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sabato 9 maggio 2020

Baume - Un Calme Entre les Tempêtes

#PER CHI AMA: Drone/Electro/Ambient
Juif Gaetan è il classico polistrumentista con un piede in più scarpe. L'abbiamo apprezzato nelle sue versioni black nei Cepheide e negli Scaphandre, ora abbiamo modo di godere delle sue gesta anche in questi stralunati Baume, senza contare poi che il mastermind parigino presta i suoi servigi anche ai Rance e ai Basilique. 'Un Calme Entre les Tempêtes' è il terzo EP in tre anni per la one-man-band transalpina, dopo gli ottimi riscontri ottenuti dal debut 'Les Années Décapitées' e dal successivo 'L'Odeur de la Lumière'. Tre i pezzi proposti da Juif, per un lavoro che sembra prendere drasticamente le distanze dal passato post-black dell'artista, proponendo infatti già dall'opener "Rien ne Dure", un ambient oscuro, per una song che si affida esclusivamente ad un beat elettronico che prosegue in un loop per 12 minuti, richiamando in un qualche modo la colonna sonora del film 'Inception'. Solo nel finale, la song sembra acquisire una forma di canzone con l'aggiunta di una flebile linea di chitarra, il tutto rigorosate in forma strumentale. La title track prosegue con questo mood trance electro-beat, con in aggiunta una voce spettrale che ricorda quella dei Decoryah, mentre in sottofondo si srotolano ancestrali melodie. Devo ammettere che non è di certo facile affrontare un mattone del genere se non si è degli amanti di simili sonorità droniche, soprattutto poi se il sottoscritto si aspettava di affrontare un nuovo episodio post-black. Nel frattempo si arriva alla terza song, "Octobre", una traccia che per lo meno sfoggia, almeno in apertura, una chitarra vera e propria, coadiuvata poi da una serie di synth e amenità varie che in poco meno di due minuti ne stritolano la portanza, quasi a farla sparire. Ma la linea di chitarra, come la propagazione di un'onda sonora sinusoidale, si muove attraverso picchi e valli, nascondendosi e palesandosi nell'ennesimo loop ipnotico di questo strampalato lavoro, che mi sento di consigliare a soli pochi eletti, dotati del proverbiale terzo occhio. (Francesco Scarci)