#PER CHI AMA: Heavy/Progressive |
Fresco fresco di stampa (il cd è uscito il 29 Gennaio 2015 per Metal Scrap Records), giunge dalla Russia il debut album omonimo di questi quattro musicisti. Dediti ad un prog/power metal con influenze che richiamano alla mente le piu' blasonate band hard rock degli 80's , gli Auron propongono 12 tracce, di cui le ultime 2 bonus, in lingua madre. Anche se l'artwork e il booklet parlano chiaro, la palese ispirazione prog si avverte fin dalle prime note dove tuttavia il timbro vocale del vocalist finisce per rispecchiare un po' gli stilemi canonici di un certo tipo di hard rock (avete in mente i Gotthard?): si tratta infatti di uno “strano” mix, quello proposto dagli Auron, ove le atmosfere prog presenti (Dream Theater e Symphony X su tutti) sono scevre dall'ossessiva ricerca di tecnicismi a tutti i costi, finendo per privilegiare in qualche modo melodie più care all'hard rock classico. I quattro ragazzi mostrano infatti un'ottima padronanza strumentale ove sembra che tutto sia al servizio della canzone; tecnicamente i mezzi sono notevoli e lodevole risulta il lavoro in studio da parte di fonici e produttore (riportare anche questi dettagli sul libretto non sarebbe stato male). Ho ascoltato il lavoro dei nostri più volte e anche molto volentieri, poiché era da un po di tempo che non mi capitava di imbattermi in una band dedita a tale genere e posso affermare tranquillamente che questo è un buonissimo lavoro. Le dodici canzoni proposte sono piuttosto varie, anche se l'act russo non spinge mai sull'acceleratore preferendo rimanere su più confortevoli mid-tempo; è forse questa eterogeneità di fondo che finisce per mettere davvero troppa carne al fuoco, rendendo gli Auron un buon gruppo a metà strada tra il prog e l'hard rock da capello cotonato e spandex. In episodi come l'ottima opener “Obsession” potrete apprezzare quanto appena affermato, anche se è indubbia la bellezza della song, tra l'altro una delle mie preferite. Si continua con questo mix di prog e hard rock ancora con “Word and Deed”, “Spring” e “Stranger” per poi sfociare in un classico pezzo prog (fin dal titolo) “Prelude in H-moll”. È proprio in questi episodi che i nostri risultano un po' troppo frenati e con il pedale del freno tirato. Discorso a parte merita la bellissima “Mirrors”, sicuramente la migliore del lotto e mia preferita in assoluto, un mezzo capolavoro. I restanti brani sono piacevolissimi a partire da “Heroes of Last Generation”, per finire con la title-track “Auron”. In conclusione un gran bel debutto, in un genere non cosi inflazionato al momento, che permette alla band di Saratov di mettersi in mostra e anche piuttosto bene. Adesso non mi resta che aspettare il prossimo appuntamento con gli Auron confidando in una maggiore chiarezza di idee riguardo alla strada da intraprendere. A parte tutto, comunque, davvero molto bravi. (Claudio Catena)
(Metal Scrap Records - 2015)
Voto: 75