#PER CHI AMA: Funeral Doom |
Gli HellLight fanno parte di quella limitata schiera di band che qui nel Pozzo dei Dannati abbiamo visto nascere, crescere e divenire punto di riferimento per altre band dedite al funeral doom. Fa sempre un certo effetto sapere che l'oscuro quartetto (oggi rimasto in realtà un trio) arrivi dalla terra delle splendide spiagge e dei fenomeni del calcio, il Brasile, considerato il mortifero genere proposto. 'Journey Through Endless Storms' riprende là dove aveva lasciato 'No God Above, No Devil Below', ossia con i suoi ritmi lenti e ossessivi, carichi di cupa disperazione. Otto le tracce a disposizione per rievocare, attaverso ben ottanta estenuanti minuti, tetri presagi di oscura e lacerante decadenza. Già dall'iniziale titletrack, il terzetto di São Paulo ci delizia con marziali funebri melodie celebranti il rito della morte, sulle cui note si incrociano il growling e le clean vocals di Fabio de Paula, nonchè la delicata voce di una gentile ospite, Claudia o Ghisi (presente anche nella finale "End of Pain"). Le influenze per i nostri rimangono le stesse di sempre, con in testa i soliti Skepticism, Evoken e Thergothon, che presto verranno spodestati nel loro ruolo di punto di riferimento, proprio dagli HellLight. La musica si muove lenta e disperata come era lecito attendersi, rievocando nei momenti più incredibilmente malinconici, anche lo spettro dei Saturnus, come nel caso del lungo assolo conclusivo di "Dive in the Dark", song che peraltro vede la presenza di un altro ospite al violoncello. La pioggia continua a cadere tra un pezzo e l'altro, a testimoniare quel senso di pessimismo cosmico e profonda tristezza che intride l'album in toto. Tutti i pezzi sono ben bilanciati tra affannose chitarre profonde, e suadenti note di pianoforte. "Distant Light That Fades", nel suo nostalgico flusso sonico, mi ha richiamato addirittura la splendida e deprimente "Sear Me MCMXCIII" dei My Dying Bride dell'impareggiabile 'Turn Loose the Swans': seppur privo del violino, le emozioni strazianti che ho percepito erano molto simili a quelle della "Sposa Morente". Gli HellLight ci consegnano un nuovo capitolo della loro storia, confermandosi ancora una volta una band di eccellenza priva di macchie o passi falsi nella propria discografia, un ensemble che merita tutta la nostra stima. (Francesco Scarci)
(Solitude Productions - 2015)
Voto: 80