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giovedì 19 dicembre 2024

The Pit Tips

Francesco Scarci

Below the Sun - Immanence
Caelestra - Bastion
Monolithe - Black Hole District

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Alain González Artola

Ieschure - When The Darkness Comes
Severe Torture - Torn from the Jaws of Death
Borknagar - Fall

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Death8699

Dark Tranquillity - Moment
Destruction - Cracked Brain
Morbid Angel - Gateways To Annihilation

Centinex - Hellbrigade

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Swedish Death
Dark Swedish death metal. In copertina, il duomo di Colonia si erge solitario fra le rovine causate dalla distruttiva incursione della RAF. Splendido album questo 'Hellbrigade': preciso, letale, genuino. Un incrocio fra The Crown e Dismember, con un richiamo ai primi The Haunted (percepibile nell'attacco della canzone "Emperor of Death"). I Centinex propongono un lavoro ricco di sfumature, composto da nove canzoni variegate al proprio interno e ben strutturate. Accanto a brani aggressivi e irruenti come "Towards Devastation" e "Bloodconqueror", potrete così trovare episodi oscuri ed evocativi come "Last Redemption". Credetemi, questo cd è un vero gioiello che, con l'eccezione di un solo brano forse un po' troppo prolisso, sprigiona un'energia formidabile e non annoia neanche un po'. Era dai tempi di 'Deathrace King' che non ascoltavo un album così efficace e diretto. Join the Hellbrigade!

(Repulse Records - 2000)
Voto: 75

https://www.centinex.net/

mercoledì 18 dicembre 2024

Enforced - A Leap into the Dark

#PER CHI AMA: Thrash/Hardcore
Gli statunitensi Enforced li abbiamo già recensiti un paio di volte e quindi è stato semplice prendere il loro nuovo 'A Leap into the Dark' e analizzarne i contenuti che poco si discostano dalle release passate, proponendo infatti quel thrash metal che tributa band del calibro di Slayer, primissimi Testament ed Exodus. Tre nuovi brani, una riedizione della vecchia "Casket ", oltre a un paio di cover, quella degli Obituary di "Deadly Intentions" e quella degli English Dogs con "The Chase is On" per saggiare lo stato di forma della band originaria della Virginia. Il disco si apre con il riffing classico di "Betting on the End", una semplice e quanto mai efficace ritmica thrash su cui si innesta la voce roca del frontman e un paio di assoli ben assestati che mi hanno evocato i Testament di 'The Legacy' e un finale di chiara matrice slayeriana. Ah, bei ricordi andati. La title track attacca subito con un altro bell'assolo, da cui ripartire con un sound più arcigno, di matrice quasi hardcore, un forsennato giro di rullante e una bella cavalcata speed metal che sembra voler ricercare le proprie radici in 'Kill'em All' dei Metallica; un bel cambio di tempo ed ecco il nuovo giro di assoli a sollevare una song fin troppo spigolosa e angosciante. Una ritmica scuola 'Seasons in the Abyss' per la successiva "Deafening Heartbeats", con tanto di brevi rasoiate solistiche a rinforzare la veemenza dei nostri, fino a quando la band rallenta pericolosamente nel finale. "Casket" è un singolo che era comparso in una compilation del Decibel Magazine nel 2021 che mantiene una più intatta componente thrash/hardcore che mi emoziona molto meno rispetto alle precedenti tre tracce, forse perchè qui non c'è ombra di quegli assoli che reputo indispensabili per il genere. In chiusura, le due cover già menzionate: quella degli Obituary, con il brano estratto da 'Slowly We Rot', sembra ricalcare fedelmente l'originale, anche se la voce di John Tardy è quasi inimitabile, mentre le saettate di chitarra sono davvero una figata. L'ultima song suona invece come un tributo al punk hardcore degli inglesi English Dogs, con un pezzo che non fitta esattamente i miei gusti, essendo troppo spinta verso il versante sporco, brutto e cattivo dell'hardcore. 'A Leap into the Dark' è comunque alla fine un gradito ritorno per tutti i fan della band di Richmond. (Francesco Scarci)

Kruelty - Profane Usurpation

#PER CHI AMA: Death/Grind
Della serie dal Giappone con furore, ecco a voi il nuovo EP dei Kruelty. Il prolifico trio originario di Tokyo torna infatti con un nuovo lavoro, offrendo una tempesta sonora simile a quella che ha reso famose band del calibro di Dismember e primissimi Entombed. Le quattro tracce qui contenute emulano infatti quel sound "made in Stockholm" delle band sopraccitate grazie a una ritmica granitica, growling vocals da spavento, cambi di tempo da paura, qualche rallentamento doomish (ascoltare il break finale di "Absolute Terror" per capire), senza disdegnare parecchie schegge impazzite grind (tipo nella parte iniziale della title track, in "Bloodless Mankind" o nella conclusiva "No Fear of Judgement" dove assistiamo anche a qualche puntatina in territori hardcore, come avvenuto anche nell'opening track). Quello che ne viene fuori è questo 'Profane Usurpation', un roccioso lavoro che suona decisamente nord europeo, in un blending turbolento che sembra evocare anche un che di quel caustico sound degli Obituary. Insomma, se siete alla ricerca di una ventata d'aria fresca, allora questo lavoro potrebbe non fare al caso vostro, ma se avete qualche nostalgia per quel sound old school di primi anni '90, allora un ascolto potreste anche paventarlo. (Francesco Scarci)
 
(Closed Casket Activities - 2024)
Voto: 65

lunedì 16 dicembre 2024

Grand Harvest - Till Förruttnelsen

#PER CHI AMA: Black/Death/Doom
Era da un po' che non ci immergevamo in suoni death doom; mi vengono quindi in aiuto gli svedesi Grand Harvest con il loro 12" 'Till Förruttnelsen' e due lunghi pezzi che affrontano il tema della fine del genere umano, argomento sempre più ricorrente nelle liriche degli ultimi album che ho ascoltato di recente, e chissà come mai. Un mondo che ormai sta giocando sul filo del rasoio dell'autodistruzione, offre spunto al quintetto di Malmö per disegnare questi due pezzi che corrono su linee melodiche malinconiche che mi hanno evocato i primi My Dying Bride, ma a differenza della band inglese, mi sembra poter dire che sembra esserci anche una prominente vena blackish nelle note dei nostri, pur mantenendo comunque intatta la coesistenza di death, doom e black stesso, attraverso un uso interessante di linee di chitarra piuttosto pulite, cori maestosi e vocals a cavallo tra screaming e growl. Questo quanto certificato dall'iniziale title track, riproposto comunque anche nella successiva "Consummatum Est (Det är Fullkomnat), che non fa altro che confermare le buone sensazioni che ho avuto nell'ascolto dell'opening track. Il sound si muove sempre su un'intelaiatura death doom mid-tempo, con le vocals qui forse più spinte verso l'harsh. Niente di grave sia chiaro, anzi mostrano molteplici sfumature di una band che sembra avere delle buone potenzialità, da esplorare in un nuovo album più strutturato, che sembra sia al momento in lavorazione. Per ora, ci si accontenta di questo antipasto, in attesa di un piatto ben più corposo. (Francesco Scarci)
 
(Self - 2024)
Voto: 68
 

Misanthrope - Immortal Misanthrope

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine

#PER CHI AMA: Symph Death
Questo gruppo esiste dal lontano 1988 e io, al tempo di questa recensione, non ne avevo mai sentito parlare! Francesi, i nostri, sono fautori di un buon heavy-death metal, molto tecnico (ascoltare per credere), dove un tappeto tastieristico sempre presente e direi quasi virtuoso, si fonde in tutta la sua melodia con le ottime e potentissime chitarre, con una batteria martellante e tecnica e infine, con la voce grandiosa del leader Philippe "S.A.S de l'Argilière" Courtois. La giusta definizione per il loro suono, a mio parere, potrebbe essere: sympho orchestral music mescolata con i classici riffs heavy-death metal. Questo album è un buon pasto per tutti coloro che ascoltano Children of Bodom, primi Nightwish, Dimmu Borgir, Samael e, aggiungerei anche, i melodicissimi Stratovarious. Da non dimenticare la produzione killer di Nordstrom e J-J Moreac. I Misanthrope sono comunque un gruppo da ascoltare dal vivo (non per niente sono stati partecipi di concerti in compagnia di Angra, Cradle of Filth, Dimmu Borgir e Gamma Ray). Quindi, aspettate il prossimo tour europeo e non mancate!
 
(Holy Records - 2000)
Voto: 70
 

Daedric Shryne - S/t

#PER CHI AMA: Heavy/Epic
E questi altri da dove saltano fuori? I Daedric Shryne sono un nuovo terzetto proveniente da Amburgo che comunque vantano una pregressa esperienza in altre realtà teutoniche semisconosciute. Questo lavoro omonimo è un brevissimo EP di ben sei pezzi che dura addirittura solo 12 minuti e poco più, sufficienti tuttavia per incasellare (e per quanto mi riguarda, bocciare) la proposta dei tedeschi, nell'heavy epico. Breve intro in apertura, poi il classico riffing heavy metal con tanto di vocals pulite (che sversano anche nel power) che narrano di mitologiche battaglie, affidandosi a buone linee melodiche, gradevoli assoli e poco altro, per poter gridare al miracolo. Mi sembra una rilettura in chiave moderna dei grandi classici, quei Virgin Steele, Warlord, Agent Steel o Cirith Ungol, che hanno costruito fondamentalmente il genere, e che vedono oggi in band quali gli americani Visigoth, altri promotori di un genere che ho smesso di ascoltare quasi 30 anni fa. Ecco perché per me non è ammissibile ascoltare ancora simili sonorità, mi hanno stufato da tempo. Poi magari gli amanti del genere, troveranno anche freschissima - ma ne dubito - la proposta dei Daedric Shryne, per me rimane un no. (Francesco Scarci)

Onslaught Kommand - Malignancy

#PER CHI AMA: Death/Grind
Ci mancavano un po' di quei suoni marcescenti costituiti da una poltiglia death grind hardcore, no? Ne sentivamo proprio la necessità, cosi per allontanarci per una mezz'ora dai pensieri legati a una società in costante degrado. E proprio quella del degrado musicale, contraddistingue la proposta dei cileni Onslaught Kommand, che ci accompagnano con quest'accozzaglia di suoni rozzi e incazzati a rappresentare il full length d'esordio per la band di Valparaiso. Quattordici brani, 32 minuti di sonorità old school, vocalizzi malevolenti, chitarre tritabudelle che si dimenano tra isteriche accelerazioni grind, ritmiche death, sfuriate punk hardcore e addirittura qualche rallentamento sparso qua e là (penso a "Third World Stoning", giusto per citare almeno un brano di questo inutile disco). Già, come potete intuire non l'ho presa con sommo piacere questa uscita discografica, mal suonata, mal prodotta e senza la benché minima personalità, visto che ci riporta a fine anni '80 e a tutte quelle uscite che hanno costituito l'incipit di un genere estremo che ha visto nei primi Napalm Death o i primissimi Carcass, gli alfieri di uno stile musicale che ha comunque saputo evolversi. Ma qui, non c'è segno della benché minima evoluzione, se non la voglia di stuprare le nostre orecchie e poco più. 'Malignancy' è un album che il 99% dei fan dell'heavy metal può tranquillamente dimenticare l'esistenza. Se il restante 1% è fan del grind ed è in vena di scoprire nuovi vecchi suoni, allora per carità, un ascolto potrebbe anche starci. Poi che palle, sta cover cd metterà in allarme anche le funzioni anticensura del web. (Francesco Scarci)

(Godz Ov War Productions - 2024)
Voto: 50

https://godzovwarproductions.bandcamp.com/album/malignancy