#PER CHI AMA: Death/Doom |
Giunge in una limitata edizione cartonata (100 copie) questo primo lavoro dei The Raven King, band di Gran Canaria la cui musica sembra riprendere gli stilemi di un death/doom profondamente mancante di oscurità, nebbia e solitudine. La produzione prevede suoni estremamente limpidi e brillanti, su tutti si notano le chitarre educatamente distorte le quali danno, insieme alla struttura compositiva alquanto basilare, un'impronta sonora tendente al rock, dirigendosi verso la strada intrapresa da alcuni gruppi del sopracitato genere della seconda metà degli anni '90. La prima “I, Bringer Of Death” ha una sconfortante partenza in quanto per i suoi quasi nove minuti è largamente monopolizzata da un riff anonimo, capace quasi di recare fastidio per la sua prolissa ridondanza, mentre le vocals di Eduardo Rodriguez ringhiano che è un piacere. Nella successiva “Walls Of Flesh” le idee si rivelano già più apprezzabili anche se non scompare quella estrema semplicità compositiva già evidenziata nella opening track, virando il sound maggiormente verso passaggi “tradizionali” in chiave doom classico e ove compare anche un notevole intermezzo atmosferico. Si ha il proverbiale cambio di passo con la terza “Black Light, Red Death”, song incentrata su una placida atmosfera che progredisce ossessivamente culminando in un trascinante riff ripetitivo. Forse la traccia più riuscita del disco, capace di combinare in modo equo, seppur ancora embrionale, le varie idee del gruppo. La chiusura affidata a “The World in His Eyes”, consiste in una traccia, a mio avviso molto piacevole, che vede protagonista una solitaria chitarra che affronta, con un mesto arpeggiare, il compito di dare degna sepoltura al Re Corvo. Complessivamente l'opera mostra una leggera verve malinconica che va più ampiamente esplorata, che si va ad unire a un doom tendente al death in cui fanno capolino anche sprazzi di post metal e alternative. Un patchwork di sonorità non ancora del tutto sviluppate da un punto di vista compositivo, che lasciano ancora un alone di immaturità sul gruppo. (Kent)
(Self - 2014)
Voto: 60