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mercoledì 15 dicembre 2021

Kavrila - Mor

#PER CHI AMA: Punk/Hardcore/Doom, Down
Dopo averci deliziato con il sound intelletualoide dei Dying Hydra, la Narshardaa Records ci prende ora a schiaffoni con i tedeschi Kavrila e il loro nuovo album 'Mor'. Dieci pezzi, dieci schegge impazzite di hardcore e non solo, per un totale di 28 minuti di suoni a dir poco caustici. Ci avevano già impressionato con l'uscita, peraltro sempre quest'anno, di 'Rituals III', e i nostri tornano a colpirci con questo nuovo capitolo in cui nel primo pezzo, "Watershed", la sensazione è quello di farsi la doccia con una bella dose d'acquaragia ed il loro classico concentrato abrasivo di punk hardcore. Con "Halfway Vanished", le carte in tavolo vengono ribaltate anche se la prima metà (sto parlando di un paio di minuti complessivi) si mantiene nei paraggi del punk, mentre la seconda si muove dalle parti di un dronico e asfissiante doom. Con "Nebula", la proposta sembra invece includere un mix tra i primissimi e acidissimi Nirvana, e ancora punk e post-hardcore. Più robusto e sludgy il sound di "The Facts", sebbene quelle arcigne vocals ci ricordino sempre da dove i nostri musicisti teutonici arrivano. Più ritmata e gradevole "Tremor", sicuramente meno "supposta in culo" rispetto alle precedenti tracce e per di più con un inedito break atmosferico che prende parecchio le distanze dai primi pezzi. Esperimento interessante. Un bel basso di pink floydiana memoria ("One of These Days") apre invece la title track, la song più varia e divertente del lotto, grazie a quel suo bel piglio melodico che colpisce dritto nel segno. Carta igienica con effetto carta vetrata invece per le sonorità killer di "Flay", e quel suo sporco punk nella prima parte, mentre si presenta oscurissima e pesantissima nella seconda metà. Il disco ha ancora da regalare la stralunata "Endocardium", cosi ricca di groove, "RIP" che ci assale con un violentissimo attacco thrash e in chiusura, ecco "Retribution", il pezzo più lungo del disco, ma anche quello più melodico, apparentemente ruffiano, ma che mantiente comunque intatto lo spirito indomito hardcore dei nostri con quel loro fare tra Entombed e Down che sembra non passare mai di moda. Ben fatto ancora una volta. (Francesco Scarci)

(Narshardaa Records - 2021)
Voto: 75

https://narshardaa.bandcamp.com/album/kavrila-mor

lunedì 3 maggio 2021

Kavrila – Rituals III

#PER CHI AMA: Sludge/Hardcore/Noise
La band di Amburgo chiude il suo cerchio magico con l'uscita della terza opera di una personale trilogia intitolata 'Rituals', I, II e III. A mio parere i tre EP dovrebbero essere ascoltati insieme ed in sequenza temporale, anche se devo ammettere che questo terzo disco è quello più intenso, il meglio riuscito. A stento si riesce a classificare la loro musica e con immenso piacere d'ascolto mi affaccio al loro universo sonoro, un condensato di vari stili che spesso in rete viene imbrigliato, frettolosamente, tra le fila del genere sludge. Nel fantasioso uso delle chitarre che amalgama influenze punk, hard rock e new wave, vi troviamo anche i concetti compositivi dei primi Unwound e un sostrato hardcore alla Coalesce molto evidente. Assieme alle interessanti chitarre e ad un'incalzante presenza ritmica che si trova a suo agio, tra timbriche e costruzioni fantasiose, vicine allo stile dei Fugazi, troviamo un cantato notevole, assai aggressivo ed ossessivo, un attacco sonico di tutto rispetto che mostra una particolare vena d'originalità, devota a certe ruvide cadenze di Helmettiana memoria. Il periodo di riferimento verso la band americana è quello di 'Born Annoying' per quanto riguarda la componente noise, mentre per la tensione contenuta nei brani, il paragone va tra le note di band nervose sullo stile degli RFT, con un'urgenza espressiva drammatica simile ai Treponem Pale di 'Aggravation' nelle parto slow-mid tempo con una predilizione per gli aspetti più nevrotici di certo post punk alla Gang of Four del primo periodo, non di poco conto. Se teniamo conto che il suono non è volutamente così pesante come si usa di solito nello sludge (scelta di produzione vincente sotto tutti i punti di vista), che i brani sono comunque una mazzata nello stomaco dal primo all'ultimo minuto, che vantano una grossa orecchiabilità unita ad un nervosismo latente ed una tendenza al depressivo di moderna scuola black, alla Psychonaut 4, i quattro pezzi di questo 'Rituals III' risultano un collage al fulmicotone di emozioni estreme impressionante. La tensione e l'urgenza espressiva si fanno sentire alla grande, con tutta la potenza necessaria, con un estremismo sonoro controllato e mirato, che rende la band teutonica degna di una credibilità enorme. Un mix sonico che esplora i sentimenti umani dell'angoscia e della rabbia, che difficilmente con una parola si riesce a descrivere. Forse, il modo più giusto per capire il combo tedesco, è quello di osservare le splendide grigie copertine dei loro album, accompagnati dalla loro musica sparata ad alto volume e rigorosamente in solitudine, perchè, per amare opere così introspettive ed estreme, è richiesta un'attenzione particolare. Non siamo di fronte al solito disco sludgecore, hardcore o quant'altro, per ascoltare questo EP serve molta attenzione e un'anima molto ricettiva, il solo inizio, l'evoluzione della composizione ed il grido ripetuto nel finale di "Elysium", il brano che chiude il disco, basta per far capire cosa si nasconde dietro la musica di questo interessante ed originale quartetto. Ascolto consigliato, album splendido. (Bob Stoner)

(Narshardaa Records - 2021)
Voto: 78

https://kavrila.bandcamp.com/album/rituals-iii