#PER CHI AMA: Black, Death, Avantgarde, Jazz |
Vi ricordate il film “La Grande Abbuffata”, dove quattro individui, stanchi della vita noiosa e inappagante che conducono, decidono di suicidarsi, chiudendosi in una casa nei dintorni di Parigi, mangiando fino alla morte? Beh il cult movie, che partecipò anche al festival di Cannes, è il tema conduttore del nuovo lavoro dei cechi Forgotten Silence, che oramai avevo dato per dispersi. Era infatti dal 2006 che non uscivano con un full lenght ed ora eccoli alle prese con “La Grande Bouffe”. Il cd si apre con l’invito a tavola per l’inizio della cena, estrapolato proprio dal film, che in alcune parti del disco ripropone altre parti di dialoghi. Mi pare infatti di sentire la voce del nostro Ugo Tognazzi in “Translucide (Brighton II.)”. La musica dei Forgotten Silence invece riprende, come era lecito aspettarsi, la sua delirante follia, con un sound all’insegna dell’avantgarde, e con le consuete scorribande in territori elettronici, death, jazz e ambient. Da quasi vent’anni, la band ceca è sinonimo di suoni innovativi, il cui avvicinamento è consentito solo a chi è dotato di grande flessibilità mentale. Io lo sono e mi lascio pertanto trasportare dall’estro improbabile di questi sei incredibili musicisti, che con somma intelligenza, questa volta arrivano a citare appunto, l’opera di Marco Ferreri. Inappuntabili. Cosi come i nostri lo sono in ambito tecnico-compositivo. Poche sono le band infatti, in grado di permettersi di proporre un simile sound, ma i Forgotten Silence possono questo ed altro. “Aalborg” è una song dai ritmi vertiginosi, quasi electro grind, che mostra un break centrale che incanta per la capacità del combo di rallentare i tempi. Intermezzi di dialoghi del film italo-francese, infarciscono il disco, tra un brano e l’altro. “Les Collines De Senyaan Pt.III” è tribale, psicotica e psichedelica, inutile tuttavia cercare di appioppare delle etichette, rischierei comunque di dire una mezza verità. Difficile descriverne il sound che di metal in questa traccia ha ben poco. L’imprevedibilità fa parte del DNA del folle sestetto e “Fermeture De La Bouche” ne è l’ennesima testimonianza: rock, techno-cyber death, folk, black, si fondono in un unisono delirante musicale che avrà un effetti disturbanti per il cervello di chiunque persona normale provi ad ascoltarlo. Le vocals, seguendo il flusso psicotico dell’album, si alternano tra screaming malvagi, possenti growl, effetti elettronici e clean vocals. Con l’effetto simile a quello che si ha dopo aver bevuto tutto di un fiato una bottiglia di vodka, mi appresto ad ascoltare le ultime due tracce, ma come potete intuire, ormai non mi reggo più in piedi, la vista è sfocata e l’equilibrio è carente. I Forgotten Silence mi hanno ubriacato e saturato i sensi un’altra volta con il loro sound unico e divertente, ma decisamente non sempre cosi semplice da digerire. Quindi, fate attenzione anche voi a non abusarne, non vorrei correste il rischio di fare la fine dei quattro protagonisti de “La Grande Abbuffata”… Morire! Semplicemente mostruosi. (Francesco Scarci)
(Shindy Productions)
Voto: 85