Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Jours Pâles. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Jours Pâles. Mostra tutti i post

domenica 26 maggio 2024

Jours Pâles - Dissolution

#PER CHI AMA: Dark/Black/Gothic
Terzo album per i francesi Jours Pâle e terza recensione da parte del sottoscritto per i nostri. Il duo, che originariamente era un trio che inglobava membri provenienti da Stati Uniti e Svezia, ha profondamente cambiato la propria line-up con l'uscita di scena dei due "stranieri" e con l'ingresso di Stéphane alla chitarra, lasciando al buon Spellbound la gestione di tutto il resto (anche se c'è da segnalare la presenza di due turnisti). La band, transalpina fino al midollo, si può dedicare ora con questo 'Dissolution' a quella che in realtà sembra essere la normale prosecuzione dei due precedenti lavori, continuando cosi a proporre un black melodico multisfaccettato, pregno di significati lirici e musicali, che mantiene tuttavia quella complessità tecnico compositivita che avevamo potuto apprezzare in precedenza. Nove le tracce per cercare di convincerci, per la terza volta, della bontà della proposta dei due musicisti di Auvergne, con l'incipit affidato a "Taciturne", un pezzo che in realtà di black metal ha ben poco, se non qualche accelerata post. Voci pulite (un filo teatrali e costantemente proposte in lingua madre), chitarre pulite, un sound che si muove tra gothic, dark, post punk e una buona dose di malinconica intrisa in realtà in tutto il lavoro, caratterizzano infatti il brano. E cosi il pezzo si lascia ascoltare piacevolmente, in un'altalenante danza tra partiture heavy metal e roboanti accelerate post-black, che poco si discosta dalle mie parole precedentemente scritte per 'Tensions'. Più cupa la successiva "La Reine de Mes Peines (Des Wagons de Détresses)", dove si palesano anche vocals più estreme e disperate, mentre il suono delle chitarre si schiude attraverso uno stridore insano, accompagnato però da eleganti tocchi di pianoforte, e dove la tensione delle ritmiche viene stemperata da un delicato break atmosferico e da uno splendido assolo che chiosa un bombastico finale rutilante. Mi piace e devo ammettere che al primo ascolto, avevo fatto parecchia fatica a digerirli, complice probabilmente la mancanza di quell'invisibile filo musicale che possa in un qualche modo legare tutti i brani. Brani che in realtà sono si legati da molteplici aspetti, ma che ai primi ascolti non sono cosi facili da individuare. E cosi, ascolto dopo ascolto (si, ne servono davvero parecchi), ecco che il disco prende quota e cresce nella sua logica perversa, cosi anche in emotività, robustezza (ascoltare la selvaggia "Noire Impériale" per credere, con l'ospitata alla voce di Torve degli Ascète), credibilità (non che non ne avessero nei precedenti lavori, sia chiaro), creatività (stravagante la proposta inclusa in "Les Lueurs d'Autoroutes", con la presenza anche di una voce femminile, che ritornerà anche nella title track). 'Dissolution' vola via tra cavalcate post-black, inserite in un contesto gotico, ma con dei magnifici assoli (ad opera del buon Stéphane), che elevano la qualità del disco. Tra gli altri brani che ho apprezzato sottolineerei poi la sferzante componente estrema di "Réseaux Venins", spezzata da una straziante componente vocale che mi ha evocato, per certi versi, "Ifene" dei nostrani Deadly Carnage. Altra segnalazione la merita "Limérence" e la sua poetica musicale estremamente nostalgica, mentre se dovessi utilizzare la classica matita rossa, lo farei con la conclusiva "Terminal Nocturne", un brano che non ho amato particolarmente per il suono iniziale delle sei corde e per un finale forse interrotto prematuramente, ma che comunque non penalizza il mio giudizio finale nei confronti dei Jours Pâles. Alla fine infatti, "Dissolution" si dimostra come un lavoro maturo, che merita ancora una volta, tutta la vostra attenzione nei confronti di questa ottima band francese. Bravi! (Francesco Scarci)

(Ladlo Productions - 2024)
Voto: 78

https://ladlo.bandcamp.com/album/dissolution

venerdì 17 febbraio 2023

Jours Pâles - Tensions

#PER CHI AMA: Depressive Black
Avevo recensito il primo album dei Jours Pâles, trio transalpino, i cui membri arrivano da realtà similari quali Asphodèle e Aorlhac. 'Tensions' è il loro secondo lavoro edito dalla lunga mano della Les Acteur de l’Ombre Productions e ingloba nove nuovi pezzi all’insegna di sonorità estremamente orecchiabili (basti ascoltare la super ruffiana "Jour de Pluie, Jour de Fête" in apertura, per avere una vaga idea della proposta dei nostril qualora non li conosceste). Melodie frizzanti, voci pulite e qualche growling vocals sparata qua e là (con testi rigorosamente in francese, come accadde anche in 'Éclosion'), qualche intermezzo atmosferico affidato a porzioni arpeggiate di chitarra e il gioco è fatto. I Jours Pâles sono pronti a prendere il volo anche se probabilmente non saranno i fan più estremisti dell’etichetta transalpina quelli che si avvicineranno ai nostri, visto l’interesse per realtà più death/black oriented. Con la successiva "Saint-Flour Nostalgie", l’aura sembra farsi più malinconica, e accanto a questa tendenza depressive, il terzetto accosta anche qualche breve sfuriata black che rinforza quanto di buono avevo avuto modo di ascoltare in passato. E la schizophrenia black si palesa anche nelle note iniziali della terza "Ecumante de Rage" che oltre a dar sfoggio di estremismi sperimentali, quasi di scuola Pensees Nocturnes, si dipana in splendidi giri di chitarra e sonorità che potrebbero evocare l’eleganza blackgaze degli Alcest nei giri forbiti di pianoforte, ma è comunque la struttura globale del brano, cosi asservita a continui cambi di tempo, tra rallentamenti ed epiche galoppate, che la renderanno alla fine anche il mio pezzo preferito. Forse perchè nel corso dell’ascolto troveremo qualche altro brano davvero interessante: dalla tumultuosa title track a "Saturnienne Lassitude", che fa l’occhiolino ai Les Discrets nel suo portamento cosi drammatico e decadente, ipnotico e quasi avanguardistico, ma dal finale di scuola tipicamente classic metal. Non ci si annoia di certo durante l’ascolto di 'Tensions', soprattutto quando tempeste ritmiche si affiancano a delicati break strumentali ("Hâve") o se a fare la sua comparsa è una qualche guest star come accade in "Ode à La Vie (Chanson Pour Aldérica)", dove incontriamo le sinuose vocals di Natalie Koskinen dei mitici Shape Of Despair in un pezzo dai tratti soffusi che avrà modo di evocare un che dei nostrani Novembre lungo la sua traiettoria sonora. Ultima menzione per il post punk di "Dose(s)" e delle spettrali melodie della lunga e conclusiva "Les Feuilles Tombent". Diavolo, stavo poi per dimenticarmi dello splendido artwork di copertina, a cura del buon Niklas Sundin dei Dark Tranquillity che testimonia come 'Tensions' sia un lavoro ispirato che sottolinea le ottime qualità dei Jours Pâles, e soprattutto di una dose di personalità da vendere. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2022)
Voto: 78

https://ladlo.bandcamp.com/album/tensions

sabato 6 marzo 2021

Jours Pâles - Éclosion

#PER CHI AMA: Heavy/Black
Formatisi solo nel 2020, i Jours Pâles non sono certo degli sprovveduti, includendo tra le proprie fila membri o ex di Gloson, Uada, Aorlhac, Shining e Asphodèle. E proprio dal mastermind di quest'ultimi, Spellbound e da un disco fatalità intitolato proprio 'Jours Pâles', nasce la band di oggi. Nonostante la compagine comprenda musicisti svedesi, statunitensi e francesi poi, come ormai da protocollo Les Acteur de l'Ombre Productions, la scelta per il cantato è ricaduta sulla lingua francese. Per il resto la formazione è davvero parecchio recente ed 'Éclosion' rappresenta il loro debutto assoluto. Nove brani per 50 minuti di musica davvero convincente che si allontana almeno inizialmente dai soliti clichè di devastazione post-black dell'etichetta transalpina per offrire un sound più educato, che irrompe con le malinconiche melodie di "Illunés". Dicevo educato perchè il cantato è pulito almeno per la maggior parte del tempo, le ritmiche lineari, il riffing sembra un mix tra Dark Tranquillity e Novembre, ma sono soprattutto le melodie affidate ai solismi finali (la lead è affidata a Sylvain Bégot dei Monolithe) che fanno subito breccia nel mio cuore. La successiva "Aux Confins du Silence" mostra invece un altro lato della medaglia dei nostri che sfoderano qui un cantato più aggressivo, una linea di chitarra più ruvida e nervosa ma comunque melodica. Il ritmo è più frenetico, tipicamente black, ma le chitarre soliste fanno ancora una volta la differenza, dando un tocco di epicità e melodia al risultato finale. Apertura arpeggiata per "Ma Dysthymie, Sa Vastitude"con spoken words in accompagnamento. Poi un bel riff di chitarra squarcia l'aria qui più oscura e pesante. E poi via tutti gli altri strumenti con un lavoro al basso eccezionale (bravo Christian Larsson!) cosi come fantasioso il drumming di Phalène. Il pezzo va a progredire a livello ritmico con un funambolico finale con acuti di chitarra e voci taglienti. Ma è sempre quell'alone di malinconia ad aleggiare attorno all'intero lavoro a fare la differenza e rendere la proposta dei nostri più intrigante. "Le Chant du Cygne" è più compassata nella sua andatura, mostrando a livello chitarristico più di un'analogia con i Novembre degli esordi anche se nella parte centrale scorgo più di un riferimento a 'Seventh Son of a Seventh Son' degli Iron Maiden, si avete letto bene, questo a testimoniare le qualità di una band che in pochi secondi arriva a regalarci una ferocissima scorribanda black ed uno splendido finale in tremolo picking. "Eclamé" vede la partecipazione al microfono di Ondine Dupont voce dei Silhouette, il che ci consegna una versione più sperimentale dei Jours Pâles, anche se il sound dei nostri è in costante movimento con il black che incontra l'heavy e il dark si miscela al depressive. Lo stesso genere che si respira nella parte iniziale della title track prima che i nostri ci delizino ancora con giri post-black venati di punk, ma è comunque un grondare di melodia, malinconia, parti acustiche e altre avanguardistiche. I quattro musicisti non si fermano davanti a nulla, sciorinando suoni imprevedibili e tenebrosi come quelli contenuti nella tempestosa, ipnotica ma trememndamente melodica "Suivant l'Astre". Ma le sorprese non sono affatto finite in quanto "Des Jours à Rallonge" ha da presentarci l'ultima ospitata del disco, manco fossimo a Sanremo, con David Lomidze dei Psychonaut 4, che presta la sua tragica voce (anche lui in francese sebbene sia russo) a regalare gli ultimi minuti di grandissima qualità (ma soprattutto emozionalità) per un lavoro davvero notevole a cui manca solo la degna chiusura, affidata alla criptica electro-ambient della strumentale "C2H6O", un pezzo che dopo un inizio atmosferico, ha ancora il fiato per l'ultimo graffio post-black. Sublimi. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2021)
Voto: 80

https://ladlo.bandcamp.com/album/closion

giovedì 21 novembre 2019

Asphodèle - Jours Pâles

#PER CHI AMA: Post Punk/Depressive Black/Shoegaze
Gli Asphodèle si sono formati nel 2019, ma non pensate che siano dei pivelli. La band francese che consta di cinque membri, include infatti batterista e chitarrista degli Au Champ des Morts, una band che ho particolarmente apprezzato nel 2017 con l'album 'Dans la Joie', la ex vocalist degli Amesoeurs, il cantante dei Aorlhac (che abbiamo già incontrato su queste pagine) e il bassista degli svedesi Gloson. Insomma, potrebbe risultare fuori luogo parlare di super gruppo però, se rapportato ai circuiti underground, non mi vergognerei affatto ad affermarlo. Che attenderci quindi da questo quintetto inedito? Vi risponderei semplicemente che tutti e cinque i musicisti hanno portato le loro pregresse esperienze in questo 'Jours Pâles', cercando di conglobarle con quelle degli altri. Pertanto, dopo l'intro strumentale di "Candide", ecco palesarsi in "De Brèves Étreintes Nocturnes" la voce di Audrey Sylvain, a portarmi con la sua timbrica, indietro di una decina di anni quando la brava cantante si dilettava con i vari Neige e Fursy T. nel loro inequivocabile concentrato di post-punk, shoegaze e depressive rock. Ad inasprire il sound però con echi post-black, ecco la chitarra sbilenca di Stéphane Bayle, uno che da 25 anni suona anche (e soprattutto) negli Anorexia Nervosa e ha pertanto una vaga idea di come fare male, a fronte anche di una nuova esperienza nei blacksters Au Champ des Morts. La musica degli Asphodèle si muove quindi in ambiti estremi anche se l'utilizzo massivo delle female vocals, smorzano la vena feroce della band, sebbene le ritmiche si confermino taglienti anche nella title track e il growling/screaming di Spellbound, cerchi di fungere da classico contraltare della soave performance della gentil donzella. Il sound dei nostri si arricchisce comunque di molteplici sfaccettature, dai break acustici della già citata title track, alle asprezze più black oriented di "Gueules Crasses", song dotata di una epica e gelida aura, grazie alle chitarre di scuola scandinava, mitigate dalle melodie vocali della particolare Audrey. Il disco scivola velocemente verso la fine attraverso altri pezzi, alcuni decisamente malinconici ("Nitide") ma comunque molto vari, altri che strizzano l'occhiolino più pesantemente allo shoegaze ("Réminiscences") song che trovo quasi fuori posto in questo contesto sebbene Spellbound cerchi di mantenere con la sua timbrica una certa connessione col depressive black. A chiudere invece "Décembre", un pezzo in stile Shining (quelli svedesi) che sancisce un disco interessante che sembra però mostrare qualche intoppo a livello di songwriting o comunque non avere una fluidità musicale ancora acclarata. 'Jours Pâles' è un lavoro discreto suonato da ottimi musicisti che paiono ancora non particolarmente amalgamati tra loro. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2019)
Voto: 68

https://ladlo.bandcamp.com/album/jours-p-les