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mercoledì 22 agosto 2018

Extremities - Gaia

#PER CHI AMA: Djent, Meshuggah, Tesseract
Orfana dei Textures, la scena djent trova gli eredi della band olandese nella stessa Olanda con gli Extremities. Esordienti nel 2016 con un EP, 'Rakshasa', il quintetto di Eindhoven sbarca in questo 2018 con un debutto sulla lunga distanza, 'Gaia'. Otto pezzi di durata più o meno cospicua ("The Inward Eye" dura addirittura 18 minuti) che identificano la proposta musicale del quintetto tulipano che vede in Meshuggah, Gojira e gli stessi Textures, i riferimenti principale per il proprio sound. L'apertura è affidata alla granitica "Colossus", che strizza inevitabilmente l'occhiolino ai godz svedesi con le immancabili chitarre poliritmiche ed un vocione che richiama il buon Jens Kidman, mentre la musica vede alcune variazioni di natura electro-grooveggiante che permettono ai nostri di meglio caratterizzare la propria proposta e non risultare dei puri emuli delle band sopra menzionate. E il risultato non può altro che beneficiarne, visto anche un break dal sapore post-rock che si staglia a metà brano. Le ritmiche si confermano, come da tradizione, sghembe e disarmoniche sul finire dell'opener ma anche in altri pezzi successivi, e penso alla devastante "War" o alla più ritmata e "Reanimate", forse la song più legata al djent dell'intero lotto. Più ruffiana invece "Circular Motions" con quell'utilizzo di vocals pulitissime in stile Tesseract, per una song che si muove in territori più alternativi (e che tornerà anche successivamente in "Hydrosphere" e nella melliflua "Through the Dreamscape") e che peraltro vanta una sezione solistica da urlo. Violento l'attacco di "Emissary", con uno stile a cavallo tra death e thrash che cita indistintamente Pantera e Nevermore. Arriviamo all'ultima "The Inward Eye", un mattone di quasi 18 minuti, in cui le chitarre duettano con un sax mostrando la vena sperimentale di cui sono dotati i nostri in un saliscendi emozionale che arriva a chiamare in causa anche i Pain of Salvation, per una traccia che miscela abilmente deathcore progressive, jazz, dream-pop, djent e post rock e che non pone limite alcuno alla proposta musicale degli Extremities, forse i veri designati eredi dei Textures. (Francesco Scarci)

(Painted Bass Records - 2018)
Voto: 75

https://extremitiesnl.bandcamp.com/