#PER CHI AMA: Post Grunge, Alice in Chains |
La scena rock francese si è arricchita di una nuova band alla fine del 2013, quando Thomas e David, già militanti in altre formazioni, decidono che è il momento di dare scacco alla noia e rispolverare il vecchio rock anni '80-90 alla ZZ Top e Billy Idol, fondendo hard rock, stoner e un po' di blues in questi Stellar Temple. I due amici recuperano quindi altri due elementi e il quartetto è pronto per scrivere il primo album, 'Domestic Monster', uscito a Maggio dell'anno scorso per la New Deal Music. I brani sono dieci e mantengono la promessa di voler riproporre la musica di trent'anni fa vestita a festa col chiodo della domenica e catene annesse. Il digipack è ben fatto con cartoncino pesante che dà un senso di qualità, mentre nella grafica predomina il rosso e ci svela qual è l'animale domestico protagonista dell'album. "Overture" apre senza tanti convenevoli, come una bella testata sul naso al primo stronzo che ti taglia la strada, con il mood piacevolmente thrash metal con riff belli taglienti. Interessante la ritmica stoppata che insieme a basso e chitarre, sembrano imbrigliare una potenza inaudita che deve essere tenuta a bada per non travolgere tutto e tutti. "Fucking Miles Away" è la naturale evoluzione del brano precedente, dove finalmente la band si può sfogare in allunghi veloci e arrangiamenti potenti quanto melodici. Trova posto anche un brevissimo stacco di basso distorto che fa da starter in una gara di cani da corsa con la bava alla bocca per quanto sia incontenibile la voglia di correre. Il vocalist mette in chiaro di che pasta è fatto, gran timbrica, perfetta, anche nella pronuncia inglese, bravissimo a destreggiarsi in questo brano hard rock. A questo punto i Stellar Temple lasciano per un po' la loro parte da bravi ragazzacci e si addentrano in atmosfere morbose che ricordano il grunge oscuro dei Soundgarden anni '90. I beat si abbassano e le chitarre si affidano a giri armonici che ci scaraventano sulle rive del Mississipi mentre il sole soffocante ci fa colare il sudore sugli occhi. Nonostante il brano suoni un po' old school, la band francese si affida a suoni meno vintage per forgiare un sound potente e granitico. Anche "Rumors" ha lo stesso feeling, forse più simile agli Alice in Chains, pure troppo in certi momenti. Il cantante si lancia in fraseggi ruvidi e potenti mentre gli altri strumenti puntano su linee melodiche e ritmiche costanti. Immancabile l'assolo di chitarra finale che racchiude anni i di rock genuino senza tanti fronzoli, se non qualche sample elettronico nella coda che chiude il pezzo. Non posso non menzionare "Helly Days", altro brano ben fatto che si porta dietro contaminazioni orientali probabilmente proposte solo nella versione studio, ma apprezzabili ed equilibrate. Lo stop centrale è potente e propone un mix di suoni moderni e di altri tempi, dimostrando la voglia degli Stellar Temple di fare qualcosa di diverso e personale. Devo dire che aspettandomi uno dei soliti gruppi rock con grosse influenze stoner, mi sono sorpreso a scoprire una band assai brava e con vedute più ampie. Dopo anni di attività ci sono ancora musicisti che si mettono in gioco e sudano sangue per confezionare un album di spessore come questo 'Domestic Monster'. Complimenti e chapeau! (Michele Montanari)
(New Deal Music - 2016)
Voto: 85