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sabato 19 settembre 2015

Septic Mind - Rab

#PER CHI AMA: Funeral Doom/Avantgarde
C'è qualcosa di indescrivibile in questo terzo album assai inspirato dei russi Septic Mind. Un universo di sfumature oscure che toccano un'infinità di generi che si trasformano in magia sonora traccia dopo traccia. Una sonorità fredda che potrebbe simulare i mitici Fields of the Nephilim, viene riplasmata con influenze d'avanguardia inaspettate tipo Spherical Unit Provided, venature dark/black metal, inserti d'elettronica minimale e altre diavolerie varie, improbabili chitarre acustiche dal lontano sapore di folk e rumoristica varia. Ad estrarli definitivamente dal calderone funeral metal, è un'attitudine glam esuberante ben radicata nel duo, che rende il loro suono esageratamente attraente, una qualità che non tutte le band odierne possono vantare. Il suono del duo di Tver è tipicamente derivato dal doom metal ma caratterizzato da una vena molto dark che sembra uscire dalle migliori band death rock con un velo 80's di tutto rispetto, con riverberi esagerati di batteria, tappeti di tastiera incantati, chitarre taglienti e voci cavernicole intriganti, sensuali, perverse e dal fascino luciferino, una sorta di Ex-VoTo in salsa Incantation. Le tracce sono variegate e ben prodotte (la mia preferita è la lunga "Na Poroge Peremen" che chiude il disco con un sound sperimentale, psichedelico spiazzante, decisamente originale), piene di escursioni e rimandi sonori a più entità del passato tra cui Swartalf, Atrocity, Rapture, e con una certa propensione ai Shape of Dispair che fa da legame su tutto. 'Rab' (in cirillico 'Раб') è alla fine un album ostile, ottimo per ascoltatori amanti della ricerca sonora, chicca per estimatori della sperimentazione tra generi e del funeral doom più contaminato e ricercato, quello che non si presta ad omologazioni e di difficile catalogazione, per quei suoi connotati progressive e d'avanguardia. Quattro lunghi brani licenziati sul finire del 2014 via Solitude Prod. che innalzano ulteriormente il valore delle sempre più ricercate uscite dell'etichetta russa. Una band notevole! (Bob Stoner)

(Solitude Productions - 2014)
Voto: 80

https://www.facebook.com/SepticMind

domenica 12 febbraio 2012

Septic Mind - The True Call

#PER CHI AMA: Funeral Doom
Li avevamo lasciati ad inizio 2011, con un monolitico album di soli tre pezzi; li ritroviamo oggi alle prese con altri tre bei pacconi di funeral doom. Si tratta dei russi Septic Mind, fieri portabandiera di un genere che oggi sta vivendo la sua massima espansione, grazie anche ad act ben più famosi. Sarà forse l’immagine di un pianeta alla totale deriva o la percezione di fine del mondo imminente, ma sempre più presa sta avendo questo movimento cosi estremo, in cui la proposta del duo di Tver si inserisce. “The True Call” si apre con la consueta lugubre musicalità dei nostri, che rispetto al precedente “The Beginning”, sembra aver incupito ulteriormente (e di certo non era una missione del tutto scontata) il proprio sound, instillando nella già pesante aria, una ancor più profonda sensazione di morte. La opening, nonché title track, è una specie di marcia funebre, ma che più lenta non si può, che sembra essere influenzata anche da sonorità drone/sludge, per un risultato talmente tanto funesto, ipnotico e quanto mai eccitante, da entusiasmarmi non poco. Una sorta di Ufomammut rallentati (e ce ne vuole) che incontrano il drone dei Sunn O))), in un contesto apocalittico a la Neurosis, ovviamente il tutto rallentato di 100 volte. Sospesi in un infinito buco nero che risucchia pian piano ogni cosa, la mia anima viene inghiottita anch’essa rapidamente dal nefasto destino che ci attende, la morte. Tutto si oscura, il sole si spegne, un gelo galattico avvinghia il nostro insignificante pianeta, estinguendo quasi istantaneamente qualsiasi forma di vita. Ecco il panorama nichilista dipinto dalla musica dei nostri, che con la loro musica oscura e a dir poco opprimente, si pongono un solo unico obiettivo, cancellare l’uomo dal nostro pianeta. E il risultato, totalmente privo di ossigeno, riesce nell’impresa che i nostri si sono prefissati. La band prova anche a cambiare registro nei minuti iniziali di “Doomed to Sin”, con un suono decisamente più sperimentale e meno tetro, ma ammetto di preferirli nella loro veste più tenebrosa ed eccomi accontentato perché i suoni d’oltretomba ritornano per una quindicina di minuti buoni a confortarmi, con una buona dose di ferrea angoscia, sempre coadiuvata dal growling catacombale di Michael Nagiev. Chiude il disco “Planet is Sick”, la song più ammaliante, psichedelica e anche melodica del terzetto, a confermare che il nostro pianeta è malato e a sancire anche l’importante passo in avanti fatto dal duo russo. Magniloquenti! (Francesco Scarci)

(Solitude Productions)
Voto: 80
 

domenica 20 marzo 2011

Septic Mind - The Beginning


Se pensate che recensire 3 tracce possa essere una passeggiata, beh non vi siete mai trovati a dover fronteggiare un lavoro come quello dei russi Septic Mind, dove il minutaggio medio si aggira malauguratamente sui 20 minuti, non proprio facili da digerire. Il lungo trittico si apre con la lugubre title track: 20 minuti in cui l’angoscia più profonda si impossessa da subito della nostra anima avvolgendola come una strisciante nebbia potrebbe ingoiare una città. Pesantezza è la parola d’ordine del combo di Tver, che con questo “The Beginning” giunge al secondo lavoro dopo il debutto autoprodotto del 2008, ma non solo la pesantezza la fa da padrone qui perché l’etichette che gli si potrebbero appiccicare sono tra le più disparate se rimaniamo in territori di negatività assoluta: disperazione, tristezza, sconforto totale e autodistruzione sono solo alcuni degli aggettivi affibbiabili a questa affascinante release. Potrei andare avanti aggiungendo claustrofobia, rassegnazione e disorientamento chiudendo qui la mia recensione, perché tale è lo sgomento fomentato dai suoni malsani provenienti dal duo composto da Michael e Alexander. E la Solitude Production, che con queste sonorità ci va giustamente a nozze, ha pensato bene di assoldare l’ennesima band di funeral doom nel suo rooster e rilasciare un album che è destinato a lasciare una breccia solo nel cuore di una ristrettissima ed elitaria schiera di metal fan. Eh si perché le sonorità cosi pachidermiche, ridondanti e ipnotiche contenute in queste tre tracce, sono veramente destinate a pochi intimi. Tuttavia il giudizio per l’act russo, che trae sicuramente ispirazione dal sound degli inglesi Esoteric, è più che positivo. Certo “The Beginning” non è un cd che si può ascoltare ovunque, in macchina è sicuramente sconsigliato a meno che non abbiate tendenze suicide, ma sicuramente se aveste voglia di rilassarvi su un letto con un bel paio di cuffie nelle orecchie, credo che la corposità dei suoni ivi contenuti, possa eccitare non poco le vostre sinapsi cerebrali. Le atmosfere create dai lunghi loop chitarristici del buon Sasha di sicuro turberanno i vostri sonni fin qui tranquilli; la seconda “The Misleading” vi ipnotizzerà con i suoi irrequieti inserti noise (che costituiscono i primi 6 minuti della traccia!!), anche se poi i rimanenti 12 minuti malinconici (per non dire strappa lacrime) non siano quanto più semplice da ascoltare. Del growling profondo di Michael qui troverete un’esigua presenza, quasi a donare un tocco di “sacralità” alla canzone. Capisco perfettamente che sacralità e growling non vadano proprio a braccetto però vi garantisco che in questo contesto la cosa risulta calzante. Con i conclusivi 22 minuti di “The Ones Who Left This World” (Allegria!!!) i lenti cingoli del panzer Septic Mind sono pronti a darci il colpo di grazia. La song è ancora più cupa delle precedenti e dire che pensavo di aver toccato il fondo dell’abisso fin da subito, ma qui i nostri superano se stessi e con suoni che vanno ben oltre alla definizione di funeral, ci ammorbano fino a portarci alla disperazione eterna. Buon lavoro per il sottoscritto, peccato solo sia di difficile fruibilità per tutti, sicuramente un ascolto lo merita per la curiosità di capire di capire se esistono davvero dei limiti nella musica o se, giunti sul fondo del precipizio, dobbiamo essere pronti a scavare… (Francesco Scarci)

(Solitude Productions)
Voto: 70