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mercoledì 30 maggio 2018

Arbouretum - Song of the Rose

#PER CHI AMA: Psych Folk Rock
Il senso sarebbe stato di lasciarsi alle spalle il fuzzyforme, icosaedrico, eccellente 'Coming Out of the Fog' di quattro anni addietro allo scopo di approfondire un certo psych-folk americano (stile Grateful Dead o Steelye Span). Vi accorgerete presto che il nuovo album di Dave Heumann non ha nulla dello psicotrip lisergico interiore (interiore, sì ma pur sempre una sorta viaggio). Al contrario, confortevolmente seduto piedi per aria sul divano del tempo, esprime una staticità che vi risulterà irritante: lasciatevi per esempio nauseare dall'unica cantilena prima-si-sale-poi-si-scende ripetuta per tutti i sei e passa minuti della title track, "Song of the Rose", ben consapevoli che il resto del lato A e pure un po' del lato B, riserveranno ai vostri padiglioni annoiati il medesimo trattamento. Si muove qualcosa sul retro: la pacifica "Dirt Trails" approccia un certo grateful-folk analogamente alla conclusiva "Woke Up on the Move", forse la nenia meglio riuscita del disco. Il breve strumentale "Mind Awake, Body Asleep" vi mostrerà, non senza una punta di crudeltà, come avrebbe suonato questo disco se solo fosse stato missato invece che intinto nella melassa. (Alberto Calorosi)