#PER CHI AMA: Swedish Black, Dissection, Unanimated |
Con la scomparsa dalla scena dei Sarcasm, quella definitiva dei Dissection e le non eccelse performance degli ultimi Unanimated, si sentiva la necessità di una band che potesse diventare portavoce di un genere che non ha mai avuto troppa fortuna, sebbene possa vantare altre realtà di un certo spessore, quali Necrophobic o Sacramentum. Una scena poi che vede quasi esclusivamente band svedesi tra i suoi principali interpreti e che da oggi vanta anche un gruppo proveniente dalla Germania, i Thron. Grazie alla nostrana Clavis Secretorum infatti, i cinque misteriosi musicisti di Schwarzwald arrivano al debut con questo omonimo album che chiama in causa per l'affilatura delle sue chitarre, le band poc'anzi citate pur mancando di quella magia che ha reso mostri sacri i Dissection o una band di culto, i Sarcasm. Consideriamo tuttavia che 'Thron' rappresenta l'esordio per i nostri (anche se la band non mi sembra certo formata da musicisti di primo pelo), e pertanto sembrerebbe esserci ampio margine di miglioramento per quest'act teutonico, che dopo le rasoiate chitarristiche affidate all'opener "Purified in Fire", inizia a scaldarsi con la seconda "Satan's Speech" e le melodie tracciate dalle taglienti linee di chitarra affidate al duo composto da PVIII e TVII, che sciorinano tonnellate di riff con i quali imbastiscono anche lugubri atmosfere che vanno a pari passo con le tematiche, oramai obsolete a sfondo religioso/satanico, incluse nel cd. Ascoltare questo disco si rivela cosa gradita: bella la discesa negli inferi di "The Blacklist" con quella sua aurea sulfurea e quelle sgroppate che richiamano "Cruelty and the Beast" dei Cradle of Filth, nelle sue accelerazioni black death da incubo e nei suoi improvvisi cambi di tempo. Dicevamo che i cinque tedeschi non sono certo artisti in erba - che rabbia, vorrei tanto sapere chi si cela dietro a questo moniker - e lo dimostrano alla lunga con strutture ritmiche precise, linee di chitarra pulite, grim vocals, tutti elementi che si incastrano perfettamente tra loro, ma che per una strana assenza di alchimia, non fanno gridare al miracolo. Vuoi perché l'ensemble germanico non inventa nulla di nuovo, pescando a piene mani dal repertorio dei gods del genere, vuoi perché non ci sono melodie proprio memorabili come quelle che si ritrovano in album come 'Storm of the Light's Bane' o 'Ancient God of Evil'. Tuttavia 'Thron' è un disco piacevole che prova in più occasioni di colpire l'ascoltatore per l'utilizzo di una qualche trovata, come l'assolo che trova spazio nei melodici e tremolanti riff di "Mutilation of the Unholy" o nell'epilogo Swedish black di "The Evilution of Satan". Puzza di sonorità death old school "Bloodfeast', una song che poteva stare tranquillamente su 'Nothing But Death Remains' degli Edge of Sanity, cosi come pure sorprende la vena punk-thrashettona (assolo a parte) della conclusiva "Blackest Hell to Come". 'Thron' alla fine è un album più che discreto, comunque un buon punto di partenza da cui spiccare il volo... (Francesco Scarci)
(Clavis Secretorvm - 2017)
Voto: 70