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mercoledì 18 dicembre 2019

Calendula - Hiveminds - De Brevitate Vitae

#PER CHI AMA: Post Metal/Stoner
Li avevamo lasciati su queste stesse pagine in occasione dell'uscita di 'Aftermaths': era il lontano 2012. Ora i Calendula tornano sulla scena con un po' di novità in seno alla band. A quanto pare infatti, i nostri sembrano aver virato il tiro primordialmente black/crust/hardcore di quel disco, verso un sound più intimista. Questo è ciò che si evince dall'ascolto dei primi minuti di questa single track di oltre 25 minuti, che dà il nome al lavoro, ossia 'Hiveminds – De Brevitate Vitae'. Certo, il retaggio passato vive sempre nelle note di questi musicisti, palesandosi qua e là sottoforma di riff post-metal, atmosfere melmose in pieno stile sludge, schitarrate stoner, o più rade e sguaiate grida hardcore, senza tralasciare anche una certa vena psych che va a collidere con un più atmosferico post-rock. Insomma, l'avrete capito, saranno pure venticinque minuti di musica, ma quella dei Calendula è una proposta un po' atipica, che ha modo di strizzare l'occhiolino anche all'alternative, soprattutto in ambito vocale, con il frontman a testare nuove linee vocali che vanno ad affiancarsi anche a momenti di spoken words. La proposta della band è davvero interessante, stralunata quando al quattordicesimo minuto le chitarre sembrano in preda al delirium tremens o quando la band ricorda di essere transitata in passato in territori black, che al minuto sedicesimo diventano doom, in quella che resta comunque una nevrotica cavalcata corredata da molteplici stili musicali, e che al diciottesimo (sembra quasi una telecronaca di una partita di calcio) sembrano sforare anche nel math e poco dopo nuovamente nel black. Questo per dire che alla fine 'Hiveminds - De Brevitate Vitae' è un lavoro complesso che necessita di grande attenzione e pazienza per essere goduto appieno. Forse non vi piacerà subito, ma dategli più di un'opportunità e non ve ne pentirete affatto. (Francesco Scarci)

lunedì 4 giugno 2012

Calendula - Aftermaths


#PER CHI AMA: Post Hardcore, Soilent Green, Iron Monkey, Cancer Bats, Black Flag
Stanco, sudaticcio ed accaldato, salgo in macchina non tanto per tornarmene a casa ma per ascoltare il tanto ammirato disco dei Calendula. E' domenica sera, anche se il sole mi tradisce con i suoi immondi raggi, ed è appena finito un concerto alquanto speciale, di cui non posso promuovere luogo ed organizzazione, perchè è talmente true ed hardcore che se viene detto pubblicamente c'è il rischio di finire in gabbia. Tanto per informarvi, oltre i Calendula hanno suonato i Fall Of Minerva, poi c'era la presentazione del primo full-length dei Whales And Aurora (di cui trovate la recensione su queste stesse pagine), e come headliner c'erano i Celeste, di cui spero potrò parlarvene in altre occasioni. Ma torniamo al disco. Ancora sotto shock dalla gentilezza dei membri della band (i buoni, belli e bravi J., L., P., M.) prendo in mano finalmente la tanto ammirata busta con un adesivo raffigurante l'incappucciato bontempone della Lo-Fi Creatures, con sotto scritto “Red Limited Series 32/50”. Eh sì ragazzi miei, non è un normale disco, all'inizio pensavo addirittura che fosse un 7 pollici. All'interno troviamo l'ipnotizzante copertina cremisi e diverse schede, ognuna raffigurante da un lato un artwork evocativo e dall'altro il testo di una traccia. Ma passiamo alla musica, anche se tutta questa presentazione vi avrà già detto che è un album super fico e da acquistare assolutamente. Anche se finisce l'edizione limitata eh, blu fa mica schifo. Vi avviso che il lettore della mia automobile non è il top, però l'effetto a volume sostenuto con diversi bicchieri di vino in corpo è stato più o meno paragonabile ad una sberla in pieno volto. E non pensate che questo “Aftermaths” sia la classica becerata Sludgecore capace di stuprare l'udito alternando tupatupa, urli e pesantume doom. Mi trovo davanti un lavoro fin troppo accurato e finemente studiato per lanciare l'ascoltatore in una sorta di stage diving negli abissi infernali. Sì sì, con i demonietti che pogano e Astaroth che se ne sta da parte a strafarsi di erba perchè non ha più l'età per muoversi troppo. Sto parlando di tracce piene di valida musica, con così tante idee da fare altri tre dischi uno più malato dell'altro. Riffoni esagerati, distorti, al limite del black, ci radrizzano i peli di tutto il corpo, mentre una dietro l'altra, le tracce ci scaraventano addosso tutto il marcio dello sludge misto alla velocità del post-HC, il tutto contornato da un'amorevole oscurità e condito con qualche saltuario tremolo picking e più presenti armonizzazioni mathcore, che per quanto non mi piaccia il genere, colmano dei passaggi fondamentali nel disco. La produzione è leggermente sporca. Ed è proprio questo voluto particolare a creare la giusta atmosfera in questa pubblicazione. Vi dico però, se siete troppo metal non cimentatevi in questo ascolto. Lo spirito di questi ragazzi è molto post-hardcore. Io non sono per niente un amante di queste sonorità, ma i Calendula rappresentano l'eccezione perchè mi colmano con vagonate di sludge. (Kent)

(Lo-Fi Creatures)
Voto: 80