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lunedì 3 settembre 2018

Nagaarum - Apples

#PER CHI AMA: Avantgarde Metal, Thy Catafalque, Fleurety
Nagaarum atto diciassette: tanti infatti sono gli album del mastermind ungherese in soli sette anni. Dagli esordi ambient elettronici di 'Űrerdő', passando per pulsioni sperimentali più orientate al versante black con album quali 'D.I.M.' o 'Homo Maleficus' che mi hanno fatto avvicinare a questo ecclettico musicista, fino ad arrivare a quest'ultimo 'Apples' (un concept sugli aspetti spirituali della scienza dalla mela caduta in testa a Isaac Newton a qualcosa di assai più profondo), una sorta di compendio di tutti i generi musicali concepiti da Mr. Nagaarum. E l'inizio noise della prima parte del disco ("Middle Age" che apre la sezione identificata come "Spiritual Birth") lo dimostra. Si sprofonda successivamente in territori doom sperimentali con "Isaac", ove fa la sua comparsa la voce assai convincente (in versione pulita) del factotum originario di Veszprém, coadiuvato anche dalla narrazione di Roland Szabó, in una song che ha da offrire una seconda metà maestosa, tra stacchi black e fughe sinfoniche che possono ricordare un'altra realtà ungherese, i Thy Catafalque. Suoni dronico celestiali con "Celestial Mechanism", ma con un titolo del genere, cosa pretendevate? Altri sperimentalismi sonori forse? Beh, "Prism" vi potrà sicuramente accontentare con soluzioni delirante tra bordate in stile ultimi Fleurety, linee di chitarra sghembe, suoni psichedelici, vocalizzi urticanti che si intrecciano a voci lisergiche, in un pastone sonoro di difficile catalogazione. Che goduria per le mie orecchie, visto anche un imprevedibile finale ambient. Folgorazioni estreme per "Robert", dove le chitarre si avvitano su se stesse in deflagaranti esplosioni sonore che ci conducono in territori quasi brutal death, qui il caos regna sovrano, dove il growl e il clean si sovrappongono in modo bizzarro prima di disinnescarsi a vicenda e riprogrammarsi in territori electro-post rock. Chi è in cerca di emozioni forti, qui ne troverà a bizzeffe. Giusto il tempo di riposare le membra con un altro fuori programma sintetico ("Hermit") ed entriamo nella seconda parte del disco ("Become a Savant") con la narrazione in apertura di "Nullius in Verba" e le ambientazioni lugubri e decadenti del brano che ci accompagnano fino a quando una soave voce femminile (quella di Betty V.) si prende la scena in "Edmond", una song che potrebbe evocare i Green Carnation più delicati che si miscelano con i The 3rd and the Mortal o i Tristania degli esordi, ancora i Within Temptation o i Trial of Tears, in una song che mi ha davvero conquistato, cosi come tutto il resto del disco d'altra parte, che ha ancora voglia di inglobarci nelle maglie ambientali e cibernetiche di "Revelations" (attenzione che anche qui le sorprese sono sempre dietro l'angolo) o nella tumultuosa tempesta cinematografica di "New Tone". Difficile catalogare questo disco con un genere, visto il suo essere un caleidoscopio di suoni più unici che rari. Fatto sta che 'Apples', nel suo essere lungo e complicato, affascina non poco e il prog rock di "Modern History" è lì a dimostrare che nulla è scontato al suo interno, nemmeno l'oscuro epilogo ambient di "Royal Society". Nagaarum atto diciassette: approvato alla grande! (Francesco Scarci)

(Aesthetic Death - 2018)
Voto: 80

https://ngcprod.bandcamp.com/album/apples