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sabato 5 novembre 2011

Stielas Storhett - Expulse

#PER CHI AMA: Black Avantgarde, Fleurety, Manes
A parte una bruttissima copertina ed un indecifrabile logo, ciò che è racchiuso in “Expulse” è quanto di meglio si possa trovare negli ultimi tempi in ambito black avantgarde. Per certi versi la one man band di Murmansk, mi ha ricordato i norvegesi Fleurety, abili nel miscelare melodie psichedeliche di scuola Pink Floydiana, con il riffing glaciale di “sua santità” Burzum. Damien T.G., il musicista che si cela dietro il nome Stielas Storhett, propone il suo personalissimo “Arctic Black Metal” che, a scanso di equivoci, mantiene dal precedente lavoro, “Vandrer...” ormai datato 2006, solo lo screaming e qualche sfuriata tipicamente black, perché, poi diciamocelo, questo disco, è intriso di ritmiche rock, ammiccamenti alla malinconia del death/doom (si ascolti “Buried by Storm and Eternal Darkness”), aperture jazz (si avete capito bene!) e assoli di caratura prog. Insomma un pout pourri di generi che consentono ad “Expulse” di stagliarsi ben oltre la media ed entusiasmarmi cosi facilmente, con il suo sound fresco ed originale. Una dopo l’altra, le sette tracce qui contenute, riescono a catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore più esigente con scelte davvero azzeccate: vuoi per aperture folkeggianti, passaggi acustici da urlo, ambientazioni deprimenti, l’inserto di parti di sassofono (ad apertura della stupefacente title track) ad opera di Grigory Valiev e sperimentazioni varie, l’album si colloca immediatamente tra le uscite più indovinate della sempre attiva e attenta Code666, ma in generale tra le più interessanti di questo 2011. Eccellente da un punto di vista tecnico (splendidi alcuni assoli ed esagerata la strumentale “Hush a Bye”, quasi presa in prestito da “Damnation” degli Opeth), ottimo a livello di songwriting, accattivante a livello emotivo ed inoltre sorretto da una buona produzione, il buon Damien con i suoi Stielas Storhett, si candida ad assurgere ad un ruolo fondamentale nell’evoluzione del black metal d’avanguardia. Ma quale black metal poi, mi domando io: se solo si abbandonasse lo stridore gracchiante dello screaming, Damien potrebbe aprire la sua raffinata musica ad un pubblico assai più vasto e io addirittura ad un voto più alto. Per molti ma non ancora per tutti; alla prossima Damien! (Francesco Scarci)

(Code666)
Voto: 85