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mercoledì 18 agosto 2021

Warbringer - Woe to the Vanquished

#FOR FANS OF: Thrash metal
This is by far my favorite Warbringer release to-date. It's really dynamic and full of energy! The riffs are super-tight and the vocals more manageable than on the first few albums! This maybe around 40 minutes in length but it was worth every minute. I'm not biased because I prefer thrash and melodic death over other genres of metal. I just think that they had come up with some riffs thought to be to me as being inconceivable! Totally an annihilation to the eardrums but really they tore it up on the rhythms. The leads were catastrophic to the ears as well, they simply dominated!

The vocals were something that I disliked for their first few albums and not they seem to be a lot less annoying. They go well with the music on here. And keep the album underground, that's for sure. Pretty much all of the songs are very intense but yet versatile. The all are well written, probably some of the riffs that they've had written out of their entire discography. I think that what sets this album apart from their prior releases is that their riff-writing is more of their own, they're not duplicating anything or any other bands. They're showing their influences but their songwriting is all original. ABSOLUTELY.

The production quality is top notch so it makes the instruments and vocals better heard altogether. I like a lot of the riffs that they show on here, they're totally kick ass and fast. The writing is definitely versatile and unique. I like how they constructed their songs and made them way unique and all-encompassing. The music is what takes precedence over everything, though like I said, the vocals are the most changed and best compliment to the music. The quality of the sound makes this a lot better and well done! This album by far is their most noteworthy compilation of songs to this date.

You're able to listen to this on Spotify and YouTube, but buy the CD for better audio quality as well as support for the band! It's worth it and it'll be easy to see the changes that they've made to better able to be heard. These guys just keep getting better and more mature over their prior material album in album out. You'll hear it too immediately that they've made a comeback to superb thrash that they throw out there! That's why it's a better idea to get the physical copy of this album is because you can hear it in full roar. Don't pass this up, it's my favorite one and it won't disappoint! (Death8699)


Opium/Absinth - Nullified Thoughts

#PER CHI AMA: Noise/Hardcore, Eyehategod
E questi due da dove saltano fuori? Maurizio Cervella (basso e voce) e Mattia Fenoglio (batteria) sono le menti marcescenti che stanno dietro a questo insano EP, intitolato ‘Nullified Thoughts’, sotto lo stupefacente moniker Opium/Absinth. Cinque invece le tracce malsane da spararci in faccia come il più duro degli schiaffoni inflitto al peggiore dei nemici. Si parte con le dinoccolate ritmiche di “Burn the Bear” che si muove tra laceranti accelerazioni noise hardcore, math e rallentamenti sludge, mentre la voce di Maurizio si diletta tra vocalizzi quasi slam e caustici growling, il tutto in poco meno di tre minuti fatti di sonorità asfissianti e malvagie al tempo stesso. “Blasph Beat” ha un che di punk nelle pulsioni iniziali di quel suo dinamitardo basso (ma a proposito, la chitarra dov’è?). Poi, un frangente atmosferico spariglia le carte in tavola prima di ritrovarci al punto di partenza da cui tornare a far male con una ritmica carica di rabbia e dolore. In “Kelevra”, l’abbinata basso-percussioni è a dir poco ipnotica nel suo processo crescente, fino a quando i vocalizzi (davvero buoni) si prendono tutta la scena, vomitando il proprio dissapore in un contesto rumoristico in costante decadimento atmosferico. L’effetto è catalizzante quasi quanto quello dell’intervista shockante che apre “Bunch of Hookers and Cocaine”, un’altra song al vetriolo in grado di molestare i nostri sensi. A chiudere il tutto, ecco “Shattered Pelvis“ e le sue sonorità a cavallo tra sludge, post-hardcore e doom. Ruvidi signori questi Opium/Absinth. (Francesco Scarci)

(Vollmer Industries/Brigante Records/Longrail Records/Tadca Records - 2021)
Voto: 74

https://vollmer-industries.bandcamp.com/album/nullified-thoughts

martedì 17 agosto 2021

The Nerve - Audiodacity

#PER CHI AMA: Groove Metal, Rage Against the Machine
Era il novembre 2013 quando usciva questo funambolico disco da parte degli australiani The Nerve. Ed io che ero convinto che la label australiana fosse focalizzata quasi esclusivamente sul post rock/metal, vengo smentito dalle bordate di questo 'Audiodacity'. Per la serie ristampe da oltreoceano (Indiano questa volta), ecco il poderoso sound di questi musicisti (membri di Mammal, COG e Pre-Shrunk) che ci scaricano addosso badilate di melma infuocata. L'iniziale "14 Again" sembra un pezzo pescato dalla discografia dei Pantera, la successiva "Witness" fa l'occhiolino invece ai Rage Against the Machine, con quel rifferama sincopato ed un cantato quasi rappato, con una porzione solistica davvero avvincente ed un finale che pesca addirittura dai Faith No More. C'è un po' di tutto degli anni '90 in questo disco, facendomi sobbalzare e poi cadere dalla sedia. Il cantato rappato torna anche in "Poser (First World Problems)", altra hit di poco più di due minuti e mezzo che spingono a quel classico pogo isterico di massa. Ancora bei riffoni per "Be Myself" che evocano un che dei Pantera, con la linea di chiterra un po' più edulcorata ed una voce qui molto vicina al buon Mike Patton. I pezzi vanno ascoltati tutti d'un fiato, per questo mi lascio tramortire dall'hard rock robusto di "Excuse Me" senza farmi troppe domande, un pezzo che prende però le distanze dai pezzi ascoltati sin qui. Non male per groove e potenza ma forse ho maggiormente apprezzato i precedenti brani, sebbene assai più derivativi. Un plauso va sempre alla sezione solistica, sia chiaro. Si torna a volare con "There May Come a Time" ed un sound sempre ricco di melodia, rabbia ed energia che spinge all'headbanging furioso, enfatizzato ancor di più da esplosioni alla chitarra solistica. Ancora un rifferama di scuola texana per "The Insight" ed un cantato qui che potrebbe anche emulare un che di Phil Anselmo. In chiusura, l'indiavolata "Respect", che mette sotto i riflettori l'eccellente performance vocale del sempre bravo Ezekiel Oxe e del mago della chitarra Glenn Proudfoot. Bravi e convincenti. (Francesco Scarci)

(Bird's Robe Records - 2013/2021)
Voto: 75

https://birdsrobe.bandcamp.com/album/audiodacity

super FLORENCE jam - S/t

#PER CHI AMA: Garage Rock
Continuano le uscite relativa al decimo anniversario della Bird's Robe Records, questa volta con il quartetto dei super FLORENCE jam (mi raccomando scritto rigorosamente in questo modo, non mi sono sbagliato). L'EP di quest'oggi rappresenta il loro debutto del 2009 e l'etichetta australiana ci ripropone il rock'n roll dei nostri per darci un assaggio di questi campioni (almeno in patria) di Sydney. La loro proposta? Lo dicevo una riga poco più su, un garage rock di settantiana memoria che sembra coniugare i Led Zeppelin (soprattutto con un vocalist che strizza l'occhiolino o forse meglio dire le corde vocali, con Robert Plant) con un che dei Beatles, mantenendo intatto quello spirito libertino di fine anni '60. Lo dimostrano le chitarre e i chorus dell'iniziale "Ghetto Project Fabulous", cosi come i fumi psichedelici della lenta e doorsiana "The Circle" per quello che un vero tuffo nel passato musicale più lisergico della nostra storia. Certo, siamo ovviamente lontani dalle divinità di quegli anni, però meglio non lamentarsi e divertirsi ripescando vecchie sonorità in grado di coniugare garage, punk, rock, psych e perchè no, anche stoner, con una verve allegra e rallegrante, come quella offerta da "Marcy" o dalla melodia orecchiabile di "Ten Years" e ancora dal roboante sound di "No Time", dove il frontman (in versione Ozzy qui) urla quasi fino a far esplodere l'intera collezione di bicchieri di cristallo che ho in casa. In chiusura, spazio alla malinconica "No Man's Land", una specie di ballata semiacustica, e dai tratti pink floydiani a livello solistico, che chiude un disco forse più indicato per gli amanti di simili sonorità, curiosi di conoscere una realtà che forse si erano lasciati scappare in passato. (Francesco Scarci)

Sordide - Les Idées Blanches

#PER CHI AMA: Black/Punk
Quello dei francesi Sordide è un bell'esempio di black dalle sfumature punkeggianti. 'Les Idées Blanches' è il quarto album per la band transalpina che nelle sue fila conta membri di Ataraxie, Mòr e Malemort. Sette malvagi brani che probabilmente non aggiungeranno molto di nuovo al panorama estremo se non la visione sghemba di questo trio originario di Rouen. Quindi, se siete amanti di sonorità scuola Deathspell Omega o Blut Aus Nord, il tavolo è apparecchiato per una nuova storia di suoni distorti, voci catramose, ritmiche trasversali e un caos primigenio che vi terranno incollati allo stereo per poco meno di quaranta minuti di musica ostica e ostile. Parlavo di punk inizialmente e infatti lo potrete cogliere nelle linee di chitarra dell'iniziale "Je N'ai Nul Pays" o nella ritmica incalzante di "Ruines Futures". Questi suoni si mischiano poi con elementi disarmonici che caratterizzano alla fine la proposta del terzetto normanno, abile non solo nelle linee musicali più veloci, ma anche in quelle più atmosferiche. Le influenze punkeggianti rieccheggiano nella parte iniziale di "L'atrabilaire" sebbene il pezzo affondi poi le sue radici nel black old school di scuola norvegese, che vede in esponenti quali Carpathian Forest, Taake e Darkthrone, i maggiori punti di riferimento per i nostri. Quello che sorprende poi è che in un brano come "Ne Savoir Que Rester", i nostri rallentino vertiginosamente le loro ritmiche spietate per immergersi in un sound decisamente più fangoso, oserei dire quasi sludge. Ecco il punto di stacco dal black norvegese, la capacità di modulare la ferocia della propria proposta in pezzi dal piglio più compassato, come ritroveremo anche nella melmosa ed ipnotica title track o nella conclusiva "Vers Jamais" che coniuga un po' tutte le caratteristiche della band in un'unica e lunga song di quasi nove minuti che arrivano addirittura a strizzare l'occhiolino a sonorità prog avanguardistiche. 'Les Idées Blanches' alla fine è un gradito ritorno, certo non sarà facile da apprezzare sin da subito ma i fan di queste sonorità lo adoreranno, ne sono certo. (Francesco Scarci)

(LADLO Productions - 2021)
Voto: 70

https://ladlo.bandcamp.com/album/les-id-es-blanches

giovedì 12 agosto 2021

Crystalic - Watch Us Deteriorate

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Melo Techno Death
L'inizio di 'Watch Us Deteriorate' vale da solo l'acquisto di questo lavoro: coinvolgente, melodico, trascinante, potente. Devo ammettere di essermi innamorato immediatamente del debut della band finlandese, in giro ormai dal 1998, ma che soltanto dopo una decade è stata in grado di rilasciare la propria interessante prima release. Poco meno di quaranta minuti di musica death metal melodica, influenzata nelle ritmiche dagli Arch Enemy ma rievocante anche il sound e il feeling di act quali Death, Control Denied e Nevermore. Nonostante un'insipida copertina, che penalizza enormemente l'impatto visivo, il disco si rivela invece estremamente valido e vivace. La traccia in apertura, "Blackened Image", è a dir poco entusiasmante, con quelle sue aperture melodiche ma potenti, le growling vocals (ottime peraltro) di Jarno ben bilanciate rispetto a tutti gli altri strumenti. Le successive “Severe Punishment” e “Defiance of Supremacy”, mettono in mostra l'elevato potenziale di fuoco del quintetto nordico: potenti riffs, ottima perizia tecnica (eccezionale il lavoro al basso di Arto, in grado di evocare i virtuosismi di Steve di Giorgio) e raffinato gusto per le melodie (bravissimi i due axemen). Sia ben chiaro, non stiamo parlando di un album molliccio, ma di un lavoro capace di dosare egregiamente potenza, tecnica e melodia. I Crystalic avevano tutte le carte in regola per raccogliere lo scettro lasciato da Chuck Schuldiner e compagni: musica aggressiva ma in grado di andare dritta al cuore. Peccato solo si siano persi per stradadopo il secondo splendido 'Persistence' del 2010. Da allora solo silenzio, fino all'ultimo single del 2020, che lascia ben sperare per il futuro. (Francesco Scarci)

(Manitou Records - 2007)
Voto: 75

https://www.facebook.com/CrystalicBandOfficial

venerdì 6 agosto 2021

Megadeth - Rust In Peace

BACK IN TIME:
http://www.secret-face.com/
#PER CHI AMA: Thrash/Speed
Probably my favorite Megadeth release to date. It's just melodic as all hell! That's what drove me to like this album! Dave sounds great, too! Especially on "Holy Wars..." and "Hanger 18." Megadeth has been such a huge influence in the metal community since they came about after Megadeth's great Dave Mustaine was fired from Metallica. They've been more consistent than that legendary band staying within the thrash/heavy metal roots. They never sold out, they always came back to write more great music but on 'Rust In Peace', the riffs were top notch, ABSOLUTELY!

Both Dave and Marty rip on the lead department! And the riffs are God-like. "Holy Wars..." probably my favorite song from the entire album. It's just so original and fresh. The intro to "Hanger 18" is killer too. But the whole album displays areas of amazing creativity by Dave mostly. I can't believe that Dave considers himself as a "failure" because of getting fired from Metallica. He's way better than he gives himself credit for especially for albums such as this and 'Peace Sells...But Who's Buying?' Amongst the countless other classics that Megadeth has contributed to the metal community!

The production was decent though it could've been a little better. But still, the album is ingenious! They deserve all the press that they get for this one and many others. Megedeth always came up with fresh riffs and on this one you'll hear what I'm talking about. These guys rip it up Nick and Dave Ellefson sounded great as well. Nick's passing at 51 was just way too young! And Dave now is out of the band permanently. What a waste. But his time with Megadeth was grand. New material is going to be out now too, but to reflect on this, Megadeth was at their primordial best and most creative. Other bands have duplicated riffs from them.

I had the cassette of this that's how old it is! But it's still a countless classic! They stayed great in the 80's and 90's but I kind of took a break from them in the later 90's and more recent albums. I kind of lost interest and wanted to focus only on the classics. Definitely a band that will never be able to duplicate. Only emulate. A lot of bands cover Megadeth songs and for a good reason: they AWESOME! I'm sure newbies to the metal scene need to get introduced to this album and other Megadeth albums that I mentioned. They're priceless! 'Rust In Peace' will go down as my favorite release of theirs ever! (Death8699)


(Capitol Records - 1990)
Score: 90

https://www.facebook.com/Megadeth

domenica 1 agosto 2021

Landskap - Landskap II

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Psych/Prog Rock
Sedimentato lo stoner tettonico della prima prova, rocciosa ma poco velleitaria, il secondo album dei Landskap, intraprende una ventosissima direzione eminentemente nordic-prog (a partire dalla copertina e, a conti fatti, dal nome stesso della band), attenta però al sunny-psych finesessanta tipo Doors (il finale "Sun of no North") e Iron Butterly (la portentosa "Leave it All Behind") con qualche inattesa sortita NWOBM (il Maiden-riff che apre la già citata "Leave it All Behind" e la turbolenza à-la-Fade-to-black che la chiude). Soltanto se immaginaste voi stessi alla guida del pulmino dei Motorpsycho dispersi nella tundra norvegese mentre canticchiate "Riders on the Storm" alla ricerca di un cazzo di albero per pisciarci contro, allora vi figurerete l'immanenza della performance vocale di Jake Harding e, per estensione, dei trentasei minuti complessivi di questo straordinario album. Dovesse capitarvi di sentirvi preda di una accesso deipnofobico tornate a casa, accendete il camino, procuratevi un plaid e mettete su questo disco, ma solo dopo esservi assicurati di aver terminato la legna e il single barrel. (Alberto Calorosi)

(Black Widow Records - 2014)
Voto: 75

https://landskap.bandcamp.com/album/ii