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giovedì 7 febbraio 2019

AÎN - Stance I

#PER CHI AMA: Black/Death
Quella degli AÎN è una band francese originatasi dai Codex Inferis e come la band madre, è volta a suonare un black metal senza tanti fronzoli. 'Stance I' è il disco d'esordio che segue a tre anni di distanza, l'atipica scelta di debuttare con un live album. La proposta dell'oscuro quintetto di Metz è come dicevamo legata al black, in una sua forma sicuramente melodica, vicina al post black, ma anche ad un sound esoterico-liturgico, come già testimoniato nella seconda "I-II". Vivaci, feroci, furiosi ma con tutte le carte in regola per provare a dire qualcosa di non già scontato. Le sorprese sono dietro l'angolo infatti, bello farsi investire dalla furia distruttiva dei nostri ma altrettanto farsi accarezzare dalla poesia di una chitarra acustica posta in chiusura del secondo pezzo. La band ama l'approccio cerimoniale, era già chiaro in "I-II", lo è ancor di più nell'apertura di "I-III", una song che si snoda tra suoni e voci che stanno a metà strada tra death e black, e che trovano sfogo artistico in un altro ipnotico break che diviene vero e proprio marchio di fabbrica per la band transalpina, prima di un attacco ferale a chiudere. Invocazioni yoga aprono "I-IV", lunga ed inquietante song mid-tempo, con chitarre dilatate, un'interessante vena atmosferica e delle litaniche vocals in un incandescente finale post black. Ancora rituali mantrici in "I-V" ad acuire l'aura di mistero che già di per sè ammanta questo disco; la song sembra abbandonare il suo fremito black qui (fatto salvo per il minuto e mezzo finale), lasciando posto a suoni decisamente più raffinati e carichi di groove, che sembrano addirittura prendere il sopravvento nella successiva "I-VI", sebbene improvvisi rigurgiti di nero vestiti, si accavallino con una proposta che viaggia sui binari di un death metal ritmato ma pur sempre epico. Ammetto che la proposta degli AÎN sia affascinante, soprattutto quando i nostri si muovono nel versante black esoterico con quelle vocals evocative e spaventose ("I-VII") o quando le atmosfere si fanno più soffuse, o ancora quando le chitarre virano al post-metal ("I-VIII", la vera chicca del cd) e la song non può che giovarne, soprattutto poi quando i nostri ci infilano l'immancabile accelerata post-black. In chiusura, i dieci minuti di "I-IX", un'altra traccia davvero convincente, forse un po' troppo lunga, ma che comunque sostiene la credibilità del combo francese. Con le dovute accortezze e limature, sono convinto che i nostri possano arrivare lontano sebbene la concorrenza si faccia di giorno in giorno più che mai agguerrita. (Francesco Scarci)

(Pest Productions - 2018)
Voto: 75

https://pestproductions.bandcamp.com/album/stance-i