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venerdì 19 ottobre 2012

Dyskinesia - Dalla Nascita

#PER CHI AMA: Post Rock/Drone/Noise
Pensavo di averle viste tutte, ma di trovare all’interno di un cd una sorta di centrino da tavola proprio no. “Dalla Nascita” è un digipack nato in realtà come album digitale in download gratuito, poi evidentemente, a forza di trovare consensi, gente che ha rotto le scatole per una copia (come il sottoscritto) e qualche donazione, i ragazzi di Piacenza hanno avuto anche modo di farlo uscire in formato fisico. E allora addentriamoci nell’ascolto di questo sorprendente album, che pur non offrendo un genere cosi digeribile dal sottoscritto, ha saputo inaspettatamente conquistarmi sin dal suo primo ascolto. Sette tracce, tutte rigorosamente senza titolo, a parte la quarta, la title track, che si aprono con una desolante visione di un mondo senza colore, una fotografia in bianco e nero, fredda, glaciale, con suoni deprimenti e quasi del tutto strumentali. Quando parte la seconda pista, percepisco un forte senso di vuoto, di solitudine infinita; i suoni post rock viaggiano in un anarchico incedere controllato, coraggioso e senza tempo. L’impronta degli *Shels è avvertibile nel sound dell’act emiliano, anche se la band anglo-americana è decisamente più solare negli arrangiamenti, mentre i Dyskinesia ne potrebbero rappresentare il lato più cupo e decadente; qui non c’è spazio per la luce od uno sprazzo di positività, e si evidenzia anche attraverso vocalizzi impercettibili frammisti ad urla lancinanti, su una straziante base ritmica, che in alcune linee di chitarra mi ha addirittura evocato gli inglesi Archive. Notevole, ricco di pathos non c’è che dire, ma pregno di terrificanti atmosfere pestilenziali, come accade proprio per l’ambientale ed ipnotica title track. Facendo un piccolo salto indietro, alla terza song, essa rappresenta un altro affresco di decadentismo moderno, cosi ammorbante e pauroso, in cui la vena post, esplode dirompente tra onde d’urto cadenzate. Nel quinto episodio la band abbandona il lato più ruvido della propria proposta, ritornando in più delicati ed accessibili territori post rock/shoegaze. Chiudo gli occhi e l’unica cosa che riesco ad immaginare, è un manto di neve che ricopre una landa desolata, con una sola spoglia pianta all’orizzonte e con un cielo candido. Le emozioni a questo punto divengono contrastanti: una falsa serenità si mischia con la forte paura della solitudine. Questo senso incolmabile di vuoto lo si ritrova anche nella successiva traccia, che evidenzia un bellissimo giro di chitarra, che scuote ulteriormente il mio ormai fragile animo, suggellando la classe dei Dyskinesia, e indicandola come una delle realtà più interessanti della scena post rock/drone/ambient italica. L’eccellenza di questa release si esplica anche attraverso la lunga ultima canzone, costituita da suoni oscuri e riverberi, in quella che potrebbe essere una versione post dei primissimi The Cure. Band obbligatoriamente da supportare alla grande. Caliginosi. (Francesco Scarci)

(Frohike Records) 
Voto: 85