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lunedì 11 marzo 2019

Fretting Obscurity - Flags in the Dust

#PER CHI AMA: Death Doom, primi Anathema
Quando di mezzo c'è la Endless Winter, è lecito aspettarsi solo una bella dose di death doom. Alla stregua della Solitude Productions, l'etichetta di Taganrog è ormai diventata infatti portatrice di tenebre sulla Terra. Non ultimi ad ascriversi alla categoria suoni del destino, arrivano gli ucraini Fretting Obscurity, o meglio l'ucraino Yaroslav Yakos, mente e braccio della band originaria di Kiev. Mi sa tanto che il buon Yaroslav deve essere cresciuto a pane e primi vagiti degli Anathema, visto che la lunga ed estenuante "Flags in the Dust", opener che dà peraltro il titolo al disco, lungo i suoi oltre 13 minuti, più volte fa l'occhiolino a 'Serenades' dei più famosi colleghi inglesi. Non solo Anathema nei solchi di questo disco perchè ovviamente quando il doom si fa più asfissiante (per non dire funeral), ecco che la mente ci riporta anche a 'As the Flower Withers' dei My Dying Bride. È il caso dei minuti conclusivi dell'opening track, ma emergerà anche in altri frangenti del lavoro. "If There Is No Other Way to Love 'Em" nel suo astruso e dissonante arpeggio iniziale, immette la drammatica essenza del doom nelle note poco fluide di un disco davvero complicato da digerire. Questo perchè i pezzi di Yaroslav, oltre ad essere parecchio lunghi (si oscilla tra i 13 e i 18 minuti di durata), non godono proprio di quello che si definisce easy listening. L'ascolto è frammentario, rotto, disarmonico, rarefatto, dissuadente e alla fine estenuante. Non è che la band non sia in grado di suonare sia chiaro, ma quello che è messo in scena qui, per quanto a tratti riesca a toccare le corde dell'emotività (e nella seconda traccia avviene solo dopo sette minuti), risulta davvero difficile da essere affrontato tutto d'un fiato. Pensate poi a come mi possa sentire quando mi ritrovo davanti due colossi da 18 minuti, "Eternal Return" e "Funeral Never Ends". Spaventato è la parola giusta. E non perchè ad attendermi ci sia un suono devastante, tritaossa o spaccabudelle, semplicemente perchè so già che lo stomaco si attorciglierà su se stesso e la mente collasserà dopo aver ingurgitato simili sonorità che nella prima delle due song, si lancia addirittura in una qualche accelerazione death, prima di sprofondare nella drammaticità atemporale di un suono radicale, che ha anche modo di richiamare la cupa essenzialità dei Mournful Congregation tra ipnotiche melodie di chitarra che evocano anche un che dei Tiamat di 'Wildhoney'. Alla fine, il quadro per il sottoscritto è più o meno delineato, a voi ora l'arduo compito di affrontare la scalata di una cosi ardua montagna. (Francesco Scarci)

(Endless Winter - 2018)
Voto: 64

https://frettingobscurity.bandcamp.com/