teste. In "Perfidia", una song lenta e magnetica, i nostri si affidano all'italiano per il cantato e il risultato, devo ammettere, si rivela ben più efficace di quello in inglese. Certo, la song è assai particolare, muovendosi tra crust punk, math, uno sfiancante sludge e schizofrenia pura, risultando alla fine la mia song preferita. C'è ancora tempo per l'ultima sassaiola, quella affidata a "Misfortune", un brano che tuttavia parte piano con un timido esempio di post-rock in stile *Shels, con la tromba di Paolo Ranieri in sottofondo. Come anticipato però, di sassaiola si tratta e non c'è niente da fare, non la si può scampare quando esplode nella sua furia distruttiva. I Lambs cercano di attutirne i colpi, rallentando pericolosamente l'incedere intimidatorio del pezzo. Il giochino riesce alla grande ma alla fine provoca un giramento di testa non da poco, che mi sa tanto che mi accompagnerà per parecchio tempo. (Francesco Scarci)

(Argonauta Records - 2019)
Voto: 72

https://lambsit.bandcamp.com/album/malice

sabato 6 febbraio 2016

Lambs - Betrayed From Birth

#PER CHI AMA: Sludge/Post Black, Converge
Una manciata di minuti (13 per l'esattezza) bastano ai romagnoli Lambs, uno degli ultimi acquisti in casa Drown Within Records, per dimostrare di che pasta sono fatti. Tre pezzi, "Fear is Your Key", "You Will Follow Me Down" e "And Your Time Will Be Collapsed", per mostrare la bontà di una proposta che racchiude in sè un suono che combina il post hardcore moderno, quello decadente e malinconico, con le oscure tenebre del post black alla Altar of Plagues. Il cd irrompe con un riffing che sembra quasi di "katatonica" memoria (era 'Brave Murder Day'), che lascia subito spazio ad un approccio più votato a psichedelia e crust punk, contrappuntato da ritmiche serrate che sconfinano nel post black e a sperimentalismi di natura francese (Blut Aus Nord e Deathspell Omega), con uno screaming efferato a condire il tutto. Non mancheranno anche vertiginosi rallentamenti al limite del doom a rendere il contesto ancor più accattivante. La seconda traccia ha un mood punkeggiante, lanciandoci a razzo con una bella cavalcata selvaggia, interrotta da un muro su cui forte è il rischio di sfracellarsi. Rallentamenti in stile Converge infatti, sono in grado di garantire alla song un interessante effetto onda, tra frustate hardcore e melmose decelerazioni sludge. Il ritmo infernale viene mantenuto anche nel terzo brano, in cui l'andatura si fa ancor più schizofrenica e in cui probabilmente, la band palesa anche la maggior maturità compositiva, e una certa abilità nel muoversi sia in territori tirati che in quelli più ragionati, cervellotici e anche intimistici, in cui la componente melodica si fa maggiormente apprezzare. 'Betrayed From Birth" è di sicuro un buon biglietto da visita, ora mi piacerebbe gustarmi un prodotto più organico e strutturato che segua questo trend. (Francesco Scarci)