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lunedì 8 ottobre 2012

Ajuna - Death In The Shape Of Winter

#PER CHI AMA: Post Black, Wolves in the Throne Room
“Death in the Shape of Winter” è un 12” di cinque pezzi, presentatoci dai danesi Ajuna, band dal nome intrigante, la cui etimologia riconduce al latino “aiunare” ossia astenersi dal cibo. Non ho idea se il quintetto guidato dal buon Anders Holm Andersen, si sia rifatto a questa parola o piuttosto a qualche vocabolo di origine nordica, fatto sta che l’EP ha da offrire un post black corrosivo, in taluni frangenti anche atmosferico, ma non pretendetene troppo, di melodia qui ce n’è gran poca. L’inizio di "Death" è pauroso: chitarre dall’accordatura ribassata, ritmi lenti e cadenzati, vocals gutturali e profonde, un enigmatico ronzio che si nasconde dietro l’impetuosa ritmica, mentre lentamente il ritmo sembra andare in crescendo fino all’esplosione di suoni primordiali, che portano alla creazione del caos. Sette minuti del genere rischiano di risultare piuttosto noiosi, ma l’effetto disturbante di quel ronzio, sembra alterare i miei sensi, facendomi apprezzare la proposta. “Slower Song” suona più southern black, e come suggerisce il titolo, mostra un incedere lento e avvinghiante, sinuoso e soffocante, anche se finisce col concedersi dei riff al fulmicotone. “Winter” è invece più spinta in termini di velocità e cattiveria, con una batteria che si mostra serrata nei suoi bombardamenti a tappeto e dove le chitarre si confermano estremamente taglienti, soprattutto quando vanno a raddoppiare i loro sforzi. I suoi quattro minuti volano via veloci e in men che non si dica, mi ritrovo col basso di “Nations” a cozzare i pochi neuroni rimasti nella testa. Chiude il lavoro “We the City” altri cinque minuti di musica cancerosa, quasi punk, che ha il difetto di mancare di coinvolgimento, essendo priva di melodia. Anche i vari Deatheaven e Wolves in the Throne Room suonano post black, però va da sé che c’è classe cristallina nelle loro note, qui siamo ancora a livelli di suoni acerbi. Auspico tuttavia che il five-piece di Copenaghen si possa rifare al più presto… (Francesco Scarci)

(Ne-How Records)
Voto: 60