#PER CHI AMA: Death Folk, Korpiklaani e Asmegin |
Dopo averli visti dal vivo al Pagan Fest con Primordial, Negura Bunget, Solstafir e Heidevolk, non potevo non esimermi dal pubblicare una loro vecchia recensione: gli Eluiveitie, tornano nel 2008 con "Slania", a distanza di 2 anni da “Spirit”, e ritornano con il loro sound rude, ma atmosferico, caratterizzato dall'utilizzo di strumenti tipici della tradizione celtica (l'hurdy gurdy, la cornamusa e i flauti), tradizione alla quale si rifà la band alpina ma non solo, vista la presenza anche di altri strumenti tipicamente svizzeri come lo zugerörgeli (una specie di accordion) e il bodhràn. Più vicini alle sonorità di Korpiklaani e Asmegin, accomunati più per ideologia agli irlandesi Cruachan, l'act d'oltralpe rilascia questo interessante e suggestivo lavoro, addirittura per la Nuclear Blast e il risultato non è affatto male. Se conoscete le band sopraccitate, avrete già capito che si tratta di un death metal dalle tinte folkish, che mantiene la rudezza del genere, ma grazie a preziosi e ariosi arrangiamenti, è capace di spingerci a ritroso nel tempo di mille anni, dove i riti pagani si consumavano quotidianamente. A me questo lavoro piace senza ombra di dubbio, anche se rimango stupito di fronte all'incedere super indiavolato di un pezzo come “Bloodstained Ground” che di folk ha ben poco, se non il finale. Sorprendente è l'aggettivo che si deve dare a un disco di simile fattura, perchè in grado di rievocare con estrema efficacia, le tipiche melodie popolari irlandesi, pur mantenendo intatto l'approccio feroce del death metal: riffing veloci, nervosi e ritmiche sostenute delineano il sound di fondo di “Slania”; tocca poi al magico suono di flauti, cornamuse e violini donare quel quid in più ad un lavoro in grado di spingere la band verso il meritato successo... (Francesco Scarci)
(Nuclear Blast)