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martedì 24 agosto 2021

Nicta - Rage and Fury Fed Us

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Symph Power, Dimmu Borgir, Rhapsody
Ricordo una piacevole chiacchierata a quattro occhi con il vocalist e il chitarrista dei Nicta, e poi mi ritrovai fra le mani, il loro Mcd autoprodotto, 'Rage and Fury Fed Us': quattro brani per un totale di mezz’ora di musica per la band di Rovigo, che definiva il proprio genere, extreme power. Le songs contenute in questo lavoro ci consegnavano una band preparata e matura al punto giusto, quasi da meritare il salto di qualità e firmare un contratto per una casa discografica, che potesse garantir loro una distribuzione decente su tutto il territorio italiano ed europeo. Invece non se ne fece niente eppure ero straconvinto che la band potesse realmente riscuotere un discreto successo in Germania e in nord Europa, grazie alle sonorità qui proposte. Partiamo comunque con calma, esaminando traccia dopo traccia, la musica proposta dal quintetto veneto. La band suonava una sorta di death/black dalle tinte power sinfoniche e di primo acchito verrebbe da indicare come influenza primaria i Children of Bodom. Tuttavia un ascolto più accurato non fa altro che evidenziare l’ampio spettro di influenze mostrato dai nostri: notevole l’ispirazione della musica classica nelle note di “Civil War”, dove le tastiere assumono un ruolo da protagonista nell’evolversi del brano. Le chitarre, corpose e melodiche, possono richiamare alla mente i Dimmu Borgir di 'Death Cult Armageddon'; la voce si alterna tra un cantato growling (ma non troppo), sporadici scream e clean vocals in pieno stile power. La successiva “Frozen Sleeper” è probabilmente il brano più complesso del Cd; nonostante la sua lunga durata (quasi 9 minuti), i cinque ragazzi sono abili nel tenere vivo l’interesse dell’ascoltatore dall’inizio alla fine. Si passa da atmosfere doom ad altre tipicamente power con una ritmica bella potente (ottima la prova dei singoli) con le tastiere che dipingono paesaggi autunnali laddove, reminiscenze di Rhapsody e Graveworm, escono allo scoperto. “Blossom of Pain” parte su una base funerea, sostenuta sempre dall’ottima prova alle keys di Graziano, per poi scatenarsi in una lunga cavalcata power, i cui intermezzi potrebbero costituire tranquillamente la colonna sonora di un film horror. Anche la conclusiva e mia preferita “Set the Fury Free”, la song più aggressiva e malvagia del lotto, ci mostra una band valida e piacevole da ascoltare. Come sempre, ottime sono le orchestrazioni e gli arrangiamenti (Dimmu Borgir docet), così come pure la sezione ritmica, veloce e martellante, con la voce di Fabio al limite dello screaming black. Non eravamo di certo di fronte ad un disco originale al 100%, tuttavia le idee erano buone, peccato solo che questo sia rimasto un episodio isolato nella discografia dei nostri. (Francesco Scarci)

(Self - 2007)
Voto: 70

http://www.nicta.it/