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giovedì 13 giugno 2019

Membrane/Sofy Major - Split Lp

#PER CHI AMA: Noise/Hardcore, Unsane, Melvins
Membrane e Sofy Major hanno da poco rilasciato gli ultimi capitoli della rispettiva discografia, il ruggente 'Burn Your Bridge' per il terzetto post-hardcore di Vesoul, e il graffiante 'Total Dump' per il gruppo di Clermont-Ferrand (che probabilmente qualcuno avrà potuto apprezzare live insieme agli Unsane al Solo Macello del 2016). Scopriamo che nel 2011 (riproposto nel 2017 dall'Atypeek Music) le due band transalpine, allora scarsamente conosciute dalle nostre parti, avevano unito gli sforzi registrando uno split fatto di distorsioni ipertrofiche e riff abrasivi. Aprono le danze i Membrane con “Gruesome Tall”, “Small Fires” e “Lifeless Down on the Floor”, pezzi ombrosi e che trasudano rabbia, perfetta sintesi delle coordinate della band: un post-hardcore molto pesante e metallico che richiama Breach e Today Is The Day, lanciato come un treno fuori controllo sui binari tracciati dalla batteria martellante e alimentato dallo sferragliare del basso. Ci pensano poi i cupi accordi di Nico e il cantato sofferente a raschiare ogni residua resistenza di fronte al cataclisma che i Membrane scatenano su di noi. La proposta dei Sofy Major è meno viscerale e più cafona (in senso buono), punta su suoni grossi e sulle distorsioni slabbrate create da quei Big Muff di cui non negano la dipendenza e l’abuso: “Ruin It All”, “Doomsayer and Friends”, “Some More Pills” e “Once was a Warrior” sono dei pugni in faccia a cavallo tra il pesante noise degli Unsane e lo stoner pachidermico dei Melvins, brani in cui la band dimostra tutto il suo potenziale sonoro distruttivo. Entrambe riconducibili al filone noise-core, Membrane e Sofy Major ci offrono due approcci differenti, con i primi maggiormente incattiviti e attenti a costruire atmosfere che coinvolgano l’ascoltatore nel loro abisso di angoscia, i secondi irriverenti e rumoristici servi di una qualche divinità del caos. Dal 2011 a oggi entrambi hanno affinato le proprie lame consegnandoci uscite memorabili, ma dando un ascolto a questo split c’è da dire che le premesse erano buone già all’epoca. (Shadowsofthesun)

lunedì 10 giugno 2019

Sofy Major - Total Dump

#PER CHI AMA: Noise-core/Stoner Rock, Unsane, Melvins, Sonic Youth
Il percorso dei Sofy Major è incentrato su suoni ruvidi e riff pesanti: da 'Permission To Engage' (2010) a 'Waste' (2015), passando per il convincente 'Idolize' (2013), la loro formula non ha visto grosse novità e la band francese si è mantenuta imperterrita sulla rotta tracciata dai loro idoli Unsane. I tre lavori risultano così ugualmente energici e non mancano qua e là spunti interessanti, troppo poco tuttavia per farsi notare in un ambiente ormai inflazionato come quello a cavallo tra noise, sludge e stoner. A quattro anni dall’ultima uscita, dopo un periodo dedicato all’attività live (il contesto migliore per poter apprezzare il power-trio di Clermont Ferrant), ecco 'Total Dump', il cui titolo richiama in modo evidente (così come il precedente 'Waste') il suono sporco e pesantemente distorto dei Sofy Major e non fa che sottolineare l’irriverenza e l’ironia che caratterizzano l’approccio della band. Già dal primo, ascolto ci si accorge che i parallelismi con gli Unsane non mancano neppure questa volta e non solo a livello di stile musicale: è Dave Curran, iconico bassista della band newyorkese, a impostare il mix dell’album in modo ben riconoscibile, ossia con basso bulldozer sparato in faccia all’ascoltatore, la chitarrona contenuta con un filo di prudenza a riempire di colori lo sfondo, l’asciuttissimo rullante della batteria a cadenzare il ritmo delle canzoni. Se brani come la title track e “Giant Car Crash” non sono che l’ennesimo graffiante tributo alla scena noisee hardcore della East Coast, bisogna ammettere che in 'Total Dump' le influenze sembrano più variegate e meglio amalgamate rispetto al passato, con risultati apprezzabilissimi come “Franky Butthole” e “Tumor O Rama”, pezzi ibridi ottenuti dall’incrocio tra l’acidità dello stoner alla Fu Manchu e lo sludge a tinte psichedeliche che possiamo rintracciare in Torche e Baroness. Anche il songwriting appare più ragionato e grazie a questa inedita maggiore cura dei dettagli, la band si cimenta in confronti eccellenti, con i Sonic Youth nell’esperienza malinconicamente allucinata di “Cream It” e con i Melvins nello sludge tossico che caratterizza “Kerosene”. Lo sforzo dei Sofy Major di essere meno intransigenti nella proposta, dando spazio ad un ricco campionario di sfumature e aprendo a sonorità meno arcigne del classico noise-core, premia senza dubbio 'Total Dump' , che risulta così molto più dinamico e cattura l’attenzione dall’inizio alla fine. I suoni, massicci e sbeccati come da tradizione nineties, ci sfilano accanto come una mandria di pachidermi senza però travolgerci, cosa importante per un disco che voglia aprire le porte anche a nuove platee di ascoltatori. C’è da dire che forse la pecca sta proprio qui, nel giusto mix tra la cafonaggine e la ricerca di soluzioni più garbate: i ceffoni ci sono, ma non fanno poi così male, d’altra parte è facile avvertire molto citazionismo e ancora poca personalità nelle composizioni melodiche alternative. Per quanto ben congegnato e piacevole, 'Total Dump' è ancora lontano dall’essere un album in grado di lasciare una traccia indelebile, tuttavia gli amanti delle distorsioni sguaiate non se lo devono assolutamente fare sfuggire. (Shadowsofthesun)

(Atypeek Music/Solar Flare/Deadlight/Antena Krzyku/Corpse Flower - 2019)
Voto: 69

https://sofymajor.bandcamp.com/album/total-dump

giovedì 5 settembre 2013

Sofy Major – Idolize

#PER CHI AMA: Noise, Hardcore, Sludge, Melvins, primi Mastodon, Unsane, Dozer
I transalpini Sofy Major dopo varie vicissitudini mettono in campo questo loro nuovo lavoro contornato da tanta ambizione e sotto l'ala protettrice di Dave Curran (Unsane, Pigs). L'ottima qualità del lavoro si sente al primo ascolto: i nostri si muovono a proprio agio fondendo hardcore, stoner rock e sludge in un magma sonoro ricco di richiami anni '90. Sarà la parentela geografica, ma ricordano molto per un certo modo di vedere, la musica estrema dei Treponem Pal, non a caso si sente distante chilometri che sono francesi. Il trio esaspera bene le sue influenze e tutto suona quadrato e nitido passando dalle sonorità di certo alternative alla Jesus Lizard fino ai succitati Unsane con un tocco noise di scuola retrò, stile Helmet. Tutto questo rende il disco molto dinamico e nervoso, una forma sonora in continua apprensione, tra sfuriate punk di nuova generazione e rumore dalle tinte alternative. L'intero lavoro supera i quaranta minuti e si concede anche una apertura al noise ambient molto bella e inserita nella scaletta nel punto giusto dopo i primi tre brani suonati all'arma bianca. La seconda parte di "UMPPK" suona come un brano scarnificato degli One Dimensional Men di un tempo, sormontato ad un brano degli stoner rockers svedesi Dozer. Non del tutto originale ma ben fatto, cosi come la successiva "Slow and Painful" che sembra nata da un abuso di musica stoner. Si stacca leggermente dagli stereotipi stoner "Coffee Hammam" e il brano sperimentale "Seb". Il brano "Platini" riporta il punk alternativo in casa Sofy Major, ma la formula stoner/hardcore/noise li seguirà fino alla fine (la chiusura del disco è assegnata a "Power of their Voice" cover dei Portobello's Bones) dando conferma e anche una certa stabilità all'intero disco. In totale un buon percorso sonoro, forse un po' carente di personalità in alcune parti e non sempre originale, ma ben orchestrato e ben suonato... Da ascoltare... Un lavoro ben fatto! (Bob Stoner)

(Solar Flare - 2013)
Voto: 70

Un disco che trasuda volontà e personalità da tutte le parti, a partire dalla sua genesi. Il trio francese, dopo un paio di release minori e un full lenght nel 2010, si era trasferito a New York City per lavorare al nuovo disco presso i Translator Studio di Brooklyn. Peccato che, lo scorso ottobre, l'uragano Sandy abbia raso al suolo l'intero studio di registrazione e tutto il lavoro fatto dai Sofy Major: fortunatamente, grazie all'aiuto di Dave Currane (Unsane, Pigs) e della scena locale, hanno rimesso insieme i pezzi e messo in stampa questo "Idolize". Volontà e personalità, dicevamo: perché non è facile fondere insieme con successo il suono dello sludge con la violenza del post-hardcore, la follia noise dei Melvins con i Mastodon e i Tool, e inondare il tutto di fuzz e di riff memorabili. Non è facile proporre un crossover di influenze ed uscirne comunque a testa alta, con uno stile che resta originale e personale pur nel citazionismo (a volte esagerato: l'inizio di "Comment" assomiglia un po' troppo a "Gardenia" dei Kyuss, per dire). I Sofy Major sanno come muoversi bene in questo territorio pericoloso e poco definito ai confini tra lo sludge, l'hardocore e il noise. Tolta l'atmosferica "UMPKK Pt. 1" e la sperimentale "Seb" che sembra uscita dritta dritta dall'ultimo disco dei Melvins, "Idolize" si muove su ritmi veloci e potenti, dando prova di grande perizia tecnica (le prime note di "Aucune Importance" mi hanno fatto quasi pensare all'ennesimo disco math), di capacità compositive per una volta davvero originali ("Bbbbreak", la disturbante "Platini"), di idee chiare anche quando il riffing si avvicina più alle cadenze doom ("Steven The Slow", la parte centrale di "Coffee Hammam"). Aggiungete una produzione impeccabile nel rendere il calore e la violenza del genere, e avete la ricetta di un disco che girerà parecchio nelle vostre orecchie. (Stefano Torregrossa)

(Solar Flare - 2013)
Voto: 75

http://sofymajor.bandcamp.com/album/idolize