#PER CHI AMA: Death/Power Metal |
Nel mondo del death metal spagnolo, ho trovato una piacevole sorpresa: si tratta dei Land of Mordor (saranno mica dei fan di Tolkien?), band non più tanto giovane (si è formata nel 2001) che con il loro primo ed unico lavoro, "Still Awake...", ci delizia con il loro album, dall'ascolto molto molto interessante ed entusiasmante. "Still Awake..." si apre con una piacevolissima sinfonia di batteria martellante, chitarre portate all'estremo ed una dolce voce roca e cavernosa, che rende il tutto più piacevole all'ascolto. "Crimson Peace” è un brano pregno della miglior rabbia e in grado di scatenare tra i migliori headbanging: urla, furia, ritmi al cardiopalma sono le parole più corrette per definire questo brano: direi che si comincia alla grande, grazie anche alle atmosfere epiche degne delle opere di Tolkien. “Russia” è già un po' più melodica rispetto alla prima, ma solo all'inizio: dopo poco si torna al ritmo serrato iniziale, sebbene alternato da pause spaesanti e da atmosfere grandiose e fantastiche, in cui la mente non può fare a meno di immaginare le lande desolate della trilogia dell'Anello e intraveda le cariche di numerosi eserciti in marcia: all'attacco cavalieri! Dopo essere stata trasportata (forse anche con troppa enfasi) dal secondo brano, con “Unholy Terror comes” si torna al death più puro, con qualche rimando ai suoni più datati, ma dall'impatto devastante: qualcuno mi tenga ferma, che con i Land of Mordor è difficile stare seduti immobili a scrivere. Sono convinta che dal vivo possano creare un oceano in tempesta. Assoli di chitarra assistiti dalle keys (con tanto di nota modulata) rendono ancora più viva questa traccia, che riesce addirittura a portare l'ascoltatore ad imparare i ritornelli e a cantarli mentre i capelli fendono l'aria. Con “Darklord (the Executioner)” il ritmo si prolunga per altri cinque minuti, mentre la tastiera si prende tutto il palco ed accompagna la chitarra, riuscendo a meraviglia a tenere un ritmo palpabile: la voce di Alex Yuste è sempre cavernicola, il che è un bene (una voce in falsetto avrebbe fatto sbellicare dalle risate). Un pensiero per le femminucce c'è sempre: dopo tutto il death metal non è ascoltato solo dai maschietti. Per questo motivo, in “A Kiss of Hope” troviamo la special guest Elisa C. Martìn. Ma il nome non mi è nuovo... infatti la si trova anche in un'altra band, sempre recensita da me: i francesi Fairyland. La sua voce candida e delicata, associata a quella un po' più brutal, ricorda molto l'accoppiata “bene-male”. L'assolo di pianoforte è l'unico momento di tranquillità che troviamo nell'album: gotevelo finché potete, perché poi penserà Alex Yuste a destarvi dal momento di relax ritagliato. Il brano, però, si chiude con note soavi di pianoforte. L'album si conclude con un'altra versione di “A Kiss of Hope”: più corta (senza l'assolo di pianoforte), per chi magari non ama molto la quiete di questo strumento. In conclusione c'è ben poco da dire, se non di consigliare questo acquisto e di tenere controllata questa band: non vedo l'ora di poter ascoltare il loro nuovo lavoro. (Samantha Pigozzo)
(Alkemist Fanatix)
Voto: 80
Voto: 80