#PER CHI AMA: Death/Thrash |
Questo lavoro è stato una piacevole sorpresa, interessanti e convincente. Partiamo dall’inizio. Mi capita tra le mani questo “Nightmare in Love”; guardo l’artwork, alzo un po’ il sopracciglio e mi faccio un paio di idee sul contenuto. Carico nel lettore e premo play. Però! Niente male questi “Brain”! Enrico Tiberi (voce e chitarre), Alessio Spallarossa (batteria, militava nei Sadist) e Andrea Lunardi (tastiere) ci hanno dato dentro che è un piacere. Si sono guardati intorno, hanno preso spunti, li hanno amalgamati in maniera solida, persuasiva e piuttosto personale. Ed ecco “Nightmare in Love”, un LP difficile da catalogare. Per darvi un’ idea, lo scheletro delle canzoni parte dal death/thrash, tuttavia gli innesti elettronici e di tastiere mi fanno ricordare certi gruppi di metà anni ’90 (butto lì i Fear Factory). La loro bravura tecnica emerge da ogni brano, in più hanno ottenuto un buon risultato anche a livello compositivo. Tutto questo, combinando aggressività e velocità in modo funzionale. Come dicevo, la parte esecutiva è notevole. Svetta l’operato del batterista, sempre preciso, martellante e mai sopra le righe. A seguire le inquietanti tastiere e le scalpitanti chitarre. Il cantato, sebbene passi agilmente dal growl a parti più pulite, mi suona un filo ripetitivo. Tra le tracce trovo non banali le più gelide title track e “Society”. Invece “Dear Faith” e “Sceptre” sono quelle che esprimono maggiormente le influenze cyber di cui sopra. Con la bella “Love”, quasi solo strumentale, la band crea l’apice del platter. Le altre song rimangono comunque nel solco, senza particolari cadute di stile. Una maggiore varietà nella scrittura delle canzoni sarebbe stata davvero la ciliegina sulla torta. Però è un disco che non stanca, e che riesce mantenerti incollato all’ascolto. Secondo me è davvero da salutare con entusiasmo. Bravi. (Alberto Merlotti)