Cerca nel blog

venerdì 14 gennaio 2022

Adoperta Tenebris - Oblivion: The Forthcoming Ends

#PER CHI AMA: Black/Death Old School
Ancora Les Acteur de L'Ombre Productions, ancora Francia, ancora black death con un'altra one man band. Non è che questa formula finisca per essere un boomerang per la label francese e si corri il rischio di arrivare sul fondo del barile e iniziare a raschiare? Vediamo se giungerò a tale conclusione dopo aver ascoltato il secondo lavoro, 'Oblivion: The Forthcoming Ends', degli Adoperta Tenebris (AT), creatura originaria di Nantes guidata dall'enigmatico G., qui aiutato da Äzh (Defenestration e Natremia) alla batteria e da uno stuolo di ospiti. La stortura musicale degli AT parte da "We Were Giants" e il suo lento e oscuro incedere in quella che è la traccia più lunga della release (otto minuti e mezzo). L'inizio è sicuramente spettrale e bisogna attendere di superare la metà del brano per vedere i giri del motore aumentare in un vorticoso sound che chiama inevitabilmente in causa i Deathspell Omega. Le glaciali dissonanze musicali non tarderanno anche con i successivi brani, dal piglio melodico tipico del black svedese di "Vultures Over the Mass Grave", in cui alla voce a porgere i suoi servigi, troviamo Romain Richard (Kolizion), al pezzo più breve del lotto, quella "In Our Mazes" in cui a prestare la propria voce urlata troviamo Mephisto, mente dei Cult of the Horns. Questo pezzo mi convince più degli altri, forse perchè si perde meno nel maelstrom ritmico in cui molto spesso band di questo tipo vanno ad inabissarsi. Alla fine pur essendo più lineare e melodico, lo trovo anche tra i più riusciti, soprattutto nel suo apocalittico finale. Con "A Farewell to Hope", la ritmica si presenta compassata e il cantato di Roy de Rat (Void) sembra quello meglio adattarsi alla proposta del polistrumentista transalpino. Quello che mi convince meno è invece la mancanza di un vero sussulto in questo brano ma in generale in tutto il lavoro che riesca veramente a catturare l'attenzione dell'ascoltatore. Ci prova la doomish "Utter Manifest" a prendersi la palma di miglior pezzo del disco, non fosse altro per l'eccellente performance dietro al microfono di T.C. dei Regarde les Hommes Tomber. Il brano è lento, melodico, a tratti malinconico, con un finale troncato improvvisamente che non ho francamente ben capito. Segue il dirompente black death di "Calvaire" e i suoi affilatissimi giri di chitarra che sembrano evocare gli Emperor. Il brano è devastante e pur non proponendo nulla di originale, finalmente sembra rapirmi con quel suo feeling maligno, in cui un riffing black si alterna con un ben più compatto death metal che trova modo anche di regalarci un insospettabile break atmosferico e finalmente, un doppio grandioso epico assolo. Eccolo finalmente, ho trovato il pezzo migliore del disco. In chiusura, "The Season of Gallows" è una song che vede l'ospitata di Chaos I e Florian Pesset, rispettivamente chitarra e basso degli Incipient Chaos, a dare l'ultimo supporto a G. in un granitico, caustico e tempestoso esempio di black metal. Gli Adoperta Tenebris alla fine hanno rilasciato un album onesto, non certo memorabile, che lascia presagire tempi difficili anche per la lungimirante label francese. Sarà forse arrivato il momento di scorgere nuovi orizzonti sonori? (Francesco Scarci)