#PER CHI AMA: Post Metal, Tool, A Perfect Circle |
“La musica è un’energia, una vibrazione che costringe la mente ad una reazione emozionale di qualsiasi tipo, una fonte d’ispirazione, uno strumento terapeutico, una rivelazione di suoni che filtrano la realtà, la musica è una droga, una via di fuga...”. Ecco in poche righe il concetto di musica per questa straordinaria new sensation svedese, che uscita dal nulla, ha sfoderato una prova d’altissima classe e spessore, garantendosi un posto nella mia personale top 10 del 2006. Non starò qui a parlarvi della loro biografia, perchè poche sono le informazioni in mio possesso sulla band; ma partiamo subito con la musica. Il trittico di brani iniziali mi fa capire immediatamente che quello che ho fra le mani è un piccolo gioiello di musica post rock sulla scia di quanto fatto dai Tool: il riff di “May Crayons Guide the Sheep” è sì, preso in prestito dalla band statunitense, ma impreziosito poi dalla voce calda e ammaliante di Thomas, in grado di regalarci emozioni da brivido. Con la successiva “You Wonder Why...”, il vocalist scandinavo dà il meglio di sé gridando a pieni polmoni tutta la sua rabbia, grazie ad uno stupendo ritornello. “Out of Faces” è un brano più intimista, soffuso (con un’atmosfera in pieno stile Deftones) che parte piano, su un leggero riff di chitarra, per poi acquisire lentamente potenza ed esplodere nella quarta traccia, in cui la voce di Thomas si fa più corrosiva e incazzata che mai. Le restanti tracce viaggiano più o meno lungo gli stessi binari, con ottimi arrangiamenti, scariche elettriche, melodie accattivanti, momenti malinconici, il tutto accompagnato poi da un’eccellente perizia tecnica e come sempre dalla suadente voce del buon Thomas in grado di dare, quel qualcosa in più, per fare di “The Smell Of A Life That Could Have Been” un grande album di debutto. Forse la pecca principale della band sta nell’essere un po’ troppo debitrice nei confronti di band quali Tool o A Perfect Circle, e quindi di non avere ancora una personalità del tutto definita. Sinceramente però me ne frego, perchè questo lavoro ha saputo farmi rivalutare un genere che, esclusi i Tool stessi e pochi altri, aveva ben pochi protagonisti sulla scene e ben poco da dire. Per me “The Smell Of A Life That Could Have Been” rappresenta quindi un ottimo album e un ottimo acquisto da fare assolutamente in attesa della recensione dell'ultimo brillante cd per la nostrana Aural... (Francesco Scarci)
(Rebel Monster Records)
Voto: 85
Voto: 85