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giovedì 22 ottobre 2020

Testament - Titans of Creation

#PER CHI AMA: Thrash Metal
A quattro anni di distanza dal loro ultimo lavoro, 'Brotherhood of the Snake', i mostri sacri provenienti dalla Bay Area colpiscono nuovamente con questo 'Titans of Creation', con il quale dimostrano che, nonostante la bellezza di 11 album già alle spalle, i nostri hanno ancora diverse cartucce da sparare. Durante la loro carriera i Testament hanno dimostrato che, oltre all’originario thrash metal, potessero dire la loro anche in ambito power, groove e death metal, miscelando tutti questi generi fra loro. Stavolta sembra che i nostri soffrissero di nostalgia, in quanto il genere prevalente qui è proprio il thrash, ovviamente aggiornato ai giorni d’oggi. Il disco parte a bomba con "Children of the Next Level", un pezzo che nonostante i suoi sei minuti di durata è tutt’altro che noioso ma anzi, ti costringe ad alzarti dalla sedia quando parte quell’assolo spaventoso di Alex Skolnick. L’ascoltatore non viene deluso nemmeno dalle successive "WWIII", "Dream Deceiver" (con un sound che ricorda molto "Dark Roots of Earth") e "Night of the Witch" (con la doppia cassa di Gene Hoglan che nel ritornello fa letteralmente impazzire). Si giunge poi a "City of Angels", traccia che nonostante risulti leggermente estranea al resto del disco, potrebbe per il sottoscritto rappresentare la migliore hit di 'Titans of Creation', proprio per quel sound leggermente influenzato dal grunge e che ricorda anche il vecchio 'The Gathering'. Tutta la canzone suona interessante: dall’intro di basso di Steve di Giorgio al possente riff di Peterson, passando per la meravigliosa voce di Chuck Billy e all’emozionante assolo di Alex, per poi finire all’improvviso con un ultimo “Nocturnal hunt for the taste of blood”. A questo punto dopo cinque magnifici pezzi, ognuno dei quali capace di trasmettere emozioni differenti, non ci si può non aspettare un ulteriore aumento in termini di qualità per questo titanico lavoro. Purtroppo, sembra che i Testament esauriscano la maggior parte, se non tutte, le risorse a disposizione, in quanto la successiva "Ishtar’s Gate" chiude una prima parte a dir poco incredibile, la migliore dell’album. In realtà il pezzo in sé ci starebbe anche, tolto qualche break ripetitivo, finisce per crollare definitivamente per colpa di un ritornello poco ispirato e che sa di già sentito. Per fortuna ci salva la successiva "Symptoms", ideata da Skolnick, dove i primi 34 secondi sono dominati dal basso di Steve con le chitarre che fanno da seguito. Dopodiché arriva un riff bello incalzante che fa da apripista alla possente voce di Billy e poi come al solito un altro fantastico assolo di Skolnick. Ma si tratta solo di una parentesi, in quanto "False Prophet" si rivela pezzo assai noioso, durante il quale personalmente mi sono lasciato dare ad un paio di sbadigli. Stessa cosa la si potrebbe dire anche di "The Healers", un brano che perlomeno contiene un ritornello abbastanza carino. "Code of Hammurabi" e "Curse of Osiris" tornano a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, in particolare la seconda che contiene uno spettacolare chorus dai forti rimandi death metal. Si chiude con "Catacombs", un outro quasi orchestrale che conclude il disco degnamente. Il sound dei Testament si conferma anche in 'Titans of Creation' assai granitico con quei forti richiami al passato. Per questo lo colloco al secondo posto nella mia classifica degli ultimi album dei gods statunitensi, da 'The Formation' in poi, e mi sento di consigliarlo a chi sa apprezzare i Testament moderni. Non ci possiamo certo aspettare un altro 'The New Order', dopotutto stiamo parlando del dodicesimo album (non del quinto o sesto) di una band che ormai ha ben 37 anni di storia alle spalle. Non mi rimane altro che augurarvi un buon ascolto! (MetalJ)

(Nuclear Blast - 2020)
Voto: 75

https://www.facebook.com/testamentlegions/