#PER CHI AMA: Black/Death
Immaginate la liscia superficie di un lago assolutamente priva di qualsivoglia increspatura. Ora osservate al suo centro quella nitida, ferma e perfetta falce di luna: crescente, abbagliante. Qualcun altro con voi la sta guardando: la vedete, là, sulla sponda, quella figura incappucciata e oscura? Pronuncia arcane parole. Ecco d’improvviso innalzarsi verso il cielo una violenta e fluorescente colonna d’acqua proprio là dove un attimo prima vi si specchiava la luna. L’acqua ricade impetuosa e repentina, si plasma a formare la creatura. Ascoltatela parlare, emette un growl profondo, catarroso. Quale magico filtro ti sei trangugiato Okram? Bravo davvero. Se mi concentro odo or ora persino il profondo e ritmico pulsare del suo cuore: ottimo lavoro con quella cassa Reshaim. Ecco come “vedo” o meglio “avverto” “Sky’s Suicide”, prima track dell’album. Spero, con queste mie parole, che l’abbiate vista anche voi: che spettacolo. E se vi dicessi che questo era solo l’inizio? Si era solo l’inizio, l’estasi procede cavalcando le note di “The Sign of the Moon”. Una luna che un segno lo lascia davvero. Ancora una volta è la voce che voglio premiare, anzi: le voci, ne distinguo infatti due. E cosa dire della magia di “Into the Depth”: ma quale profondità??? Il fondo lasciatelo toccare agli altri, voi volate lassù, sempre più in alto, voglio vedervi un giorno dare una bella grattatina all’Empireo. Davvero bravo Reshain in “Morning Star”: la scelta di soluzioni relativamente semplici premia un pezzo che sicuramente molti altri non avrebbero esitato a violentare con talvolta inutili estremismi tecnici. Non vi ho ancora parlato di Misa e Antonio, chitarra e basso di questa quaternaria costellazione. Cosa dire: molto buona la mai esagerata distorsione che sempre si sposa con tutti gli altri strumenti senza coprirli. Le plettrate proprio bene quelle corde. Se usassi l’aggettivo estremo per definire questa release, più di qualcuno potrebbe non essere d’accordo al riguardo: sotto sotto non lo sono nemmeno io con me stesso, diciamo che nella scala Mohs lo collocherei al sesto grado, quello dell’ortoclasio. Ne sono certo: la vostra lucente stella del mattino continuerà a brillare lassù in alto, in alto Achernar. Washington sarebbe di certo fiero di voi e del vostro “geomantico” “Spectral Universe”. Pochi capiranno il profondo significato di queste mie ultime, criptiche parole, ma sinceramente non importa… (Rudi Remelli)
(Self)
Voto: 75
Voto: 75