#PER CHI AMA: Death/Black |
Torna Emanuele Prandoni con il suo progetto solista Anamnesi e il quinto album in carriera per la creatura dell'artista sardo. 'Caurus', il titolo del nuovo disco, si rifà (presumendo dalle liriche del cd) al vento di Nord Ovest chiamato dai romani Corus. Un inizio introdotto da una voce narrante, di scuola In Tormentata Quiete, racconta la storia di un naufrago come se si trattasse di un audiolibro, creando un certo pathos ed interesse nei confronti della storia narrata. Questa sorta di intro occupa quasi tre minuti che cedono poi il passo a "Caurus I" che presenta le coordinate stilistiche su cui si muove il factotum italico, che ricordo essere membro di una serie infinita di band, tra cui Simulacro, Progenie Terrestre Pura e prossimo ad esordire come vocalist nel nuovo disco dei Dawn of a Dark Age. Da un artista cosi poliedrico è lecito aspettarsi davvero parecchio e le attese non sono deluse visto che nel brano, cosi come in tutta la release, confluiscono suoni estremi (tipicamente black/death), frammiste a partiture più classicheggianti. Quello che amo di questo genere di progetti è poi l'utilizzo di testi in italiano, peraltro piuttosto comprensibili, nonostante l'utilizzo di un cantato che si avvicina ad un growl ma che in realtà non raggiunge mai vette di disumanità. Questo agevola la possibilità di seguire il filo conduttore che lega i vari brani della release sebbene si sottolinei come 'Caurus' non sia un vero e proprio concept album. Le song condividono banalmente le stesse radici figurative, rappresentate dagli elementi vento, acqua e terra, usate qui come metafore per descrivere la bellezza, i legami e i confini che la Sardegna può rappresentare. Approfondite ulteriormente le tematiche del disco che parlano ancora di amore, dolore, coraggio, oscurità e luce, il lavoro prosegue su ritmiche serratissime, sciorinando, uno dopo l'altro, pezzi che vedono come elemento comune un drumming imponente e delle chitarre assai taglienti, interrotte qua e là da cambi di tempo o break atmosferici, come accade nella già citata "Caurus I", dove il polistrumentista utilizza anche una sezione d'archi, oppure in "S'enna e S'arca" o nella successiva "Caurus II", forse i miei pezzi preferiti. A chiudere il disco ecco la seconda parte di "Memorie di un Naufrago', a narrare per quasi nove minuti, la burrasca che infuria sull'imbarcazione del naufrago che abbiamo incontrato in apertura e i pensieri di morte che lo colgono negli attimi in cui sta lottando per la vita. 'Caurus' alla fine è una release davvero devastante che rispetto al precedente 'La Proiezione del Fuoco' sembra aver perso quel quid folklorico a favore di una maggior monoliticità e violenza del suono. Sebbene abbia preferito la band nel precedente lavoro, mi sento comunque di affermare che 'Caurus' sia un disco compatto e di sicuro interesse, che merita certamente una chance d'ascolto. (Francesco Scarci)
(Dusktone Records - 2020)
Voto: 70
https://dusktone.bandcamp.com/album/caurus
Voto: 70
https://dusktone.bandcamp.com/album/caurus