#PER CHI AMA: Black/Death Old School, Epic, Mahyem, Ancient |
Cresce si, continua a crescere costantemente ed inesorabilmente, bisogna solo avere un pizzico di fiducia per una scena che, nonostante stia incontrando difficoltà di ogni tipo, ha la forza e la voglia di farsi largo. Sto ovviamente parlando dell’underground italico, luogo fecondo dove pian piano, stanno cercando di ritagliarsi il loro spazio entità oscure, provenienti dal sempre più florido sottobosco nazionale e quest’oggi, vede finalmente la luce, il primo full lenght (dopo tre demo, un EP e uno split) dei bresciani/mantovani Umbra Noctis, che prendono finalmente il tanto agognato volo. Ovviamente il titolo dell’album del quartetto lombardo si presta facilmente a simili battute; ora li attendo in studio nel Pozzo dei Dannati, per saggiare e discutere di persona del loro black old school. La musica dell’act nostrano è infatti un apparentemente tirato esempio di black metal efferato e senza compromessi, che fin dall’iniziale “In Superficie” (aperto tuttavia da una melodica parte arpeggiata), mostra il lato selvaggio dell’ensemble lombardo, contraddistinto dalle classiche chitarre ringhianti di matrice nordica, accompagnate da uno screaming a dir poco spietato. Il sound tagliente espresso dagli Umbra Noctis, si trasmette anche nella successiva “Solo”, ma è la terza song, “Oltre la Steppa”, a colpirmi maggiormente: il brano si apre (e chiuderà) infatti, con una sorta di rito liturgico, che lascia ben presto spazio ad un suono dalla vena punkeggiante, in stile Impaled Nazarene, che nella sua interessante evoluzione, trova anche il modo di assumere un connotato epico, a la Primordial; sorprendente ed eletta nello stesso momento del primo ascolto, la mia traccia preferita del cd. L’album procede violentemente su questo binario di crudeltà, non proponendo nulla di innovativo, sia chiaro, se non alcuni accenti a livello degli strumenti: un enfasi del basso nella parte finale della spietata “L’Attesa”, una criptica parte acustica posta all’inizio di “Rovine”, che vede tra l’altro l’utilizzo di un accenno di clean vocals, nella sua parte centrale. La rabbia, l’odio e l’aggressività della band si traducono in un riffing caustico, che trova inevitabilmente la sua fonte di ispirazione nei mostri sacri nordici, norvegesi, svedesi o finlandesi che siano. È la Scandinavia in toto quindi, a suggerire alla giovane band del bel paese, come muoversi in un territorio particolarmente minato e già ampiamente esplorato: il black metal canonico norvegese, quello di Mayhem o Ancient, si mischia alla velocità di quello svedese, prima di venire contaminato dall’epicità dei Bathory e dai suoni “grezzi” dei già citati pazzi finlandesi Impaled Nazarene. Qual è il surplus dato dai nostri alla loro proposta? Beh, in primis, il cantato in lingua madre, esperimento vincente già fatto recentemente anche dai Frangar e dai Veratrum (recensiti su queste stesse pagine); segue poi un accenno alle liriche, di stampo fantasy e la capacità di miscelare un malvagio black metal ad un corrosivo death. Per il resto c’è ovviamente ancora molto da lavorare, per poter ricercare una propria definita personalità, magari puntando su un più articolato songwriting e su una più intensa dimensione epico/rituale, che conferirebbe alla musica degli Umbra Noctis, una maggior freschezza ed interesse. Per il momento va bene cosi, ma i margini di miglioramento potrebbero essere ancora assai notevoli! (Francesco Scarci)
(Novecento Produzioni)
Voto: 75
Voto: 75