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sabato 15 febbraio 2020

Abigorum - Exaltatus Mechanism

#PER CHI AMA: Black/Doom, primi Samael
Alexey Korolev non è solo il boss della Satanath Records e tastierista dei Taiga, scopro solamente oggi infatti che è anche il fondatore di questi Abigorum e fino al 2019 vero factotum strumentale in quanto one-man-band fino allo scorso anno, quando si sono uniti bassista e chitarrista/voce, lasciando concentrare il buon Alexey alle sole batteria e tastiere. Fatto questo largo preambolo, vi dico anche che 'Exaltatus Mechanism' è il debutto sulla lunga distanza per i nostri dopo uno split datato 2018 in compagnia degli Striborg e uno nel 2016 con i Cryostasium. Finalmente possiamo dare un ascolto anche all'album, un disco che si apre con le infernali vocals di "Grau und Schwarz" e le sue solfuree atmosfere black doom. Il cantato in lingua germanica è dovuto al fatto che i due nuovi ingressi in formazione sono proprio tedeschi. Quello da sottolineare sono le melmose sonorità a rallentatore sciorinate dal terzetto, con una serie di rumori in sottofondo che sembrano quelli prodotti da un fantasma ridotto in catene. La voce di Tino "Fluch" Thiele è davvero arcigna e ben ci sta in un contesto musicale del genere. Con "Maskenball" si prosegue all'insegna di ambientazioni tenebrose e vocals che si muovono tra il grim e lo spettrale in un impasto sonoro che non è propriamente funeral probabilmente nemmeno black, essendo un qualcosa al crocevia di questo marasma sonoro. Pertanto, mi viene da dire che la proposta degli Abigorum sia piuttosto originale, sebbene sia alquanto complicata da digerire. "Jetzt" è una marcia atta a smuovere le anime dei dannati negli inferi con un cantato quasi declamatorio e perentorio in un contesto a tratti oppressivo ed esoterico. Non mi dispiace affatto la proposta del trio per quanto possa rivelarsi stralunata, ma le melodie, soprattutto in questa song, funzionano a meraviglia nel creare atmosfere orrorifiche. Sia chiaro che non abbiamo tra le mani un capolavoro ma un album comunque degno di nota per quel suo spirito sperimentale, questo si. "Für Die Ewigkeit" è un altro bell'esempio di sonorità che per certi versi mi hanno evocato i Gloomy Grim degli esordi, cosi come la successiva "Königreich Dunkelheit", con quella sua aria ampollosa, gli arrangiamenti orchestrali ed una costante aura industrial a completare il quadro sonoro. Il disco prosegue su questi stessi binari, proponendo alcune song più interessanti delle altre e penso alla bombastica (per atmosfere e linee di chitarra riverberate) "Der Ängstliche Mensch" e alla sinistra "Über Dich" che rendono l'ascolto di 'Exaltatus Mechanism' comunque soddisfacente fino alla fine. (Francesco Scarci)