#PER CHI AMA: Math Rock/Alternative |
Anche se 'Il Mostro' è ormai uscito da tre anni, siete sempre in tempo per recuperarlo e dargli un ascolto interessato. Il quartetto di Como risulterà infatti parecchio intrigante per quella frangia di appassionati di sonorità sperimentali (e un po' insane) che vedono mischiate, nella stessa minestra, psichedelia, alternative, blues rock, colonne sonore, country, cinematica, math e molto altro. Vi basta questo come descrizione per spingervi all'ascolto di questo cd datato 2013? Non ancora? Allora vorrei aggiungere che il vocalist, tra l'altro molto bravo, suona anche l'ukulele e mi ricorda vagamente Arnaud Strobl, il vocalist (nella sua veste clean) dei Carnival in Coal. Soddisfatti ora o devo stuzzicare ulteriormente il vostro palato? Va beh, vi sparo lì una delle influenze cardine dei nostri: Mike Patton, senza i suoi Faith No More però, quindi pensate pure ad una delle folli reincarnazioni dell'artista californiano e potrete farvi un'altra idea di questi quattro folgorati. E di un album che include 11 tracce, le prime otto dai titoli ispirati e un po' canzonanti la musica classica (Allegro, Vivace, Andante) e gli ultimi tre in inglese. Trentanove minuti che irrompono col basso minaccioso di Gillo e grida di donna, in una song, "Presto Ostinato", ruvida e minacciosa nel suo presentarsi, "Io Sono il Mostro". Si prosegue sull'onda anomala, con i suoni malsani e ipnotici di "Allegro Brillante", un movimento che si dirige esattamente nella direzione opposta del suo titolo, in un blues che solo nel finale trova modo di esplodere in un math rock impazzito che sprofonda da li a breve nella cupezza di "Andante Arrabbiato", ove si palesa finalmente la voce di Rip e il suono della sua chitarrina infernale, con la musica che ondeggia a cavallo tra i Maniscalco Maldestro e i 6:33. "Prestissimo" nel suo chorus sembra quasi fare il verso "Batman", mentre la ritmica corre via veloce, fatto salvo un geniale break centrale di pattoniana memoria e un roboante finale. "Allegro con Brio" apre con una tamburellata di basso, poi una breve sfuriata e infine la traccia si incanala in suoni oscuri (anche qui notevole la prova vocale di Rip) e malinconici. Con "Vivace" ci lanciamo in un bel pezzo country rock, ove la chitarra di Mamo s'intreccia con l'ukelele del frontman. Si sprofonda addirittura in un orrorifico e teatrale doom in "Largo Solenne", ma l'imprevedibilità dei quattro è comunque sempre dietro l'angolo e la sensazione è quella di ritrovarsi in un film di Q. Tarantino, ed ecco "Allegro Vivace", ascoltare per credere: il suo coro sembra addirittura una versione inglese di "Sciuri Sciuri". Si arriva a "The Phantom of Jeaslousy" ed è ancora il basso di Gillo a dettare legge in un pezzo che sembra quasi richiamare gli anni '70-80 (chi ha detto Police?), con una batteria, a cura di un fantasioso Gionson, a tratti davvero esplosiva. Con "There She Blows! (Ahab's Dream)" si entra in meandri musicali spettrali e spaventosi, lugubri e molesti. "That's Enough" infine si chiede se forse ne abbiamo avuto abbastanza di queste folli breve schegge dei quattro mattacchioni di Como: un blues rock che dimostra l'eclettismo di una band che sembra aver imboccato altre strade sperimentali in nuovi brani, per cui vi rimando alla loro ricerca su youtube. Che altro aggiungere se non obbligarvi moralmente all'ascolto de Il Mostro. Bravi, bravissimi. (Francesco Scarci)
(Self - 2013)
Voto: 80