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domenica 6 novembre 2022

Faust - Cisza Po Tobie

#PER CHI AMA: Prog Thrash
I Faust sono una band in giro da metà anni '90 che, ad un certo punto della loro storia, ha pensato di prendersi una pausa di ben 15 anni, ricaricare le pile e tornare sulle scene nel 2019, rilasciando un paio di album, di cui quest'ultimo 'Cisza Po Tobie'. Detto che io la band di Wyszków stranamente non la conoscevo, mi avvicino con un certo interesse a questo cd che raffigura una Madonna con un bambino che tiene in mano quello che sembra essere il serpente del peccato originale (viste le mele marcescenti che circondano il quadretto). Nonostante questi elementi religiosi, non mi sembra di intuire (i testi sono in polacco) che ci siano riferimenti religiosi nelle liriche, semmai si parla di una fuga di un genitore col proprio figlio dalla guerra, probabilmente in riferimento al conflitto in atto oggi in Ucraina. Fatte tutte queste dovute premesse, il disco si palesa con una lunga intro, "A Jeśli Umrę", in cui la voce (operistica) è affidata ad una gentil donzella (credo tal Karolina Matuszkiewicz) in un contesto estremamente melodico, ma non lasciatevi ingannare visto che quando irrompe "Za Tamtą Górą" sembra di aver a che fare con una proposta a cavallo tra Testament e Nevermore, ricca di furenti galloppate, ma anche di parti più atmosferiche o arpeggiate, leggasi il break acustico a metà brano con tanto di strumenti folklorici a supporto. La voce del frontman, pulita ma comunque aggressiva, faccio a dire il vero un po' fatica a digerirla, ma sono convinto sia più per una questione legata alla lingua in quanto non riesco ovviamente a seguirne i testi (sarebbe stato sicuramente meglio l'inglese). Anche qui fa capolino la voce di una dolce fanciulla. "Pokocham Tę Cisze Po Tobie" parte presentando un dualismo tra voce femminile e maschile (qui anche in formato growl) offrendo peraltro una ritmica che mi evoca anche un che degli Annihilator, sebbene sparata alla velocità della luce. Tuttavia, i molteplici arrangiamenti, quasi sinfonici a tratti, sembrano addolcire la supposta devastante che i nostri sono pronti ad infilarci, indovinate voi dove. Ottima la parte solistica anche se avrei preferito un più lungo assolo, però alla fine il brano è figo. Una sirena d'allarme e un coro (che tornerà nel corso del brano) ci mettono in fuga con "Pogarda", song dotata di una splendida linea di chitarra, di un groove assai convincente e di un assolo finalmente più strutturato, ed un finale di classica matrice "testamentiana". Un piano apre "Iskra Pod Śniegiem", ma poi in realtà è una bella randellata nei denti quella che ci si para avanti, anche se i nostri, ancora una volta, indorano la pillola con rallentamenti, eteree voci femminili, da cui ripartire più selvaggi che mai, ma con mille trovate musicali in testa. "Jakbyś Gryzła Żwir" è bella tosta e diretta, con un giro di chitarra che mi ha evocato il buon rifferama dei Death, poi si abbatte una tempesta sonora senza precedenti, quasi di scuola Morbid Angel, per quella che è la canzone più incazzata del lotto, la più tecnica, quella con l'assolo più tagliente. Insomma una figata. In chiusura, l'esotica "Zdążyć Przed Deszczem" con la scena affidata nuovamente alla splendida, e qui malinconica, voce di Karolina. Insomma, un graditissimo ritorno, e una bella scoperta per il sottoscritto. (Francesco Scarci)