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martedì 26 settembre 2023

Chorosia - Stray Dogs

#PER CHI AMA: Sludge/Doom
È un EP di una mezz'ora importante quella della multinazionale che risponde al nome di Chorosia (il cui moniker sul disco lascia intendere peraltro tutt'altro nome). Fatto sta che 'Stray Dogs' è un lavoro che arriva a due anni dal precedente - il secondo - Lp della band viennese (che include membri provenienti da Lussemburgo, Germania, Bosnia e appunto Austria), anche se l'anno scorso i nostri hanno rilasciato addirittura una Live Session di quattro pezzi. La proposta dei nostri si muove all'interno dei confini di certo post metal/sludge che chiama immediatamente alla mente i Neurosis per l'intelaiatura ritmica e le vocals un po' acide del frontman. Tuttavia la traccia d'apertura, nonchè anche title track, nei suoi oltre 10 minuti, palesa porzioni atmosferiche che si affiancano a sfuriate più brutali, senza perder comunque di vista una buona dose di melodia che si esplica in partiture dai toni mediorientali, che evidenziano quindi una certa ricerca musicale da parte dei nostri. Questo sarà ben evidente negli ultimi due giri di orologio di un brano complesso, ben strutturato e dotato di quella capacità di far collidere come sempre l'ossessività dello sludge con il groove dello stoner. Decisamente più thrash metal oriented è invece "The Shrike (Fire Assault)", costruita su un riffone d'annata su cui si inserisce la voce sporca del vocalist e un drumming non del tutto lineare. Fantastico però il cambio di tempo che porta all'assolo conclusivo che ci consegna una band in cui convive un'anima hard rock combinata con una stoner. "Tintinnabula" è il classico elemento acustico-strumentale che funge da raccordo tra la prima metà del disco e la sua seconda parte che include ancora "Reflections" e "Hands, Switchblades, and Vile Vortices". La prima delle due è un'altro pezzone di poco più di dieci minuti che si apre con atmosfere soffuse, un blando crescendo ritmico corredato da timide voci pulite che amplifica la sua veemenza verso il quarto minuto, irrobustendo il quadro ritmico e al contempo inacidendo le vocals, per completare il tutto con un bel vibrante assolo conclusivo che toglie le castagne dal fuoco dall'elevato rischio di intorpidimento mentale nel quale la band si stava infilando. Chiusura affidata infine a "Hands, Switchblades, and Vile Vortices", traccia decisamente più nervosa, rabbiosa e con una combinazione di riff che si dipana tra sludge, death-doom e sonorità oblique di dubbia natura, che chiudono un disco non troppo facile da assimilare, ma che farà comunque la gioia degli amanti del genere. (Francesco Scarci)

(Grazil Records - 2023)
Voto: 70

https://chorosia.bandcamp.com/album/stray-dogs

giovedì 4 ottobre 2018

Chorosia - S/t

#FOR FANS OF: Sludge/Psych Doom
Vienna represents, probably second only to Berlin, the European electronic music’s fulcrum. Every night, waves of hopeless people are melting in clubs and the offer of these synthetic rooms is practically unlimited. In a city where techno expresses his sovereignity, a band named Chorosia makes his debut with a 53 minutes album full of hope for the metal scene. The work appears even too sophisticated to be a self-production, these guys indeed entirely wrote, produced and mastered the album and, most of all, released it free from labels: everything sounds definitely way far from a rudimentary project. Hoarse voices are kneaded to hypnotic riffs and elegant arpeggios, the first track introduces clearly Chorosia’s mission: "Priestess of Doom", what else better than a female holy guide to attract new masses and redeem Vienna from his sins? The peak of the album can be identified in the tracks "The Lurking Fear", followed by "Harm", a deep navigation between strenght and harmony. This tracks duetto expresses, in my opinion, what this Austrian ensemble is, aka a living oxymoron: an expert rookie band (they formed in 2017) spreading profound vibrations in a city intoxicated by daw-music and hit hats. Chorosia’s self titled album alternates frenetic rides to slow, profound and introspective moments of decadence, the instrument’s union doesn’t clash for a single second and produces a monolithic result. The rythm choices are surprising and never step into banality, covering practically the entire spectrum of the doom and sludge style. "Place of Planes", the bottom track, is pure chocolate for the lovers of the genre, the perfect conclusion of this outset album: it burns like a fire coming from a rocket ready to be launched. The last seconds of Chorosia is a foggy glaze to a brillant future, what actually this band deserves, no doubt about it. (Pietro Cavalcaselle)